Articolo pubblicato il 3 Dicembre 2024 da Andrea Boggione
Tra le varie manifestazioni cinematografiche nazionali c’è un festival considerato più di nicchia che più di una volta, però, ha promosso qualche titolo che si è rivelato solo successivamente un prodotto di punta, ma che spesso ha tra i suoi titoli in concorso tanti autori esordienti: si tratta del Torino Film Festival, nato nel 1982 e che si svolge negli ultimi giorni del mese di novembre nel capoluogo piemontese.
I migliori film del 42° Torino Film Festival
Il TFF, come sottolineato in precedenza, si concentra spesso su quel cinema più indipendente, selezionando titoli che faticano a trovare spazio nelle sale. Di seguito una breve classifiche dei migliori titoli in Concorso della 42° edizione del Torino Film Festival, con una piccola e conclusiva menzione speciale per uno dei titoli Fuori Concorso.
5) “Madame Ida” di Jacob Møller (Danimarca)
In un mix di opere prime e secondo presentante al Festival uno dei titoli migliori è senza dubbio il danese “Madame Ida” di Jacob Møller, film ambientato all’inizio degli anni ’50 e che racconta la storia di tre donne di tre generazioni differenti che finiscono per confrontarsi. Protagonista è una gravidanza indesiderata che provoca una serie di eventi e di conseguenze, composta da differenti emozioni quali l’amore, la solitudine, il dolore e la rinascita. Un percorso che affrontano Cecilia, Ida e Alma, interpretate rispettivamente da Christine Albeck Børge, Flora Ofelia Hofmann Lindahl e Karen-Lise Mynster, fresche vincitrice ex-aequo del premio per le migliori attrici al 42 TFF.
4) “Kasa Branca” di Luciano Vidigal (Brasile)
Un altro titolo tra quelli in concorso molto interessante e tra i più travolgenti della 42° edizione è “Kasa Branca” di Luciano Vidigal, un film brasiliano che mostra l’umanità di un territorio grazie ed attraverso la storia dell’adolescente Dé, sua nonna Almerinda e dei suoi due amici Adrianin e Martins. L’anziana donna è oramai entrata nella fase terminale della sua malattia, per questo motivo i ragazzi decidono di vivere appieno gli ultimi giorni di vita accanto a lei. Si crea quindi una sorta di nuova famiglia per via dell’unione ed il legame tra i vari personaggi, dando vita ad una storia ricca di amore, condivisione e speranza.
3) “Nina” di Andrea Jaurrieta (Spagna)
Tra i vari film presentati ecco un’altra opera entusiasmante: “Nina”, un revenge movie spagnolo diretto da Andrea Jaurrieta. Il regista nativo di Pamplona, Spagna, racconta una storia di abusi tentando di riflettere su quale sia il limite del consenso in un certo tipo di rapporto sentimentale. Una storia che vive confrontandosi con la realtà politica e sociale portando alla luce quelle barriere culturali presenti ancora oggi nel mondo contemporaneo, grazie ad un film che mescola dramma e thriller con un gioco di montaggio che cattura lo sguardo dello spettatore.
2) “Holy Rosita” di Wannes Destoop (Belgio)
Il titolo che, invece, si è aggiudicato il premio come miglior film della 42° edizione del Torino Film Festival è “Holy Rosita” dell’esordiente Wannes Destoop. L’autore racconta la storia di Rosita una donna in lotta per la sua tanto sognata gravidanza e futuro bambino da crescere nel migliore dei modi. Un percorso, però, ricco di insidie e pericoli, ma altrettanto ricco di amore, speranza e soprattutto perseveranza. Il lungometraggio belga si è aggiudicato il premio anche perché resta uno dei migliori tra quelli presentati in concorso che mantiene un certo tipo di forza narrativa e visiva dall’inizio alla fine, grazie anche ad una splendida protagonista.
1) “Ponyboi” di Esteban Arango (Stati Uniti)
Infine, il film che più ha colpito nel segno è “Ponyboi” di Esteban Arango, un lungometraggio che si è aggiudicato il premio per il miglior interprete, River Gallo, il protagonista di questa storia che porta sullo schermo degli emarginati, dando luce alla comunità intersex attraverso una storia stratificata che affronta diverse tematiche: dalla contrapposizione genitori – figli, lo sfruttamento, ma anche la crescita, la sofferenza e quella libertà che il personaggio interpretato da Gallo esprime fin dal suo primo ingresso in scena. Un film che colpisce il cuore, emoziona e che dimostra quanto il passato non sia qualcosa da cui scappare, ma da affrontare per crescere e realizzare il proprio cammino.
Mentre tra i titoli selezionati tra i Fuori Concorso merita una menzione speciale:
1) “My Dead Friend Zoe” di Kyle Hausmann-Stokes (Stati Uniti)
Tra i titoli selezionati nella categoria dei Fuori Concorso “My Dead Friend Zoe” resta uno dei migliori, Kyle Hausmann-Stokes al suo debutto dietro la macchina da presa confeziona un film su una donna ed ex-soldato che affronta i postumi del suo lavoro sul campo. Partendo solo da un cortometraggio, il regista è riuscito nell’impresa di raggruppare un cast di grandi nomi capitanato dalla coppia Ed Harris – Morgan Freeman, senza dimenticare Natalie Morales e la protagonista Sonewua Martin-Green. La pellicola ripercorre in parte il percorso formativo dell’autore, anch’esso un veterano che ha dovuto affrontare un periodo di stress post-traumatico. Una storia da cui traspare il suo vissuto ed il suo amore per il Paese, forse troppo, ma dando vita ad un film che può e riesce a lavorare su più strati.