La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali dello scorso 5 novembre ha dato molto su cui riflettere da un punto di vista politico, sociale, ma anche culturale. La Casa Bianca, gli intrighi di potere ed i retroscena di un mondo così distante ed allo stesso tempo così vicino, sono sempre stati al centro del pensiero di molti artisti ed autori, del passato come anche contemporanei, con i film che spesso e volentieri sono stati utilizzati per prendere una posizione politica e veicolare un messaggio. Ma quali sono i migliori film su politica ed elezioni americane? A seguire, la classifica in ordine casuale dei 10 migliori lungometraggi.
Civil War – Alex Garland (2024)
Uscito nelle sale italiane lo scorso 18 aprile, Civil War segna il ritorno dietro la macchina da presa di Alex Garland, uno dei registi più interessanti e visionari della sua epoca e già autore di opere come Ex Machina (2015), Annientamento (2018) e Men (2022). La pellicola spaventa per il modo in cui il racconto del suo mondo distopico – in cui una guerra civile ha sconvolto gli Stati Uniti, divisi ormai tra stati ancora fedeli al Presidente ed altri secessionisti, focalizzato sul giornalismo di guerra – non sembri altro che un mockumentary, la storia contemporanea raccontata in tempo reale. Un film di rara potenza e lucidità , che possiamo già considerare un capolavoro.
Le Idi di Marzo – George Clooney (2011)
Quando si pensa a George Clooney si tende a collegarlo immediatamente alla carriera d’attore ed al suo status di sex symbol e star di Hollywood. Nonostante abbia collaborato con autori come i Fratelli Coen e Steven Soderbergh, egli ha però iniziato ormai da anni una fruttuosa carriera da regista, dirigendo opere come Confessioni di una Mente Pericolosa (2002) e Good Night, and Good Luck. (2005). Meno citato, eppure tra i suoi migliori lavori, figura indubbiamente Le Idi di Marzo, film in cui egli interpreta il governatore della Pennsylvania, candidato alle primarie democratiche per la presidenza. Al suo fianco c’è Ryan Gosling nel ruolo di un addetto stampa che lo segue da vicino, così vicino da rendersi conto che non tutto è come sembra. Un film eccezionale, che gioca con la tensione e che sa intrattenere ogni tipo di spettatore, dal cinefilo al casual. Presentata in anteprima alla 68esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la pellicola ottenne una candidatura agli 84esimi Academy Awards nella categoria per l’Oscar alla miglior sceneggiatura non originale.
Fahrenheit 9/11 – Michael Moore (2004)
Uno dei film più chiacchierati degli anni 2000. Fahrenheit 9/11 – che prende il suo nome da Fahrenheit 451, romanzo di Ray Bradbury di cui François Truffaut realizzò la trasposizione cinematografica – parte dalla vittoria di George W. Bush alle presidenziali del 2000, passando per l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, fino alle guerre in Afghanistan ed Iraq. Un’opera che fece discutere enormemente e che Quentin Tarantino, da presidente di giuria, decise di premiare con la Palma d’oro al 57esimo Festival di Cannes. Un atto politico che rivendica la libertà d’espressione e sottolinea, facendo nomi e cognomi, quali sono le personalità che stanno distruggendo – almeno secondo il parere di Michael Moore – gli Stati Uniti.
Bulworth – Il Senatore – Warren Beatty (1998)
Come nel caso di George Clooney, anche Warren Beatty viene principalmente ricordato per la carriera d’attore. Da Elia Kazan a Robert Altman, da Mike Nichols a Barry Levinson, passando per l’enorme successo di Gangster Story di Arthur Penn, egli è a tutti gli effetti uno dei nomi più noti di Hollywood. Negli anni però, anche Warren Beatty si è tolto lo sfizio di mettersi dietro la macchina da presa, con grandi risultati, nonostante abbia diretto solamente 4 film dal 1978 ad oggi. Uno di questi è Bulworth – Il Senatore, in cui egli interpreta il senatore Bulworth, uomo che architetta il suo finto omicidio durante la campagna delle elezioni primarie in California, dove il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton ha sbaragliato la concorrenza.
Nashville – Robert Altman (1975)
Il suo nome viene sempre meno citato, nonostante sia ancora oggi fonte d’ispirazione per tantissimi autori – in primis Paul Thomas Anderson – ma Robert Altman è un gigante della settima arte, uno tra i più grandi registi di sempre. Nashville è indubbiamente uno dei suoi più grandi successi: candidato a 5 premi Oscar ai 48esimi Academy Awards, si portò a casa la sola statuetta per la miglior canzone, “I’m Easy” di Keith Carradine. La pellicola è infatti incentrata sui cinque giorni del festival di country music che si tiene appunto a Nashville. Un cast corale, le cui storie sembrano viaggiare per binari paralleli ma che finiscono invece per intrecciarsi, con la storia principale che si trasforma quasi in sfondo per i comizi e le azioni politiche di Hal Walker, candidato alle elezioni presidenziali del 1976. La caduta del sogno americano per uno dei più grandi film nella storia del cinema statunitense.
