Recensione – DanDaDan 1×08, 1×09, 1×10

In attesa di conoscere il finale di stagione della serie televisiva di DanDaDan su Netflix, sulla piattaforma arrivano l’ottavo, il nono e il decimo episodio della serie: ma qual è il loro risultato?
Recensione - DanDaDan 1x08, 1x09, 1x10

Articolo pubblicato il 11 Dicembre 2024 da Bruno Santini

Gli episodi totali della prima stagione di DanDaDan sono 12 e, con la distribuzione in streaming su Netflix dell’ottavo, nono e decimo dell’anime curato da Science SARU ci si avvicina definitivamente alla fine della prima stagione di DanDaDan, distribuito sulle piattaforme di Crunchyroll e Netflix. Che si tratti sicuramente di uno degli anime più rivoluzionari e impattanti degli ultimi anni lo si è già detto, in sede di passate recensioni degli episodi, ma la sferzata definitiva – in vista del finale della prima stagione – arriva proprio con questi ultimi. Ma quali sono gli effettivi risultati delle puntate Ho una strana sensazione, Fusione! Serpo, Demone di Dover e Nessie e Hai mai visto una mutilazione del bestiame? Per comprenderlo, si procede di seguito con la recensione degli episodi 1×08, 1×09 e 1×10 di DanDaDan.

La trama degli episodi 1×08, 1×09 e 1×10 di DanDaDan

Prima di proseguire con la recensione di Ho una strana sensazione, Fusione! Serpo, Demone di Dover e Nessie e Hai mai visto una mutilazione del bestiame?, come sempre, si indica innanzitutto brevemente la trama degli episodi 1×08, 1×09 e 1×10 dell’anime presente su Netflix. Dopo aver affrontato l’Acrobata dai Capelli Setosi e scoperto il suo passato, che riguarda soprattutto la figura di Aira, i tre protagonisti dell’anime si ritrovano nuovamente nel contesto scolastico, dove continua la difficoltà di Okarun che tenta di piacere quanto più possibile a Momo-Ayase. Il ragazzo, allenandosi per diventare migliore agli occhi della sua nuova amica, viene raggiunto da Aira che è invaghita di lui e, a seguito di uno scontro tra i due, è Momo a vederli mentre sono uno sull’altro; proprio in quel momento arrivano nuovamente gli alieni che tentano di rubare l’organo di Okarun, apparentemente (è la ricostruzione successiva del ragazzo) per ottenere poteri affinché possano finalmente invadere la terra superando i poteri degli demoni e dei fantasmi.

A seguito di tutti gli scontri che coinvolgono anche Aira, trasformatasi in Acrobata dai Capelli Satosi grazie all’aura che l’ha connessa a sua madre, il tutto si risolve positivamente, con i tre che si risvegliano nudi nella propria scuola e devono confrontarsi con lo sgomento dell’istituto. Un kappa (un alieno secondo Okarun, ma non secondo la nonna di Momo-Ayase) è però ancora vivo e ha un particolare bisogno di soddisfare, così i tre lo aiutano nonostante gli scontri precedenti tra le parti.

La recensione di Ho una strana sensazione, Fusione! Serpo, Demone di Dover e Nessie, Hai mai visto una mutilazione del bestiame?

A due episodi dalla fine della prima stagione di DanDaDan, l’anime che ha sicuramente ottenuto un grandissimo successo sulla piattaforma di Netflix sfruttando l’ancor più importante lascito del manga omonimo, è senz’altro possibile iniziare a tirare le somme dell’intero lavoro condotto dall’anime in questione. Ho una strana sensazione, Fusione! Serpo, Demone di Dover e Nessie e Hai mai visto una mutilazione del bestiame?, l’ottavo, il nono e il decimo episodio di 12 totali sulla piattaforma di Netflix, permettono di confrontarsi definitivamente e totalmente con tutte le componenti narrative ed estetiche che avevano già caratterizzato DanDaDan, in primi sette episodi che apparivano intrisi di una logica predominante e globalizzante, in grado di calarsi perfettamente nel contesto del post-moderno dal punto di vista cromatico, tematico e ideologico. Il lavoro di Science SARU, ormai non sorprende più notarlo neanche negli episodi 1×08, 1×09 e 1×10, è ancora una volta impeccabile nel caratterizzare la componente cromatica degli episodi in questione, giocando ancora una volta con le tonalità e con gli accostamenti, che erano stati pensati già nella forma del rosso e del bianco e nero, oltre che nelle loro sfumature. Sfruttando il verde e il giallo per la rappresentazione delle componenti aliene, DanDaDan si arricchisce così di un ennesimo elemento tonale, quasi a voler costruire idealmente uno spartito completo che, nota dopo nota e colore dopo colore, restituisca l’idea di complesso non soltanto nell’emblema della trama e della narrazione, ma anche nell’estetica che potrà emergere nel suo insieme alla fine della stagione.

