Madame Ida è un dramma tripartito tra generazioni diverse 

Film danese del 2024, Madame Ida è un lungometraggio diretto dal giovane regista Jacob Møller ed è stato presentato in concorso al Torino Film Festival 2024: la recensione.
Recensione Madame Ida (2024)

Articolo pubblicato il 18 Dicembre 2024 da Bruno Santini

Madame Ida” è un film drammatico del 2024 diretto da Jacob Møller e presentato in concorso al Torino Film Festival 2024. Un progetto tutto al femminile che affronta il tema della maternità, uno dei temi protagonisti di quest’ultima edizione del festival piemontese. Tre generazioni a confronto ed un legame profondo che verrà messo a dura prova compongono la storia di uno dei titoli in concorso, premiato con un ex-aequo per la miglior interpretazione femminile alle tre protagoniste: Flora Ofelia Hofmann Lindahl, Christine Albeck Børge, Karen-Lise Mynster. Di seguito la trama e la recensione di “Madame Ida” di Jacob Møller. 

La trama di “Madame Ida” di Jacob Møller

Anni ’50. La giovane orfana Cecilia (Flora Ofelia Hofmann Lindahl) resta incinta e per celare la sua gravidanza indesiderata viene trasferita dalla signora Ida (Christine Albeck Børge), la quale si occuperà del bambino una volta nato. La donna, un tempo regina dei salotti della città, vive isolata nella sua grande casa di campagna assieme ad Alma (Karen-Lise Mynster), la sua domestica. Prende forma un gruppo di donne che con il passare del tempo finisce per stringere un forte legame e, per la prima volta, la piccola Cecilia viene circondata di attenzioni e affetto. Il parto, però, metterà le tre donne a dura prova. 

Madame Ida di Jacob Møller

La recensione del film in concorso al 42 TFF: Madame Ida

Jacob Møller esordisce alla regia con un dramma ricco di suggestioni e rimandi ad un certo tipo di cinema, offrendo uno sguardo interessante dal punto di vista psicologico sulle vicende che vedono protagoniste queste tre donne di tre generazioni differenti. Cecilia è una ragazzina rimasta orfana che resta incinta, ma non vuole affrontare la sua gravidanza ed avere un bambino, motivo per il quel viene affidata ad Ida, pronta, invece, ad accogliere un bambino nella sua solitaria vita, ed, infine, c’è l’anziana Alma, la donna che funge da ago della bilancia e quella che tenta di mantenere un certo equilibrio. Tante emozioni e caratteristiche molto differenti che contraddistinguono le vite di questi personaggi, le quali si confrontano e finiscono per dare vita ad un legame ed un rapporto molto profondo tra di loro. 

La forza del film risiede proprio nelle interpretazioni di queste tre attrici, fresche vincitrici del premio ex-aequo al 42 TFF, tre personaggi agli antipodi le cui storie finiscono per intersecarsi, volente o nolente, creando un racconto intrigante e visivamente d’impatto. Qui entra in gioco una dinamica visiva legata alla messa in scena, l’autore, infatti, non si concentra solamente sulle tre donne, ma c’è anche un quarto personaggio che risulta di grande impatto: la casa, l’ambiente che funge inizialmente da semplice cornice e che pian piano aumenta sempre più di valore lungo la narrazione. Ottimo è il contrasto tra scenografie e fotografia, elementi studiati nel minimo dettaglio e che contribuiscono alla riuscita del film, nonostante una giovanissima crew capitanata da un regista esordiente. 

Quello che manca è un finale all’altezza delle aspettative, qui viene a mancare quel graffio e quella voglia di dare una sferzata alla storia e concludere il racconto con una sequenza impattante. Inoltre, più di una volta la pellicola si perde in qualche momento che risulta più ripetitivo, non mancano quei difetti tipici di un’opera prima. Il regista racconta sé stesso, o meglio una storia che prende spunto dal rapporto con i suoi genitori e la sua infanzia, raccontando un argomento che può essere considerato universale, ma da tre punti di vista differenti. Grande importanza risiede in questa spasmodica esplorazione dell’amore, di quel sentimento dalle innumerevoli sfaccettature e che chiunque prima o poi finisce per desiderare. 

Centrale, come sottolineato in precedenza, è il tema della maternità, argomento centrale dell’intera sezione dei titoli presentati in concorso al Torino Film Festival 2024 che, almeno in questa pellicola, viene raccontato in maniera diversa. La gravidanza indesiderata provoca una reazione a catena che sconvolge le vite di tutte le protagoniste, da chi tenta di scappare dalle proprie responsabilità a chi, invece, si sente pronta ad accogliere delle nuove responsabilità. Tra imbarazzo, solitudine, rabbia, rinascita e amore “Madame Ida” prende forma e resta una delle poche sorprese dell’intero 42 TFF

Madame Ida di Jacob Møller

Madame Ida è un dramma tripartito tra generazioni diverse 

“Madame Ida” è un dramma tripartito tra generazioni diverse che traspone sul grande schermo una storia ricca di amore e sofferenza, ma anche di desiderio e dolore, sentimenti ed indifferenza. Un’opera prima di tutto rispetto che si fa strada grazie ad uno sguardo originale su diversi temi molto conosciuti e già trattati più dei una volta, anche solo all’interno di questa edizione del TFF. Un racconto che mostra una smodata ricerca d’affetto, fatta di sfumature e intrighi, mescolando caratteri e opinioni differenti, a cui manca quel finale di un certo impatto che avrebbe reso ancora più interessante un progetto di questo genere. 

Le tematiche affrontate, come sottolineato in precedenza, sono molto pesanti, non c’è nessun tipo di leggerezza in quello che viene proposto al pubblico sul grande schermo, anzi l’opera prende un’altra direzione ed è composta da qualche elemento più criptico, a cui non manca quel pizzico di follia, restando, però, sempre molto verosimile e realistica. Ogni elemento è utile alla costruzione dell’intero racconto, da quelli più materiali a quelli più onirici, dove a trasparire maggiormente alla fine è quella grande speranza in un futuro migliore in perfetto contrasto con le sensazioni che il film lascia nello spettatore

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Madame Ida di Jacob Møller
Madame Ida
Madame Ida

Madame Ida è un film danese che propone tre punti di vista differenti sulla maternità e sull'amore, utilizzando tre attrici e tre personaggi appartenenti a generazioni diverse.

Voto del redattore:

8 / 10

Data di rilascio:
Regia:

Jacob Møller

Cast:

Flora Ofelia Hofmann Lindahl, Christine Albeck Børge, Karen-Lise Mynster

Genere:

Drammatico

PRO

Le interpretazioni delle tre protagoniste
Il talento mostrato da un attore esordiente
L’impatto visivo del comparto tecnico tra suono, ambientazione e colori
Un ritmo alternato che coinvolge direttamente il pubblico
Un finale meno potente rispetto al resto della pellicola
La direzione che per gran parte del film pare molto confusionaria