Su Netflix prosegue la tradizione natalizia con un nuovo film distribuito a partire dal 20 novembre 2024, The Merry Gentlemen, con la regia di Peter Sullivan e le interpretazioni nel cast di Britt Robertson, Chad Michael Murray e tanti altri; il lungometraggio in questione, che si inserisce tra i tanti contributi della piattaforma di streaming a proposito del Xmas Time, propone una classica storia da rom-com, arricchita da espedienti allusivi: ma con quali risultati? Per comprenderlo, si offre di seguito la recensione di The Merry Gentlemen.
La trama di The Merry Gentlemen: di che cosa parla il nuovo film di Natale su Netflix?
Al fine di procedere con la recensione di The Merry Gentlemen, è importante sottolineare innanzitutto di che cosa parla il nuovo film di Natale su Netflix. La trama del film è la seguente: “Per salvare il locale notturno di famiglia, un’ex ballerina di Broadway organizza un piccante varietà natalizio al maschile.”
La recensione di The Merry Gentlemen
Si definisce circonvenzione di incapace quel delitto commesso da chiunque abusa dello stato di infermità o della deficienza psichica di una persona, non necessariamente interdetta o inabilitata, o dei bisogni, delle passioni e dell’inesperienza di un minore. Netflix, che ha contribuito all’inasprimento di quelle regole cinematografiche e televisive che mettono alle strette registi e produttori, sempre più negli ultimi anni, è sede anche della proposta natalizia del 2024. Tanti sono i film che sono stati introdotti, settimanalmente, sul servizio, da Appuntamento a Natale a Hot Frosty – Una magia di Natale, fino a The Merry Gentlemen, con il risultato di riportare le rom-com sullo schermo, pur aggiungendo di volta in volta un qualche elemento legato all’ironia o al senso della scena. Quello che si osserva nel film di Peter Sullivan è, con molta probabilità, un contributo di depersonalizzazione dello spettatore, un principio di lobotomia che accompagna chi guarda per 88 minuti sul grande schermo; uno schermo da smartphone, da visione fugace, da persona che nel mentre ha qualcos’altro da fare o che, semplicemente, vuole subire passivamente un’ora e mezza della propria vita concedendosi il più classico dei guilty pleasure.
Netflix è padrona, in questo tentativo di subentrare nel meccanismo della passività di chi guarda, di un percorso che con il cinema e con la televisione non ha alcun elemento di continuità: forte degli slogan di Netflix & Chill e di locandine che associano il servizio di streaming alla tisana o alla cioccolata calda, la piattaforma si fa contenitore di prodotti che non hanno alcun valore e che non richiedono nulla, allo spettatore, se non di condividere uno stesso percorso de-pensante. C’è davvero poco da dire, allora, a proposito di un film come The Merry Gentlemen, che si concede il più blando dei meccanismi di banalizzazione: camicie a quadri e caschetto per rappresentare un falegname, tanti sorrisi da volume d’inglese o da pubblicità di dentifricio, corpi nudi con pettorali perfettamente scolpiti e gonfi al punto giusto e, soprattutto, la più classica e ridondanti delle situazioni possibili. Fin dall’inizio del film, con l’introduzione del problema che porta la protagonista ad allontanarsi dalla sua situazione felice, si colgono tutti i meccanismi tipici di un film che ha veramente poco bisogno di impegnarsi: si aggiunge il bell’uomo, la situazione di difficoltà finanziaria dei genitori, una serie di balli e quell’insieme di luci, lustrini, nastri natalizi che costituiscono il contorno fondamentale del film. Se parlassimo soltanto di narrazione, però, si potrebbe anche sorvolare su un film che – del resto – segue i meccanismi tradizionali della commedia romantica, ma è incredibile notare con quanta sciatteria si possa lavorare su qualsiasi altro aspetto complessivo di un film che non tenta neanche di nascondere (per dirne una) il suo essere stato realizzato in un periodo diverso da quello invernale.
Il tutto, allora, si risolve tra musiche di dubbio gusto e tanti, assurdi, balli in cui mostrare pettorali e addominali fino a conquistare lo spettatore con allusioni perverse, che anche con il sesso hanno veramente pochi legami. Il risultato è semplice, tra amori che non sono neanche davvero amori (e neanche la situazione sentimentale si è in grado di costruire in maniera decente) e volti esultanti che esaltano al minimo movimento di bacino. Siamo tutti incapaci, per Netflix, di comprendere che anche la più blanda delle storie d’amore (e non solo: quale persona apprezzerebbe di vedere lo stesso uomo che si spoglia allo stesso modo per 15 sere di fila?) e la più semplice delle dinamiche di vita richiede una minima profondità che film di questo genere non mostrano: non basta dirsi di essere volti amici, non basta stringere e maneggiare una collana, non basta di certo incontrare un uomo per caso e credere immediatamente che tutto serva per cambiare la propria intera vita dal nulla, e senza alcun ripensamento, non avendo percezione del futuro. Esistere è un qualcosa di molto più complesso di ciò che film come The Merry Gentlemen, che ormai rinunciano anche alla più blanda delle costruzioni narrative, si illudono di voler mostrare e rifugiarsi anche nell’idea secondo cui bisognerebbe soltanto spegnere il cervello è un errore: poiché spegnere il cervello vuol dire diventare incapaci, e Netflix si macchierebbe del delitto di circonvenzione.