Tutti gli Uomini del Presidente – Alan J. Pakula (1976)
A proposito dei più grandi film nella storia del cinema statunitense, Tutti gli Uomini del Presidente non può non far parte di questa enorme lista. Uscito un anno dopo Nashville, il film di Alan J. Pakula ha fatto la storia raccontando la Storia, dato che ripercorre l’inchiesta del Washington Post che portò, nel 1974, allo scandalo di Watergate che condusse l’allora Presidente USA Richard Nixon a dare le dimissioni. Basato sull’omonimo saggio dei giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein – qui interpretati in maniera divina da Robert Redford e Dustin Hoffman – il film ottenne 8 candidature ai 49esimi Academy Awards, portandosi a casa 4 premi Oscar, tra cui quelli per il miglior attore non protagonista grazie alla performance di Jason Robards e quello per la miglior sceneggiatura non originale di William Goldman. Una Pellicola che ha fatto scuola e che ha ispirato, tra gli altri, Steven Spielberg per il film che segue.
The Post – Steven Spielberg (2017)
Sì perché, 41 anni dopo Tutti gli Uomini del Presidente, Steven Spielberg realizza The Post, ovvero un film che oggi potremmo considerare prequel della pellicola di Alan J. Pakula, visto che si conclude con un indizio che darà poi il via allo scoppio dello scandalo di Watergate ed all’Impeachment nei confronti del Presidente Richard Nixon. Candidato a due premi Oscar ai 90esimi Academy Awards, The Post non è solamente un tributo all’enorme film del 1976, ma una pellicola che riprende il passato per riflettere sul presente ed è senza ombra di dubbio uno dei migliori film mai realizzati da un genio come Steven Spielberg.
Sesso & Potere – Barry Levinson (1997)
Certamente più noto ed apprezzato negli Stati Uniti rispetto al resto del mondo, Barry Levinson resta uno degli autori più importanti del cinema americano, autore di opere ricordate ancora oggi come Good Morning, Vietnam (1987), Rain Man (1988) e Sleepers (1996). Nel 1997 realizza Sesso & Potere, una pellicola probabilmente meno ricordata rispetto a quelle citate poc’anzi, ma che merita invece di essere riscoperta data la sua potenza e, soprattutto, attualità . Candidata a due premi Oscar ai 70esimi Academy Awards, l’opera racconta infatti di uno scandalo sessuale che, a due settimane dalle elezioni, compromette la corsa del Presidente in carica, interpretato da Robert De Niro. Si tratta di una commedia satirica sulla manipolazione delle informazioni e sul controllo dei mass media e, di questi tempi, meriterebbe di essere riscoperto ed ascoltato con attenzione.
Il Dottor Stranamore – Ovvero: Come ho Imparato a non Preoccuparmi e ad Amare la Bomba – Stanley Kubrick (1964)
Cosa dire su Il Dottor Stranamore – Ovvero: Come ho Imparato a non Preoccuparmi e ad Amare la Bomba che non sia già stato detto? Per i pochi che non lo abbiano mai visto o, ancor peggio, mai sentito citare, ci limitiamo a dire che si tratta di un capolavoro diretto da Stanley Kubrick nel 1964. Uno dei tanti, verrebbe da dire. Si tratta di una commedia nera folle, con un grandioso Peter Sellers in un triplo ruolo, candidato a 4 premi Oscar ai 37esimi Academy Awards. È vero, non parla direttamente delle elezioni americane, ma in una classifica di questo tipo, un’opera che parla con tale potenza della politica USA non poteva non essere presente. La storia di un imminente attacco nucleare verso l’Unione Sovietica per mano di un generale americano pazzo, con i colleghi che tentano di fermarlo, mette a nudo l’incompetenza di chi sta al comando, di chi ha il potere in questo paese, senza però disdegnare momenti di comicità altissima. Insomma, un caposaldo del cinema mondiale da (ri)scoprire a tutti i costi.
Gli Intrighi del Potere – Nixon – Oliver Stone (1995)
Richard Nixon – interpretato in maniera divina da Anthony Hopkins – torna protagonista delle trame del cinema americano nel 1995, quando Oliver Stone, un regista da sempre impegnato sul fronte politico sia del suo paese che di molteplici realtà estere, dirige Gli Intrighi del Potere (negli USA solamente “Nixon”), candidato a 4 premi Oscar ai 68esimi Academy Awards. Un Biopic di quasi tre ore che assume la forma di un racconto epico e ripercorre la storia dell’ex Presidente degli Stati Uniti attraverso le tre elezioni che lo hanno visto protagonista: quelle perse nel 1960 contro Kennedy e le due vinte nel 1968 e 1972, fino allo scandalo di Watergate ed al caso di Impeachment che porteranno alle sue dimissioni.