Articolo pubblicato il 11 Dicembre 2024 da Bruno Santini
A seguito del grandissimo successo di Dune: Parte 2, uno degli incassi cinematografici più importanti del 2024, e dell’arrivo della nuova miniserie di Dune: Prophecy, c’è grandissima attesa per quanto riguarda l’arrivo al cinema di Messia di Dune, il terzo film della trilogia diretto da Denis Villeneuve, nonché lavoro cinematografico in grado di adattare sul grande schermo il secondo film della saga letteraria di Frank Herbert. Il film, in arrivo al cinema nel 2026, vedrà Anya Taylor-Joy nei panni di Alia Atreides, con l’attrice che ha confermato la sua presenza nel film e l’attesa di confrontarsi con una materia così tanto complessa, e non solo: quali sono tutti i dettagli attesi dal film? Di seguito, si indica tutto ciò che vedremo (o che potremmo vedere) nel terzo film di Denis Villeneuve.
Tutto ciò che accadrà in Messia di Dune di Denis Villeneuve
Tentare di comprendere cos’è che vedremo Messia di Dune di Denis Villeneuve non può che avvenire sottolineando quelli che sono gli eventi fondamentali che accadono all’interno del libro scritto da Frank Herbert, considerando pur sempre che non è detto che il regista canadese decida – effettivamente – di servirsi di tutti i dettagli più importanti all’interno del libro. In Dune – Parte 2, in effetti, erano tanti i dettagli che erano stati sacrificati da parte del regista: erano stati eliminati i Mentat, così come si era fatto a meno della crescita di Alia Atreides, che viene presentata soltanto in cameo attraverso la figura di Anya Taylor-Joy, che parla a Paul attraverso la sua connessione genetica con il primogenito di Lady Jessica. Naturalmente, i dettagli che seguono costituiscono uno spoiler della natura narrativa del film, dunque, per chi non vuole scoprire che cosa avverrà nel terzo film della trilogia, si invita a non procedere con la lettura.
La vittoria della Jihad da parte dei Fremen
Il secondo film di Denis Villeneuve si conclude non soltanto con la conquista dell’Impero da parte di Paul Atreides, che chiede Irulan in sposa, ma anche con l’inizio della tanto invocata Jihad, che permetterà ai Fremen di conquistare la loro libertà in nome di quanto previsto dallo Kwisatz Haderach. La Jihad, negli eventi di Messia di Dune, viene effettivamente conclusa all’inizio del secondo libro, a qualche anno di distanza dalla fine del primo libro, e gli effetti sono disastrosi: in tutto l’Universo, sono registrati circa 60 miliardi di morti, ma Paul Atreides è convinto del fatto che questo sia comunque il futuro migliore possibile per il popolo Fremen e per tutto l’Universo, servendosi anche delle indicazioni che gli sono offerte dalla prescienza.
Nel film ci saranno Danzatori del Volto, Ghola e Bene Tleilax
Tra i tanti effetti positivi di Dune: Prophecy, che ha permesso sicuramente di risvegliare l’interesse degli spettatori rispetto alla complessa materia letteraria portata sullo schermo da Denis Villeneuve, c’è anche quello di aver anticipato alcuni temi che saranno mostrati presumibilmente nel terzo film del regista canadese, così da non confrontarsi con una serie di aspetti del tutto nuovi, almeno esteticamente parlando. Tra questi, si citano sicuramente Danzatori del Volto e Ghola, creature introdotte da Frank Herbert nel suo Universo a partire dal secondo libro. I primi sono geneticamente modificati, al punto da essere in grado di assumere le sembianze di qualsiasi persona o creatura, di fatto servendo come strumenti di potere importantissimi; quanto ai Ghola, essi sono degli esseri defunti che vengono modificati con delle cellule che permettono di creare dei sosia, a cui vengono impiantati dei frammenti di coscienza tali da eseguire un qualsiasi scopo previsto, in genere uccidere.
Sia Danzatori del Volto che Ghola sono strettamente legati al Bene Tleilax, un Ordine senza scrupoli che partecipa ad una cospirazione per uccidere Paul Atreides, accanto a Bene Gesserit (che avevano manipolato il programma genetico per giungere al giovane interpretato da Timothée Chalamet, ma che poi ne perdono il controllo), Scytale e Irulan. In origine, il Bene Tleilax era opposto al culto delle Bene Gesserit ma, per sconfiggere Paul Atreides, essi si alleano: lo stesso Scytale, uno dei più celebri Danzatori del Volto, dovrebbe essere presente nel film.
Il ritorno di Jason Momoa nei panni di Duncan Idaho
A proposito di Ghola, nel film Messia di Dune si assiste al ritorno ufficiale di Jason Momoa nei panni di Duncan Idaho. Difficile immaginare che questo dettaglio non sia previsto nel lavoro di Denis Villeneuve, dal momento che costituisce non soltanto il motore fondamentale del secondo film, ma anche dei successivi (eventuali) capitoli della saga, soprattutto nel contesto de I figli di Dune e del rapporto con Alia Atreides. Il Bene Tleilax crea un Ghola di Duncan Idaho, con il nome di Hayt, che di fatto riporterà Jason Momoa all’interno del cast del film: il Ghola viene creato per tentare di destabilizzare l’Imperatore, attraverso la figura di quello che era stato il suo maestro d’armi; in realtà, la rettitudine morale di Duncan, benché sia programmato per uccidere Paul, lo porterà a superare i limiti imposti dal Bene Tleilax. Tra i tanti poteri del nuovo Duncan/Hayt ci sono anche quelli del Mentat, che di fatto potrebbe tornare (come concetto e non attraverso la figura di Thufir Hawat) nel film.
