La recensione di La Coda del Diavolo, lungometraggio diretto da Domenico De Feudis e con protagonista Luca Argentero – qui nei panni di una guardia carceraria accusata ingiustamente dell’omicidio di un detenuto – tratto dall’omonimo romanzo di Maurizio Maggi. Disponibile dal 25 novembre su Sky ed in streaming su Sky Go e NOW, il film è un B-movie a tutti gli effetti, un genere di opera che l’Italia conosce bene e di cui è stata per anni tra le maggiori realizzatrici. Il film è stato scritto da Nicola Ravera e Gabriele Scarfone ed è stato prodotto da Andrea Paris e Matteo Rovere, con una collaborazione tra Groenlandia, Vision Distribution e la già citata Sky. A seguire, trama e recensione di La Coda del Diavolo.
La trama di La Coda del Diavolo, film Sky con Luca Argentero
Prima di passare all’analisi e recensione del lungometraggio, è bene spendere due parole sulla trama di La Coda del Diavolo, film originale di Sky diretto da Domenico De Feudis e con protagonista Luca Argentero. Il film vede come protagonista Sante Moras, un ex poliziotto divenuto guardia carceraria, che viene accusato dell’omicidio di un detenuto che non ha però commesso. Egli sarà così costretto a darsi alla fuga e inizia a indagare clandestinamente per conto suo, ricercando della verità. Aiutato dalla giornalista Fabiana Lai, una terribile verità viene a galla: nella vicenda è coinvolta un’organizzazione criminale, responsabile di traffico di esseri umani. In questo modo, Sante non dovrà salvare solamente se stesso, ma anche molte ragazze innocenti.
La recensione di La Coda del Diavolo, diretto da Domenico De Feudis
Nel marasma generale della produzione cinematografica italiana, una fetta delle opere che vengono realizzate sembra stia attingendo sempre più da quel cinema di serie B – i cosiddetti B-movies – che, soprattutto negli anni ’60 e ’70, ci ha visti tra i massimi esponenti a livello mondiale. Dopo il grande successo dello scorso anno di una pellicola come L’ultima Notte di Amore – diretto da Andrea De Stefano e con protagonisti Pierfrancesco Favino e Linda Caridi – che attingeva a piene mani soprattutto dal primo Dario Argento, sia come atmosfere che come musiche, arriva adesso La Coda del Diavolo.
Disponibile su Sky dal 25 novembre, La Coda del Diavolo è diretto da Domenico De Feudis e vede come protagonista assoluto Luca Argentero nei panni di una guardia carceraria che viene ingiustamente incolpata della morte di un detenuto e che lo porterà a darsi alla fuga. Aiutato da una giornalista, i due finiranno per smascherare il vero colpevole, in un thriller che regala alcune sequenze davvero pregevoli che riescono, grazie all’inventiva, a sopperire ad un budget contenuto, ovvero la base di ogni B-movie. Peccato però che queste sequenze si possano contare sulle dita di una mano e che l’azzeccata atmosfera scompaia dietro ad una trama davvero debole, già vista decine e decine di volte e ad un citazionismo che inizia davvero a stancare (la prima stagione di True Detective ha ormai 10 anni e, per quanto influente, si dovrebbe essere in grado di voltare pagina).
Purtroppo non aiutano neanche le interpretazioni, con un Luca Argentero totalmente fuori parte e che non riesce a dare al personaggio di Sante Moras abbastanza sfumature da renderlo originale, mentre i comprimari fanno il loro, con il risultato finale di una pellicola piatta e sempre uguale quando invece, in un’opera del genere, i colpi di scena ed i cambi di ritmo dovrebbero essere alla base. E per quanto il finale del film abbia lasciato interdetti molti spettatori – la spiegazione potete trovarla qui – va detto che, con un po’ di attenzione, dopo aver visto il primo atto del film si è già in grado di comprendere come andrà a finire ed ogni sua sfaccettatura con il titolo che, una volta aver capito a cosa fa riferimento, appare anche un po’ ridicolo e volto più che altro ad attrarre spettatori. La Coda del Diavolo resta un discreto film da vedere a casa, comodi sul proprio divano, ma non può ambire a nient’altro, finendo così, inevitabilmente, nel dimenticatoio.