Le migliori serie TV del 2024: da Baby Reindeer a Disclaimer, il meglio dell’anno sul piccolo schermo

Il 2024 è stato un anno straordinario per le serie TV, che hanno conquistato anche il Festival di Venezia: ma quali sono le migliori dell’anno?
Le migliori serie TV del 2024: da Baby Reindeer a Disclaimer, il meglio dell'anno sul piccolo schermo

Articolo pubblicato il 29 Dicembre 2024 da Bruno Santini

Negli ultimi anni, le serie televisive stanno ottenendo sempre più credito, con un meccanismo di passione che non si riscontra più soltanto negli spettatori ma anche nell’atteggiamento favorevole della critica. Il 2024 rappresenta l’anno X sotto questo punto di vista, con la grandissima attenzione alle serie che è stata destinata al Festival di Venezia 2024, dove quattro serie televisive hanno occupato la sezione del fuori concorso. In un andata così tanto spettacolare per le serie televisive, riuscire a sceglierne 10 è stato certamente molto difficile, data l’altissima qualità dei prodotti come Eric o The Penguin che sono stati esclusi. Si ricorda che, quello della selezione, è pur sempre un gioco e che le posizioni di seguito indicate non sono offerte in un ordine preciso e gerarchico. Ma quali sono le migliori serie TV del 2024?

Dune: Prophecy

Si parte, con le migliori serie TV del 2024, con una realtà televisiva da cui chi scrive non si aspettava tantissimo, considerando la materia non sempre felice di Brian Herbert e Kevin J. Anderson. Dune: Prophecy fa, però, suo un grande mantra delle produzioni HBO e costruisce una narrazione fitta di intrighi, colpi di scena e giochi di potere, riuscendo a portare a casa un risultato certamente molto importante. La grande forza di Dune: Prophecy risiede evidentemente nella caratterizzazione dei personaggi – soprattutto quelli inediti – che permettono di generare il nuovo mondo di Salusa Secundus, con i rapporti tra Bene Gesserit, Desmond Hart e membri dell’Impero. Il tutto è mediato attraverso esperienze visive ed estetiche che permettono di seguire a pieno merito quelle bellissime innovazioni che erano state presentate nei due film di Denis Villeneuve, con una grande attesa per il futuro che (a partire dalla seconda stagione di Dune Prophecy e da Messia di Dune) sembra avere ancora tanto da raccontare.

Baby Reindeer

È sicuramente uno dei prodotti migliori dell’anno che figura, non a caso, tra le migliori serie TV del 2024. Baby Reindeer ha ottenuto un successo straordinario in poche settimane e ha permesso non soltanto di confrontarsi con una storia vera che viene raccontata – pur con l’adattamento di numerosi elementi – nella miniserie, ma anche con un meccanismo mediatico che, di rimbalzo, ha generato il grandissimo clamore da cui ogni spettatore è stato investito. Richard Gadd è creatore e attore della sua materia, che vive di elementi tanto comici quanto drammatici, che mostra l’elemento della violenza in ogni sua misura e che, soprattutto, si confronta anche con quella profonda caratterizzazione psicologica dei personaggi raccontati.

Certo è che il risultato non è stato sempre lusinghiero: partendo quasi con una caccia all’uomo che mirasse a identificare questo o quel personaggio, il tutto sembra essere diventato oggetto delle grinfie e delle lusinghe del mediatico, con la vera Martha che si è anche concessa in forma di interviste per raccontare la sua verità. Ma, da successi di questo genere, ci si deve anche aspettare un atteggiamento distorto, in risposta al racconto.

Shōgun

Si parla sempre più di Giappone negli ultimi anni, con la cultura orientale che ormai non appare più un mistero e con un avvicinamento a questo mondo che è stato mediato anche da cinema e televisione. Spesso, però, quel mondo nipponico viene idealizzato ed estetizzato entro formule che non rispondono alla realtà: non è certamente il caso di Shōgun, una serie che non poteva non essere inserita tra le migliori del 2024 e che porta sullo schermo l’emblema storico di un paese ancora vivo nella sua cultura feudale, in cui primeggia il senso dell’onore e della morte onorevole, considerata di gran lunga migliore rispetto ad una vita di disonore.

Di contro, emergono le grinfie occidentali, rappresentate da una nuova cultura politica incombente, che si scontra e si sovrappone alla prima fino a creare un delicatissimo racconto di contrasti e di sfide. Con una componente strutturale mai banale, Shōgun riesce anche a portare sullo schermo quella sana violenza che prende forma attraverso sangue, corpi mutilati ed esplosi, con un risultato che merita di essere recupero qualora non sia stato fatto prima.

