Io e te dobbiamo parlare è il pozzo senza fondo della vergogna

Nuovo film dietro la macchina da presa e secondo nel 2024 per Alessandro Siani, questa volta in collaborazione con Leonardo Pieraccioni: ma com’è Io e te dobbiamo parlare e vale la pena vederlo?

Articolo pubblicato il 19 Dicembre 2024 da Bruno Santini

Dopo aver dominato il contesto delle sale cinematografiche italiane nel Capodanno 2024, Alessandro Siani pesca anche lo slot natalizio dello stesso anno con Io e te dobbiamo parlare, che lo riporta dietro la macchina da presa per un nuovo film che lo vede, per la prima volta, collaborare con un altro grande volto della commedia italiana, apprezzatissimo negli ultimi anni: Leonardo Pieraccioni. Il film, in uscita al cinema il 19 dicembre 2024, vede un ritorno al genere di commedia che in Italia occupava le sale negli anni ’80, ma con quale risultato? Per comprenderlo, si offre di seguito la trama e la recensione di Io e te dobbiamo parlare.

La trama di Io e te dobbiamo parlare

Prima di procedere con la recensione di Io e te dobbiamo parlare, è importante sottolineare innanzitutto la trama del film diretto da Alessandro Siani, con lo stesso attore e comico napoletano nel cast al fianco di Leonardo Pieraccioni. I due sono rispettivamente Antonio e Pieraldo, due compagni di lavoro che – dopo aver messo a segno un colpo incredibile – continuano a perdere colpi nella polizia non riuscendo a portare a termine alcun incarico; Pieraldo è il nuovo compagno dell’ex moglie di Antonio e i due, al di là dei dissapori per questo motivo, tentano di risolvere anche le controversie con la giovane figlia ribelle. L’opportunità della vita è rappresentata da un giro criminale nella città, che si basa sulla blockchain e sul trasferimento losco di denaro tra conti bancari: starà ai due, pur con rozzi metodi, riuscire a risolvere il problema.

La recensione di Io e te dobbiamo parlare

Sono due i film che Alessandro Siani ha fatto frettolosamente uscire al cinema nel 2024, sfruttando le festività natalizie sia all’inizio dell’anno – con il taglio netto a parte del girato di Succede anche nelle migliori famiglie per rendere il film più compatto e veloce -, sia alla fine, collaborando per la prima volta con Leonardo Pieraccioni all’interno del lungometraggio. Io e te dobbiamo parlare si propone come film natalizio, uscita che possa sfruttare l’arrivo in massa delle famiglie nelle sale cinematografiche nel nostro paese, per tentare di capitalizzare quanto più possibile: ecco, allora, due primi problemi che permettono di denotare immediatamente i prodotti che è stato possibile osservare. Il primo ha a che fare con la stessa concezione di cinema che, almeno per gli ultimi due film realizzati, muove gli interessi di Alessandro Siani: non che guadagnare e generare profitto sia un problema, sia chiaro, ma ormai l’attore, regista e comico napoletano è mosso dall’unica possibile vocazione del denaro e del pienone delle sale, puntando tutto su un fattore quantitativo che – a dirla tutta – risulterebbe tale indipendentemente dalla qualità del film proposto. Il secondo interessa proprio le sale stesse, che in Italia non si riproducono per mitosi e non sono di numero indefinito: in un marasma generale di (talvolta frettolose) uscite di fine anno, il film di Siani prende la scena e guadagna in gran numero spazi che non possono, per cause di forza maggiore, essere destinate a film che meriterebbero di gran lunga di più e che dimostrano come anche l’arte, o comunque la pretesa di chiamarla tale, è ormai l’ultima ruota di un lunghissimo e fallimentare carro produttivo e industriale.

