La quinta puntata di Dragon Ball Daima è stata fondamentale per capire con chiarezza le popolazioni del Regno Demoniaco, mostrando civiltà divise tra di loro per contrastare la tirannia di un feroce dittatore. Adesso che Goku e gli altri protagonisti sono stati inseriti, ovviamente, dalla parte dei ribelli, il viaggio è nuovamente ripreso, ma la serie riuscirà a ritornare alla stessa impostazione di prima senza utilizzare scelte narrative già viste? A seguire la recensione del quinto episodio di Dragon Ball Daima, intitolato Fulmini ed attualmente disponibile sulla piattaforma streaming Crunchyroll, per poi essere distribuito su Netflix la settimana successiva.
La trama di Dragon Ball Daima 1×06
Dragon Ball Daima è un anime ambientato dopo le vicende di Dragon Ball Z e prima di quelle di Dragon Ball Super. Lo scorso episodio si era concluso con un cliffhanger che sembrava potesse ribaltare ulteriormente le condizioni dei protagonisti, ma in realtà la cosa è stata risolta subito. Infatti la sesta puntata presenta la seguente trama:
“Panzy ammette che il motore della nave si è fermato perché il suo bagaglio ha superato il limite di peso, ma, nonostante l’aereo precipiti immediatamente, la giovane demone non ha alcun problema a farlo partire di nuovo. Nel corso della puntata Kaioshin rivela nuovi dettagli sul suo passato, mentre Grogu aumenta i sospetti attorno a lui. Durante il viaggio, Goku dovrà confrontarsi con un altro avversario per sperimentare i suoi poteri e capire la forza dei suoi nemici.”
La recensione di Dragon Ball Daima 1×06
Stavolta il ritmo della narrazione comincia a farsi sentire maggiormente: i primi minuti dell’episodio, seguito dall’arrivo dei poliziotti, si dimostra particolarmente inutile. Infatti la polizia militare non aumenta la tensione e le difficoltà dei personaggi, così come la precipitazione dell’aereo che viene risolta subito. Di conseguenza si ha l’impressione che gli sceneggiatori abbiano cercato di allungare il brodo per guadagnare una puntata in più. Fortunatamente la narrazione si riprende quando viene approfondita la figura del Kaioshin ed il rapporto con suo fratello: particolarmente affascinante risulta essere la rivelazione della razza aliena a cui appartiene il piccolo Dio, non solo perché è esteticamente splendida e dimostra quanta creatività Akira Toriyama avesse ancora da dare, ma perché approfondisce l’universo di Dragon Ball senza ripetere soluzioni già viste nelle saghe precedenti (compresa Dragon Ball GT che non è canonica).
Finalmente viene svelato un dettaglio inquietante della figura di Glorio, il quale getta nuove ombre sul personaggio e, allo stesso tempo, lo rende più affascinante nella sua caratterizzazione da mercenario egoista, anche se, conoscendo i risvolti delle precedenti storie di Dragon Ball, è facile aspettarsi una sua redenzione alla fine di questo arco narrativo. Da lodare l’arrivo di un mostro, che riconferma la passione del compianto autore nel mischiare la fantasia della tradizione giapponese con quella di culture antiche, come in questo caso la mitologia greca. Inoltre la presenza del mostro è deliziosa nel modo in cui l’episodio gioca con le apparenze, trasformando in una spalla comica un personaggio minaccioso con gag esilaranti. Inoltre il combattimento che vede, ancora una volta, Goku al centro della situazione, offre uno spettacolo incredibile nonostante la prevedibilità dello scontro, la quale chiarisce definitivamente la potenza di alcuni personaggi e continuano a dare un grande carisma all’iconico saiyan.
Il sesto episodio di Dragon Ball Daima non è all’altezza di altre puntate rilasciate in precedenza a causa di un ritmo appesantito da scene che potevano essere tagliate, in quanto non accrescono tensione o approfondimento nei personaggi. Inoltre bisogna creare elementi che aumentino la difficoltà, dal momento che per ora Goku risulta essere troppo potente. Fortunatamente i successivi risvolti narrativi riescono ad intrattenere sia per il carisma dei personaggi che soprattutto per quelle che sono, ancora una volta, animazioni superbe. Anche se un’altra puntata di transizione può sembrare troppo, la serie si dimostra nuovamente piacevole e ci si aspetta soluzioni migliori dalle successive puntate.