Articolo pubblicato il 1 Gennaio 2025 da Bruno Santini
Dopo aver ottenuto un successo incredibile nella sua prima stagione, Squid Game torna con un nuovo prodotto su Netflix che era particolarmente atteso dagli spettatori e che ha permesso di confrontarsi nuovamente con la natura dei giochi, dei vari livelli e delle interazioni tra i giocatori. In una stagione che promette molta più violenza, pur con la funzione del tutto che si interrompe sul più bello, Squid Game 2 mostra delle dinamiche sicuramente molto interessanti che potrebbero non essere state comprese del tutto dagli spettatori; per questo motivo, è importante sottolineare come finisce Squid Game 2 e qual è la spiegazione del finale della serie, con un accento che viene naturalmente posto sul significato dell’ultimo episodio.
Come finisce l’ultimo episodio di Squid Game 2?
È evidente che, prima di procedere con la spiegazione del finale della serie su Netflix, si possa sottolineare innanzitutto come finisce l’ultimo episodio di Squid Game 2 su Netflix. Non che ci sia qualcosa di incomprensibile, dal momento che tutto appare piuttosto chiaro, ma vale la pena tirare le redini e sottolineare tutto ciò che potrebbe essere sfuggito nella concitazione dei momenti finali della seconda stagione; a seguito del pareggio dell’ultima votazione, che è finita 50 pari e che – secondo il terzo punto del regolamento degli Squid Game – prevede che questa debba essere ripetuta il giorno successivo, Seong Gi-hun comprende che il gioco vuole che i partecipanti si uccidano a vicenda per far valere le proprie ragioni e, per questo motivo, organizza una ribellione contro i mascherati.
Lui, così come tutti gli altri principali personaggi incontrati nel corso di questa stagione, si nasconde attendendo l’arrivo delle guardie che intervengono per sedare le rivolte: fingendosi morto, in attesa di essere scansionato, attacca i mascherati e ruba loro le armi, organizzando una ribellione armata che possa portare tutti fino alla sala di comando. Durante l’impresa, con le munizioni che iniziano a scarseggiare e con i soldati nemici molto più numerosi e preparati, si crea una situazione di stallo, fino a quando Seong Gi-hun non affida un caricatore e un fucile a 001 (che nasconde la sua vera identità e che è infiltrato all’interno dei giochi), il quale propone di aggirare le guardie.
La spiegazione del finale della serie su Netflix
Appare allora chiaro anche quale sia la spiegazione del finale di Squid Game 2 sulla base dei presupposti precedentemente considerati: una volta aggirate le guardie, Front Man sotto mentite spoglie si libera innanzitutto di due giocatori, poi riesce a riacquistare la sua identità ponendo fine ai “giochi” che lui aveva deciso di organizzare; esattamente come lo 001 della prima stagione, infatti, quest’ultimo aveva deciso di sottoporsi volontariamente ai giochi sia per provare il brivido della paura e della morte, sia per riuscire a controllare più da vicino l’esito delle votazioni e il giocatore numero 456, tendendogli costantemente una trappola. Nell’avvicinarsi a Seong, ormai catturato dai mascherati insieme a Jung-bae, Front Man spiega al protagonista della serie che è finito il momento di fare gli eroi e che le sue azioni portano ad un risultato: nel dire ciò, spara a sangue freddo a Jung-bae, ponendo fine alla sua vita.
Il significato dell’ultimo episodio di Squid Game 2 e tutto ciò che c’è da sapere sul finale di stagione
Come si diceva precedentemente, il significato dell’ultimo episodio di Squid Game 2 non è assolutamente oscuro, poiché l’azione che si osserva sullo schermo è anche piuttosto chiara nella sua messa in scena. Tuttavia, esistono alcuni dettagli che meritano di essere chiariti maggiormente e nel dettaglio: innanzitutto, la scena post-credit di Squid Game 2 chiarisce che nella terza stagione verrà introdotto presumibilmente un nuovo personaggio e anche nuovamente il gioco iniziale degli Squid Game (la variante coreana del nostro “Un, due, tre stella”), per quanto non si sa se sotto forma di flashback, flashforward o di presente vissuto all’interno della serie. Quanto a Front Man, è presumibile che il suo comando esercitato nei confronti dei giochi sia ormai relegato soltanto ad una funzione prettamente organizzativa: è sì al comando della struttura, curando la scenografia dei giochi e il rapporto con i VIP, ma è totalmente all’oscuro della mafia effettuata all’interno dei giochi, che porta i mascherati a non uccidere i giocatori eliminati, servendosi dei loro organi interni che vengono rivenduti al mercato nero. In passato, Front Man si era accorto della cosa e aveva fatto sì che questa forma di criminalità venisse eliminata, ma questa si è sviluppata nuovamente con il comando di un altro soldato vestito di nero, il quale gestisce tutti gli altri mascherati.
È molto interessante anche la presenza del soldato 011: come dimostra la serie, nel caso in cui ci siano delle esigenze economiche, si può partecipare ai giochi non soltanto come partecipanti, ma anche come soldati. 011 va alla ricerca di sua figlia, dopo aver conosciuto una bambina affetta da leucemia, e per questo motivo decide di partecipare nuovamente come soldato, ma si oppone al regime di criminalità che porta a lasciar vivi i giocatori, finché non viene scoperta dagli altri soldati che minacciano di farle del male e di stuprarla. Infine, alcuni spettatori potrebbero chiedersi anche perché il giocatore 388 (Dae-ho), che era addetto a raccogliere le munizioni che avrebbero foraggiato la ribellioni degli altri soldati, si fermi definitivamente e non riesca a ritornare dagli altri con le munizioni. La serie non lo spiega ma, avendo fatto comprendere che il giovane è stato mandato in Marina dal padre poiché voleva che fosse maggiormente uomo, è probabile che abbia vissuto tantissimi traumi in vita che lo assalgono nel momento della paura e dello scontro con i mascherati: o, ancor più verosimilmente, è stato assalito dal panico che l’ha bloccato definitivamente e che pone fine alla rivolta. Tutti coloro che restano senza munizioni, infatti, pur arrendendosi vengono uccisi, tra cui anche il padre della bambina con leucemia, che aveva accettato di partecipare per pagare le cure di sua figlia.