Expats

Che fosse una regista talentuosa lo si era capito sin dal suo debutto cinematografico con The Farewell, ma la conferma assoluta arriva nel corso del 2024. Lulu Wang è infatti l’autrice di Expats, una delle migliori serie TV 2024 che non poteva non essere menzionato all’interno di questa classifica. Con protagonista Nicole Kidman, essa racconta una storia familiare di intrecci e misteri, di amore ed odio, ma che riflette anche sulle proprie radici, sul senso di alienazione e sulle enormi differenze culturali tra oriente ed occidente, tra gli Stati Uniti ed Hong Kong, dove tutto il racconto viene ambientato e che ha portato a non poche polemiche da parte della Cina, che ha addirittura censurato Central, il quinto episodio ed una delle puntate più belle di quest’annata televisiva. Presente nel catalogo di Amazon Prime Video, Expats è passata un po’ in sordina, ma è una gemma da scoprire, così come i lavori della stessa Lulu Wang.

Il simpatizzante

Non si può omaggiare il 2024 come uno degli anni che ha saputo regalare una quantità di straordinarie serie TV, senza citare il titolo esemplare de Il Simpatizzante (The Sympathizer). Tra i motivi per cui questo titolo è da ritenere fra le migliori serie TV del 2024 basterebbe fermarsi al solo fatto di essere stata girata in parte e scritta dal visionario regista sudcoreano Park Chan-wook. Ma non è tutto qui.

Oltre a farsi portavoce e a raccontare dunque gli orrorifici eventi di cui sono state vittime il Vietnam e i suoi abitanti negli anni della guerra con l’America, facendosi così carico di comunicare un messaggio di forte responsabilità politica, Il Simpatizzante è un’opera mostruosa in entrambi le sue accezioni di prodigiosa ma anche di spaventosa realizzazione. Infatti, ad accompagnare il protagonista, vi è un irriconoscibile Robert Downey Jr. trasformista che cambia continuamente costume e volto per vestire i panni dei vari personaggi durante la serie TV. Tra transizioni e sovrapposizioni di inquadrature che vanno a creare una fitta rete di significati simbolici, Il Simpatizzante si fa avanti come una delle migliori serie TV del 2024, in quanto lascia lo spettatore a bocca aperta per la sua complessità di contenuto, ma allo stesso tempo per la ricerca estetica e la straordinaria tecnica, attenta a ogni minuzia, della sua forma.

The Bear 3

Basterebbe la prima puntata della terza stagione di The Bear per rendersi conto della bellezza di un prodotto che non smette di stupire e che ormai merita lo status che ha guadagnato nel corso degli anni. Era iniziata come una serie che potesse essere in grado di raccontare le caotiche dinamiche della cucina ed è diventata, ben presto, una realtà che mostra tutti gli emblemi della vita e delle esperienze esistenziali: il panico, una componente fondamentale che si inserisce sempre più a pieno merito anche nel mondo del cinema e della televisione, rappresenta quasi il motore di una serie che per molti spettatori potrebbe sembrare “filler”, ma che in realtà ha tantissimo da dire. A proposito di vita, umanità, turbe personali ma anche oscuro passato, opportunità mancate e tanto altro ancora: con la sua classica sequela di cameo, ormai parte integrante dell’intero processo creativo della serie, The Bear porta in alto la sua qualità fino a giungere ad un picco incredibile. La sfida, per il futuro, è riuscire a superarlo ma – indipendentemente dai risultati – ciò che è stato possibile osservare fino ad ora è assolutamente straordinario.

Disclaimer – La vita perfetta

Presentata in anteprima al Festival di Venezia 2024 nella categoria Fuori Concorso, Disclaimer – La vita perfetta merita di essere inserita a pieno titolo tra le migliori serie TV del 2024. Alfonso Cuarón torna dietro la macchina da presa per una miniserie assolutamente straordinaria, che sfrutta le grandissime interpretazioni di Cate Blanchett (e non solo), per offrire una rappresentazione quanto mai ideale di quell’estremo clima di ambiguità e di verità celate che possono condurre lo spettatore verso l’incredibile finale. Sono episodi assolutamente straordinari, che costruiscono la narrazione attraverso un rimbalzo tra passato e presente e che, soprattutto, sanno presentare due volte una stessa realtà, filtrata attraverso occhi differenti che mettono a dura prova lo spettatore, e che stimolano lo sguardo oltre ciò che passivamente potrebbe essere osservato.

