Here testimonia come l’intelligenza artificiale non sia un male a prescindere

Per l’inizio del 2025 è finalmente in arrivo nei cinema italiani il nuovo film del regista premio Oscar Robert Zemeckis: qual è il risultato della pellicola con Tom Hanks e Robin Wright?
La recensione di Here, con protagonisti Tom Hanks e Robin Wright

Articolo pubblicato il 22 Dicembre 2024 da Giovanni Urgnani

Presentato in anteprima internazionale al Afi Fest 2024, distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 1°novembre 2024, mentre in quelle italiane il 9 gennaio 2025, grazie alla distribuzione di Eagle Pictures. Il regista premio Oscar Robert Zemeckis (Ritorno al futuro) torna a dirigere la coppia storica dai tempi di Forrest Gump (1994): Tom Hanks (Sully) e Robin Wright (Blade Runner 2049); con la colonna sonora composta da Alan Silvestri. Ma qual è il risultato di Here? Di seguito la trama e la recensione del film.

La trama di Here, il film diretto da Robert Zemeckis

La pellicola è la trasposizione cinematografica dell’omonima graphic novel scritta da Richard McGuire, pubblicata nel 2014; l’adattamento è stato realizzato dal regista, collaborando alla sceneggiatura con Erich Roth. Ma di cosa parla quindi Here? Di seguito la trama ufficiale del film diretto da Robert Zemeckis:

“Un terreno preistorico, e la casa che sorgerà su quel terreno. Quella casa ospiterà generazioni di famiglie, dagli homini sapiens agli indigeni ai coloni, fino ad un nucleo domestico afroamericano contemporaneo. E nel salotto di quella casa scorreranno vite sempre diverse e sempre uguali, popolate da mariti, mogli, figli, nonni, nipoti.”

La recensione di Here, con protagonisti Tom Hanks e Robin Wright

La recensione di Here, con Tom Hanks e Robin Wright

L’arrivo dell’intelligenza artificiale nel cinema, in particolare in quello statunitense, ha fin da subito generato numerose perplessità e paure all’interno degli addetti ai lavori. Attori e sceneggiatori hanno dato poi vita ad una lunga protesta, legittima, che ha segnato l’intero 2023, in favore della tutela della propria professione e dei propri diritti lavorativi. Ciò non significa demonizzare a prescindere l’evoluzione tecnologica, anzi, questo Robert Zemeckis lo sa bene: egli, infatti, dimostra quanto arte e sviluppo possano e debbano andare a braccetto, collaborando al meglio grazie all’idea che sta alla base dell’opera.

All’apparenza può sembrare tutto molto normale, una serie di sottotrame senza un evidente collegamento, senza eventi epocali o rilevanti dal punto di vista narrativo; al contrario invece, il meccanismo segue un movimento preciso, allo scopo di unire ogni pezzo per rappresentare un contesto più ampio, sia temporalmente sia ideologicamente. Non si può negare che una di queste storie prenda maggiore importanza rispetto alle altre, soprattutto per la levatura degli interpreti in questione, ma anche per una matrice forse autobiografica del regista stesso; tuttavia, non viene meno la coralità generale della struttura narrativa.

Una sola casa, tante famiglie, tanti volti: dalla foresta dei nativi al 2024, passando per l’indipendenza al XIX secolo, fino al secondo dopoguerra; epoche diverse, contesti sociali diversi, per raccontare e riflettere sulla nazione di cui fanno parte. Perché raccontare le “normali” dinamiche di famiglie qualsiasi? La famiglia è un microcosmo in cui è possibile rendersi conto di come mutano i costumi, come nascano e quanto gravi siano i problemi di una comunità, poiché ogni microcosmo, messo assieme agli altri, forma l’insieme. Si ripercorre, nelle tappe più significative, la storia degli Stati Uniti, un ciclo partito da molto lontano, in cui dalle ceneri chi c’era per primo è stata costruita una nuova popolazione, quest’ultima diventata colonizzatrice subito dopo essersi liberata a sua volta del suo colonizzatore, proveniente dal Vecchio Continente.

La storyline principale, che vede come protagonista di nuovo la coppia formata da Tom Hanks e Robin Wright, mette in scena le difficoltà di diverse generazioni, accumunate da traumi, sogni infranti e rassegnazioni di varia natura; una generazione di mariti/padri segnata per sempre da una tragedia immane come il secondo conflitto mondiale, inevitabilmente condizionante per chi ha avuto la fortuna di sopravvivere; una generazione di mogli/madri costrette ad accantonare le loro aspirazioni professionali (e non) per svolgere il compito che le convenzioni sociali le hanno assegnato da sempre. Finché poi si arriva alla contemporaneità, nella quale si notano sì i cambiamenti ma tristemente emergono ancora più forti le contraddizioni che caratterizzano lo stato americano: una famiglia di etnia differente, benestante, in grado di permettersi una domestica (caucasica), che però deve tenere una sorta di corso di sopravvivenza per il figlio, nel caso in cui quest’ultimo venga fermato ad un posto di blocco, perché basterebbe poco per essere l’ultima cosa che possa fare nella vita.

Nel sistema delle diverse linee temporali non tutto però funziona come dovrebbe, ad esempio una su tutte è la famiglia dell’aviatore, non particolarmente amalgamata con il resto, scollata e sostanzialmente chiusa in sé stessa, tanto da poter benissimo essere eliminata, dando così spazio ad una più incisiva conclusione alla sottotrama dell’inventore, in modo da affondare il coltello sulla crisi scaturita dalla speculazione capitalista. Ma come si può rendere innovativo un soggetto già sviscerato più e più volte? Zemeckis ci riesce mediante un discorso metacinematografico, percorrendo indirettamente la storia della “settima arte”, a proposito delle sue peculiarità tecniche: apparentemente si rinuncia alla regia, in senso operativo, con la macchina da presa fissa e stabile su una posizione, caratteristica tipica del cinema delle origini; sembra venir meno anche il montaggio, cambiando scena attraverso soluzioni visive da cinema classico e moderno, dalle dissolvenze alle sovrapposizioni.

Infine, si ritorna dunque all’intelligenza artificiale, futura frontiera anche del cinema, utilizzata per il ringiovanimento digitale degli attori, funzionale a percorrere svariati periodi, senza precludere le capacità di chi deve recitare e senza contaminare la credibilità delle situazioni. Here è quindi una panoramica del passato e del presente dell’uomo, realizzata tramite la sintesi del passato, del presente e del futuro dell’arte di riferimento, cercando di cogliere il meglio dalla novità, facendo contemporaneamente tesoro della tradizione e dell’esperienza raccolta in una carriera intera.

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"La storia in un'unica stanza che racconta la vita delle persone e delle famiglie che la abitano nell'arco di secoli"

Voto del redattore:

8 / 10

Data di rilascio:

09/01/2025

Regia:

Robert Zemeckis

Cast:

Tom Hanks, Robin Wright, Kelly Reilly, Michelle Dockery, Paul Bettany, Ophelia Lovibond, Jonathan Aris, Nikki Amuka-Bird, David Fynn, Lilly Aspell e Mitchell Mullen

Genere:

Drammatico

PRO

La messa in scena innovativa nel raccontare diverse sottotrame
Le varie epoche si uniscono nel raccontare la società statunitense
Tom Hanks e Robin Wright rispolverano la grande alchimia di Forrest Gump
Una storyline è del tutto inutile e un’altra andava conclusa meglio