Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 27 novembre 2024, col titolo originale Moana 2, così come per quelle italiane; il sessantatreesimo classico Disney vede il ritorno di Vaiana, pronta per partire alla volta di una nuova navigazione, accompagnata anche stavolta dal semidio Maui. Auli’i Cravalho e Dwayne Johnson tornano a dare la voce ai rispettivi personaggi, mentre alla regia sono stati ingaggiati: Jason Hand, Dana Ledoux Miller e David G. Derrick Jr. Ma qual è il risultato di Oceania 2? Di seguito la trama ufficiale e la recensione del film d’animazione.
La trama di Oceania 2, il nuovo classico Disney
La pellicola in questione è il quarto sequel canonico della storia dei classici Disney, in precedenza era successo ai seguenti titoli: Bianca e Bernie – Nella terra dei canguri (1990); Ralph spacca internet (2018) e Frozen II – Il segreto di Arendelle (2019). Ma di cosa parla Oceania 2? Di seguito la trama ufficiale del film d’animazione diretto da Jason Hand, Dana Ledoux Miller e David G. Derrick Jr.
“Dopo tre anni, Vaiana e Maui ripartono insieme con un nuovo e improbabile equipaggio per affrontare un’ardua ed entusiasmante avventura, diversa da qualsiasi altra abbiano mai affrontato. Dopo aver ricevuto una chiamata del tutto inaspettata da parte dei suoi antenati esploratori, Vaiana si mette in viaggio nei mari lontani dell’Oceania, tra acque piene di pericoli e perdute da tempo.”
La recensione di Oceania 2, con la voce di Dwayne “The Rock” Johnson
2022: il classico Disney di quell’annata fu Strange World, un’ecatombe finanziaria dovuta anche all’auto sabotaggio che la stessa azienda ha esercitato sul proprio prodotto, riducendo la campagna pubblicitaria a meno del minimo sindacale, totalizzando a fine corsa al botteghino la misera cifra di 73.621.640 $. 2023, anno del centenario: economicamente tra i più disastrosi per Walt Disney Studios, per tutti i suoi franchise. Il classico dell’anno, Wish, non ha fatto eccezione, superando a malapena i 254.997.360. $, incasso lordo capace solamente di raggiungere il budget speso per la produzione.
Premessa doverosa, grazie ai dati prelevati dal sito Box Office Mojo, per riflettere sulla vera ed unica ragion d’esistere di Oceania 2, progetto inseritosi all’improvviso per far fronte ad urgenze di bilancio che attanagliano l’industria hollywoodiana del post-pandemia. Frettolosamente è stato calendarizzato nonostante i lavori non siano stati completati: in primo luogo nella sceneggiatura, palesemente in via di sviluppo e in alcune parti ancora da cominciare; in secondo luogo, dal punto di vista narrativo e della caratterizzazione dei personaggi. Lascia perplessi, innanzitutto, l’eccessiva pretestuosità del meccanismo: non ci si preoccupa di dare la necessaria spiegazione del perché debbano succedere determinate cose, o debbano essere commesse determinate azioni.
Vengono messe sul piatto questioni vitali da risolvere, senza minimamente dare un senso alle possibili catastrofiche conseguenze qualora la missione principale non venisse portata a compimento. Le opportunità e gli spunti per elaborare riflessioni mature, sviluppi stimolanti e scelte coraggiose, sulla carta ci sarebbero tutti. Tuttavia, non si evince alcuna intenzione di sfruttarli. La ricerca di altri popoli avrebbe potuto generare uno scontro dialettico-politico tra la popolazione di Motunui, mettendo in scena una divisione ideologica, che nel primo film avviene, rispecchiando la realtà contemporanea mondiale. Per di più, il finale depotenzia il valore del sacrificio, giocando furbescamente coi falsi colpi di scena.
Si mette da parte qualsiasi possibilità di osare, si vive dunque all’insegna dell’appiattimento, proteggendosi all’interno della corazza della linearità più basilare e scontata, poiché regna la paura di scontentare. Con ciò, l’opportunità di sorprendere viene vista come un pericoloso effetto boomerang. A farne le spese sono soprattutto i personaggi: le nuove proposte restano nella memoria per la loro debolezza e la loro piattezza caratteriale, uno schema ripetitivo, utile solamente a mantenere il tono perennemente sopra le righe, senza però fornire alcun interesse nei loro confronti. Matangi, ad esempio, è un epic fail clamoroso: una gigante premessa che in pochi minuti si sgonfia come un pallone bucato, messo lì come pretesto per mettere in scena l’ennesima canzone.
Quest’ultime, infatti, hanno il compito di riempire gli spazi, in modo da raggiungere la durata standard richiesta. Lo stesso Maui dimostra di aver poco da dire, non c’è molto altro rispetto ai ripetuti siparietti comici di cui è protagonista, e la sua interazione coi tatuaggi, carta vincente dell’umorismo del precedente lungometraggio, perde l’effetto novità, ma ancor peggio, nessuno si è sforzato di partorire nuove idee per darle nuova linfa, palesando di fatto l’assenza di creatività.
Va ricordato infine, che inizialmente si stava lavorando ad una serie tv originale per la piattaforma digitale Disney+ e se dal punto di vista di scrittura lo si è notato senza troppa difficoltà, il lato tecnico-visivo riesce a farlo dimenticare: esteticamente riesce a garantire un’esperienza spettacolare, grazie alla presenza di numerose sequenze d’azione mozzafiato, ricche di dinamismo. Ma è un bel trucco per gettare fumo negli occhi, in modo da nascondere la pochezza dei contenuti. Utilizzando una metafora appropriata al contesto, Oceania 2 naviga a vista, senza una rotta. Una proposta commerciale senza progettualità, caratterizzata dall’approssimazione e dal pensiero del breve termine. Va constatato con grande rammarico che in questo periodo è in “ottima” compagnia.