Ci sarebbe, a dire il vero, davvero poco da dire a proposito di Io e te dobbiamo parlare di Alessandro Siani: a partire dal titolo stesso, che non ha nessun legame con il film proposto e che non si ritrova in nessuna necessità di parlare (a chi? Di cosa? Per quale motivo?), fino all’accostamento stesso tra Siani e Pieraccioni che non ha alcuna ragion d’essere e che, di fatto – tranne che per un’unica scena in cui la figlia di Antonio inizia a parlare toscano provocando le ire del padre – non provoca alcuna conseguenza in né dal punto di vista comico, né per quanto riguarda altri elementi di natura linguistica, mimica, comica o grammaticale. A che cosa serve, allora, un’unione di questo genere che non presenta alcun legame con nessuna delle proposte di cinema dei due registi e attori? A generare una somma che aumenti il numero di persone in sala? A creare qualche risata da prima serata su Rai 1 (magari mediata da Carlo Conti) proponendosi come 31esima coppia del Festival di Sanremo? A ricreare un Napoli-Firenze nelle sale cinematografiche?

Al di là di ciò, è francamente vergognoso osservare tutto ciò che il film porta con sé, nel suo disperato tentativo di parlare di un po’ di tutto, fallendo miseramente in qualsiasi proposta di dialogo possa generare: ambientalismo, omosessualità, famiglia disfunzionale, arte, politica, corruzione e governo sono tutti immersi all’interno di un calderone così tanto gretto, superficiale e banalizzante da sembrare ideologicamente sbagliato. Ora, si fa fatica a pensare che Alessandro Siani sia così tanto bigotto da banalizzare qualsiasi cosa appartenga alla sfera del contemporaneo, e francamente l’abito dell’uomo facilone che tenta ancora faticosamente di cucirsi addosso non soltanto non riesce a far ridere, ma appare anche terribilmente fuori fuoco. A ben vedere, quando esordiva alla regia con Il principe abusivo (anni luce più avanti rispetto a materia di questo genere), la formula con cui mortificava i suoi personaggi appariva di gran lunga più realistica e concreta, rispetto al turbinio impazzito che propone all’interno dei suoi ultimi film. E citando ancora il comico, attore e regista – che dice di essersi preparato anche guardando i Fast & Furious, salvo poi scimmiottarli – è evidentemente alla radice di tutto ciò che si propone sullo schermo il problema.

Perché potrebbero anche faticosamente essere dimenticati gli orrori visivi, le sovrabbondanze di drone, le canzoni napoletane-a-mo-di-melodramma, i rapporti uomo-donna che appartengono ad un’epoca non più tollerabile; ma non si può soprassedere di fronte ad una totale ignoranza rispetto alla macchina da presa che evidentemente non si sa maneggiare e per cui non esiste, ad ora, neanche più un concetto, uno stralcio d’idea o comunque un piccolo germe che possa voler dire qualcosa. Tutto si risolve nello spazio di sketch da teatro, da spettacolo andato a male, di espressioni che faticano a stare insieme nella stessa scena, dove ogni parola dev’essere per forza funzionale alla battuta successiva e dove si deve voler ridere necessariamente (non riuscendovi, questo è chiaro), talvolta ricorrendo anche al più atroce degli slapstick. È tutto sommariamente, ampollosamente, orrendamente e arrongantemente (c’è davvero una citazione a Eyes Wide Shut?) vergognoso, per un cinema di ultima fascia che non ha nulla da dire e che lo dice comunque male, che occupa – e tanto – la sala non lasciando spazio ad altro.

1,0
Rated 1,0 out of 5
1,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
Io e te dobbiamo parlare
Io e te dobbiamo parlare

Io e te dobbiamo parlare è il nuovo film natalizio di Alessandro Siani, che collabora per la prima volta nel cast con l'attore Leonardo Pieraccioni. Il film vede i due impegnati nei panni di una strana coppia di poliziotti.

Voto del redattore:

1 / 10

Data di rilascio:

19/12/2024

Regia:

Alessandro Siani

Cast:

Alessandro Siani, Leonardo Pieraccioni, Francesca Chillemi, Brenda Lodigiani, Gea Dell'Orto, Tommaso Cassissa, Biagio Izzo, Peppe Lanzetta

Genere:

Commedia

PRO

Nessuno
L’operazione in tutti i suoi aspetti