La crescita di Alia e il suo ruolo nell’Impero
Come già spiegato, il ruolo di Anya Taylor-Joy in cameo in Dune: Parte 2 non è fine a se stesso, ma legato al futuro sviluppo del personaggio che – paradossalmente – non è ancora del tutto protagonista in Messia di Dune ma che potrebbe diventarlo nei futuri capitoli della saga, qualora dovessero essere portati sul grande schermo. Già in Messia di Dune, però, si assiste ad una crescita importantissima del personaggio, soprattutto per quanto riguarda il suo ruolo nell’Impero: Alia è una validissima combattente, come dimostrato dal suo programma di addestramento, ed è anche l’effettiva erede-reggente dell’Impero, soprattutto in virtù del finale del film. Allo stesso tempo, incarna il concetto di Abominio per le Bene Gesserit, poiché ha avuto accesso all’intero corredo genetico e alle memorie delle sue antenate come una Reverenda Madre, pur non essendolo, avendo assunto ella stessa il veleno di Shai-Hulud contemporaneamente a Lady Jessica, nel suo processo di Agonia presso i Fremen.
La morte di Chani
Uno degli elementi sicuramente più traumatici, in Messia di Dune, è legato alla morte di Chani, un avvenimento necessario per la via per il Sentiero Dorato, il futuro migliore possibile per la storia di Dune. Il personaggio è interpretato da Zendaya e, a meno di clamorosi stravolgimenti (che potrebbero anche essere possibili considerando il finale di Dune: Parte 2), anche nel film è oggetto di un’opera di sabotaggio di Irulan, che tenta – sotto consiglio delle Bene Gesserit – di rendere la donna sterile attraverso un particolare rimedio contro la fertilità che le somministra insieme al cibo. La mancata nascita dei figli di Chani porta Paul a cercare un accordo con Gahius Helen Mohiam, basato sull’accoppiamento artificiale che avrebbe permesso alle Bene Gesserit di “avere” un figlio da Paul Atreides servendosi delle sue cellule; ciò, però, sarebbe proibito dall’opposizione del credo alle macchine rispetto ai principi del Jihad Butleriano. Quando Chani finalmente riuscirà a dare alla luce Leto e Ghanima, i figli di Dune, morirà di parto: questa notizia deve risvegliare l’istinto omicida di Duncan/Hayt che,a tale notizia, sarebbe programmato per uccidere Paul; tuttavia, come previsto dallo stesso Kwisatz Haderach, ciò non avviene a causa di una ribellione morale dello stesso Duncan.
Il tradimento di Korba e la cecità di Paul
Il piano della cospirazione contro Paul Atreides è possibile tramite la collaborazione con un sacerdote della chiesa di Paul Atreides, Korba, che porta all’effettiva realizzazione del piano; anche in questo caso, Paul sa perfettamente quali siano le mosse compiute dai cospiratori e ne ha la prescienza, ma accetta comunque il suo destino comprendendo che si tratti della via migliore possibile per i Fremen. In virtù di un bruciapietre, la cui esplosione porta a perdere la vista a tutti coloro che si trovano nel raggio di qualche chilometro, Paul diventa cieco così come tanti altri Fremen: un’antica tradizione del popolo vorrebbe che i Fremen che non possiedono la vista siano abbandonati al deserto ma Paul vieta che ciò accada per il suo popolo, concedendo la possibilità di installare degli occhi artificiali per chi lo richieda. Dal suo canto, invece, non ha bisogno di vedere poiché ha la piena conoscenza di tutto ciò che lo circonda grazie alle visioni oracolari da cui è perseguitato.
Lo scontro tra Paul Atreides e Scytale
Sicuramente il momento più bello di tutto il libro, sulla falsa riga di ciò che si osserva anche in Dune: Parte 2 con lo scontro tra Paul Atreides e Feyd-Rautha Harkonnen, è rappresentato dallo scontro tra il protagonista di Messia di Dune e Scytale, il Danzatore del Volto che gli si oppone al termine del lungometraggio. Per comprendere il motivo di tanta epicità bisogna considerare che Paul, giunto al culmine del tempo, smarrisce le visioni oracolari e viene totalmente abbandonato dalla vista: Scytale, sfruttando la sua debolezza, gli promette il ritorno in vita di Chani sotto forma di Ghola con piena personalità e coscienza della donna, cosa che lo stesso Duncan Idaho in quanto Mentat e Ghola conferma. In cambio, Paul dovrebbe abdicare da Imperatore riuscendo così a permettere alla cospirazione di riuscire nel suo piano: tuttavia, proprio in quel momento Paul viene colto da una visione non sua, bensì di suo figlio Leto, a cui è connesso per mezzo del corredo genetico e della prescienza del figlio, attraverso i cui occhi può vedere Scytale, che uccide con un coltello. Alla fine del film, Paul Atreides si lascerà andare nel deserto come tradizione dei Fremen vuole, affidando l’Impero ad Alia fino alla maggiore età dei suoi figli.