Articolo pubblicato il 14 Dicembre 2024 da Andrea Barone
La nona puntata di Dragon Ball Daima, pur avendo una struttura da transizione, è stata fino ad ora la peggiore di tutta la serie a causa dell’eccessiva ripetitività. L’arrivo del nuovo episodio invece ha creato molto hype tra gli spettatori perché è stato promesso un maggiore approfondimento su Majin Kuu, il quale potrebbe essere una grande minaccia per gli eroi della saga. A seguire la recensione dell’episodio 10, intitolato L’Oceano ed attualmente disponibile sulla piattaforma streaming Crunchyroll, per poi essere distribuito anche su Netflix la settimana successiva.
La trama di Dragon Ball Daima 1×10
Dragon Ball Daima è un anime completamente originale (non essendo tratto da alcun capitolo di un manga predecessore) che è ambientato dopo la sconfitta di Majin Buu in Dragon Ball Z e prima della presentazione di Lord Beerus in Dragon Ball Super. Il nuovo episodio mostra l’arrivo dei Guerrieri Z nel secondo mondo del Regno Demoniaco ed infatti presenta la seguente trama:
Goku, Kaioshin, Grogu e Panzy giungono nel secondo mondo del Regno Demoniaco, il quale è la terra di origine dei Namecciani. Prima dell’arrivo di Vegeta, Piccolo, Bulma e Hybis, che stanno finalmente per ricongiungersi al gruppo, re Gomah manda una squadra di poliziotti militari e fermare il primo gruppo, sempre più preoccupato dopo che quest’ultimo ha recuperato la prima sfera del drago. Nel frattempo Arinsu incarica Majin Kuu di sfidare il Tamagami del primo mondo del Regno Demoniaco ed il primo combattimento del nuovo demone ha finalmente inizio.
La recensione di Dragon Ball Daima 1×10
Incredibilmente l’episodio non perde tempo nel mostrare le abilità di Majin Kuu: immediatamente infatti si viene coinvolti nell’azione, con il nuovo essere che scatena tutte le sue tecniche contro il Tamagami. La cosa che però sconvolge è il fatto che, fin dalla prima inquadratura, si nota l’enorme superiorità del guardiano delle sfere rispetto al demone creato da Arinsu. Il compianto Akira Toriyama ha spesso ribaltato le carte in tavola rispetto a ciò che viene presentato nella storia e qui non è stato da meno, perché quella che doveva essere la potenziale grande minaccia della serie viene immediatamente messa alle strette da un guerriero molto più potente. Il contrasto si nota anche nell’impostazione scelta, passando da un combattimento senza esclusione di colpi fino alla risoluzione finale realizzata attraverso elementi comici che rimarcano ancora di più l’enorme scherzo fatto dalla serie. Quello che potrebbe irritare i fan è invece per l’opera un modo di risultare imprevedibile ed anzi, mostra ancora di più quanto l’ultimo Tamagami possa essere un concorrente formidabile per Goku e i suoi amici, dal momento che ogni tecnica dell’incrocio tra Kid Buu ed un saibaiman viene accompagnata da una presentazione formidabile e non fa apparire il personaggio come un novellino.
L’esplorazione del secondo mondo del Regno Demoniaco è splendida, specialmente nell’inseguimento con la polizia militare che porta Goku sfrecciare nel cielo ed a combattere le navi spaziali come un anime degli anni 70 che si mischia con Guerre Stellari. I mostri del luogo sono magnifici ed imponenti, tanto che persino i campi lunghi risultano troppo piccoli per contenerli attraverso le inquadrature con gli eroi che, guerrieri o spettatori che siano, rimangono spaventati da essi. Eppure, nonostante la presenza del potente Goku, anche le azioni di un personaggio piccolo come Panzy risultano fondamentali e coraggiose. In Dragon Ball Daima nessuno è inutile e la tensione è molto forte anche quando l’azione non viene scaturita dai combattimenti di arti marziali che hanno reso famoso Dragon Ball Z in tutto il mondo. A tal proposito risulta ancora una volta molto bello l’approfondimento della mitologia del mondo di Toriyama, il quale connette le origini delle creature più iconiche dell’universo (facendo anche delle importanti strizzate a Dragon Ball Super) con elementi politici da brivido che rende ogni personaggio partorito dalla mente dell’autore sempre più affascinante.
Il decimo episodio di Dragon Ball Daima dimostra ai fan della saga che anche senza i combattimenti tra sfere di energia l’anime può risultare spettacolare, grazie ad una splendida creatività nelle scene d’azione unite ad un senso dell’avventura sempre più avvincente che approfondisce le numerose stratificazioni di un mondo che, anche dopo tutti questi anni, ha ancora tanto da raccontare. Persino quando si connette ad elementi già apparsi nelle serie precedenti (l’omaggio alla saga di Namek è evidentissimo), la sensazione è sempre quella di osservare qualcosa di nuovo.