Con dei momenti assolutamente eccezionali, che certo si registrano alla fine della stagione ma che non mancano anche prima, si realizza così uno dei migliori prodotti dell’anno, in un contesto televisivo che permette ad Apple TV+ di mantenere in piattaforma una perla assolutamente indimenticabile. Sintomo che la televisione ha tantissimo da offrire, Disclaimer – La vita perfetta è un prodotto che supera le logiche di durata, struttura e cliffhanger, creando un risultato non solo straordinario, ma anche parte (già) della storia.

Qui non è Hollywood

Si parla tanto e spesso delle produzioni estere e della loro capacità di investire in prodotti vincenti, soprattutto data l’altissima qualità che riesce ad essere portata sullo schermo. È però decisamente il caso di lodare anche l’Italia sotto questo punto di vista, in virtù di una serie che riesce assolutamente nel suo obiettivo e che permette di confrontarsi con un racconto che funziona sotto tutti i punti di vista. Qui non è Hollywood era stata accolta in maniera certamente molto tiepida, considerando che la serie sembrava essere più preda di deliri processuali che non di effettive visualizzazioni e constatazioni della sua qualità, ma è stato necessario ricredersi del tutto in virtù di ciò che viene portato sullo schermo.

È decisamente il caso di smentire le aspettative della vigilia, allora, con una serie che dedica quattro puntate a quattro personaggi differenti, analizzandone il punto di vista, ricreandone la storia sullo schermo, concentrandosi sui fatti ma anche sulla loro rappresentazione. Allo stesso tempo, Qui non è Hollywood è anche una serie che mostra tutto ciò che la fascinazione mediatica propone a chi guarda e ascolta.

Becoming Karl Lagerfeld

In un 2024 nel segno dello stile e del modo di arricchire esteticamente i propri prodotti, Becoming Karl Lagerfeld rappresenta la punta di diamante di tale processo. La serie su Disney Plus, che si avvale dell’interpretazione di un ottimo Daniel Brühl, dimostra quanto la versatilità e la duttilità dell’attore (con le lingue e non solo) sia tale da portare a strutturare il racconto su una delle figure più complesse e interessanti della storia della moda. Tanti gli elementi iconici che vengono calzati a pennello dalla miniserie in questione, e non parliamo soltanto di vestiti o calzature come gli iconici stivali dello stilista, per un prodotto evidentemente post-moderno, che si avvale di luci, colori e sensazionalismi visivi per portare sullo schermo una delle figure più irriverenti del mondo dell’arte. E, a voler ragionare di contatti e paragoni, sembra quasi tornare in mente l’ultima incredibile scena di Prêt-à-porter di Robert Altman, in cui c’era la sfilata di corpi femminili nudi in uno dei momenti più importanti dell’anno della moda: in Becoming Karl Lagerfeld il racconto si fa corale, pur ruotando intorno alla figura del regista, avvalendosi di esagerazioni e formalismi, con l’intercedere costante della provocazione.

Ripley

Si conclude, parlando delle migliori serie TV del 2024, con Ripley. Il racconto di uno dei personaggi sicuramente più interessanti in ambito letterario, cinematografico e adesso anche televisivo prosegue con un Andrew Scott protagonista nel bianco e nero della serie, che si avvale di una formula su tutte: il preziosismo estetico. Con elementi che riprendono non soltanto il film di Il talento di Mr. Ripley ma anche tutti gli altri adattamenti successivi e con un John Malkovich che appare in un certamente apprezzato cameo, la serie dimostra quanto prendersi del tempo, procedere in modo compassato, sviscerare il dettaglio e analizzare la profonda caratterizzazione psicologica dei personaggi possa essere, e sia nei fatti, un bene.

Anche il nutrito cast italiano funziona bene all’interno della serie, con numerosi elementi di italianità che vengono omaggiati in un prodotto che si avvale della cultura del Bel paese (mai ridotta a mero oggetto di stereotipo fine a se stesso) e la riusa in un qualcosa di certamente molto interessante. Anche la costruzione del thriller funziona bene, fino al colpo di scena finale che si costruisce per mezzo di una focalizzazione diegetica dei personaggi, là dove lo spettatore invece già sa: è una delle regole fondamentali del giallo, che vive finalmente di vita propria in questa serie.