La recensione di Conto alla Rovescia: Paul vs Tyson, docuserie diretta da Jackie Decker e Tim Mullen sulla preparazione di Jake Paul e Mike Tyson all’incontro di boxe che li vedrà protagonisti il prossimo 15 novembre. Disponibile su Netflix dal 7 novembre, l’opera è formata da tre episodi e racconta cosa ha portato i due boxer a volersi affrontare, considerando soprattutto il passato da youtuber di Paul e l’età di Tyson. A seguire, trama e recensione di Conto alla Rovescia.
La trama di Conto alla Rovescia, la docuserie sul match tra Jake Paul e Mike Tyson
Prima di passare all’analisi e recensione della docuserie, segue – per quanto esigua – la trama resa disponibile da Netflix di Conto alla Rovescia, ovvero il racconto di come Jake Paul e Mike Tyson si sono e si stanno tutt’ora preparando all’incontro di boxe che li vedrà faccia a faccia il prossimo 15 novembre:
“Prima del tanto anticipato scontro sul ring, Paul e Tyson riflettono sul percorso reciproco nella boxe e parlano in modo schietto di cosa c’è in ballo”.
La recensione di Conto alla Rovescia, diretto da Jackie Decker e Tim Mullen
Nella notte italiana tra il 15 e 16 novembre si terrà quello che molti definiscono come uno dei più grandi incontri di boxe di sempre, quello tra Jake Paul e Mike Tyson e che verrà trasmesso in streaming su Netflix. La stessa piattaforma ha rilasciato il 7 novembre Conto alla Rovescia: Paul vs Tyson, una docuserie nata con l’intento di raccontare la preparazione dei due atleti per l’imminente incontro. Un progetto che ha così senso di esistere, ma che lascia estremamente perplessi da un punto di vista produttivo. Ma in che senso?
Conto alla Rovescia è la spettacolarizzazione del nulla, un progetto in pieno stile USA che sì, aiuta certamente la pubblicizzazione dell’incontro, ma non fa altro che creare “hype” intorno ad un evento che è tutto fumo e niente arrosto. Da una parte Jake Paul, fratello di Logan che, dopo una carriera da youtuber, ha deciso di intraprendere la strada della boxe, con risultati discreti e senza il vero appoggio del pubblico. Dall’altra Mike Tyson, definito negli anni come “l’uomo più cattivo del mondo” e considerato il più grande pugile di sempre insieme a Muhammad Alì. Oltre alla carriera, c’è un’altra importante differenza da sottolineare: Paul ha 27 anni, Tyson 58.
Si è parlato di questo match come di uno dei più importanti di sempre, come sfida generazionale, il nuovo contro il vecchio, ma la verità è che si tratta di uno show messo in piedi con l’unico scopo di creare profitto, guadagnare e Conto alla Rovescia non è altro che uno dei passi che porteranno milioni di persone a seguire la sfida del 15 novembre. Ma c’è davvero qualcosa di male nel voler far soldi? Certo che no, è dall’alba dei tempi che per il cinema (e successivamente per la televisione, senza considerare poi il restante mondo dell’arte) vengono prodotte e distribuite opere di ogni genere, dalla più di nicchia e con budget zero ai grandi blockbuster da centinaia di milioni, da opere per pochi appassionati ad opere per la massa. Allo stesso tempo, è però impossibile avvicinarsi ad una docuserie come questa con uno spirito critico, in quanto vuota, priva di un’anima. Guardare il dito e non la Luna, ma forse non è altro che lo specchio dei tempi infausti.