L’introduzione del personaggio di Aira, del resto, segue queste medesime logiche: abituato a vedere le avventure di due personaggi interagire tra loro, lo spettatore si ritrova gradualmente introiettato in una nuova realtà in cui gradualmente emerge anche un altro volto, il quale segue le logiche di cresta e ventre in maniera impazzita, anticlimatica e caotica: proprio nel caos generale di colori e forme, DanDaDan persegue l’assenza di forma pre-costituita nel trattamento di un personaggio interessantissimo che sembrava essere dapprima solo secondario, poi legato ad una grande storia filler, infine protagonista tanto quanto lo sono Okarun e Momo-Ayase all’interno della serie; del resto, lo stesso conferimento dei poteri dell’Acrobata dai Capelli Setosi permette di creare un terzo grande pilastro che accontenta gli spettatori di ogni genere. È questo, in fondo, il grandissimo pregio di DanDaDan, che con preziosismi formali e innovazioni estetiche – accompagnati ad una narrazione sempre dinamica e mutevole – sa accontentare l’occhio e il gusto di ogni possibile spettatore: da chi si accontenta di solo sesso fino a chi ricerca la complessità e la profondità del racconto, passando per chi segue la moda della becera e grottesca ironia tipica dell’animazione giapponese.

DanDaDan è un vero e proprio gioiello che si dimostra tale anche negli episodi Ho una strana sensazione, Fusione! Serpo, Demone di Dover e Nessie e Hai mai visto una mutilazione del bestiame?, che propongono una serie di interconnessioni e citazioni alla cultura – oltre che al cinema e all’animazione – giapponese: ne è una dimostrazione il jingle con cui si presenta il personaggio di Dover Demon, che rimanda alla canzone della pubblicità degli anni ’80 della bevanda energetica Regain, richiamata anche nei suoi colori rosso e giallo. A sua volta, per i fan dei videogiochi, la bevanda compariva anche accanto a Solid Snake in una delle classiche (e più celebri) pubblicità di Hideo Kojima, in questo caso sfruttando il brand di Metal Gear Solid: una crossmedialità impazzita, costantemente pulsante e mai lineare, che rende DanDaDan in grado di dialogare con la televisione, il cinema e l’immagine documentaristica, come si osserva nel momento in cui viene mostrato un fotogramma della canocchia per dimostrare il fatto che questa non abbia le branchie. E, a proposito di memoria visiva e sensoriale stimolata, il decimo episodio si conclude proprio con una delle immagini più iconiche di sempre nella memoria collettiva: quella della mucca che viene rapita dal raggio alieno (cinema Spielbergiano? Manifesto tipico della rappresentazione dell’Area 51? Destroy All Humans?), questa volta rivalutata in senso non violento o distruttivo alla maniera del Bad Taste di peterjacksoniana memoria, ma con un’accezione positiva che permette di salvare delle vite. In mezzo a tutto ciò, del sangue il cui odore, sapore e colore ricorda il latte (una metafora neanche troppo implicita che rimanda allo sperma, nel clima costante di ambigua sessualità della serie), a voler sublimare il perfetto mondo di citazioni e preziosismi di DanDaDan. Con due sole puntate attese per chiudere la prima stagione dell’anime, si può già affermare senza problemi che l’anime non soltanto è il meglio del 2024, ma anche uno dei prodotti più importanti – nel suo genere – degli ultimi anni.

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