Uno dei prodotti seriali più longevi della piattaforma Apple TV+ è senz’ombra di dubbio “Slow Horses”, serie televisiva creata da Will Smith, Morwenna Banks, Jonny Stockwood e Mark Denton, una co-produzione anglo-americana e trasposizione degli omonimi romanzi di Mick Herron, una collana di libri con protagonista il personaggio di Jackson Lamb, interpretato nell’adattamento televisivo da Gary Oldman. Ma si tratta della miglior serie di Apple TV+? Di seguito la trama e la recensione della quarta stagione di “Slow Horses”.
La trama della serie tv “Slow Horses 4”
Questa quarta e nuova stagione dello show televisivo targato Apple TV+ si apre con l’improvvisa esplosione di un’autobomba a Londra e di un tentato omicidio a casa dell’anziano Cartwright (Jonathan Pryce), due eventi apparentemente molto distanti, ma che si rivelano essere collegati tra loro. Un nuovo intricato caso per il “Pantano”, una sottodivisione del famoso MI5 composta da agenti in disgrazia o degradati e che si occupa di quei compiti da risolvere sotto traccia. Una missione che, come anche le precedenti, risulta sempre più complessa e ricca di stravolgimenti, un viaggio nel passato tra false identità e omicidi.
La recensione della quarta stagione di Slow Horses
Proprio come le precedenti anche questa quarta stagione di “Slow Horses”, sotto-titolata “Spook Street”, riprende quello stesso mood travolgente e fuori dagli schemi che caratterizza anche i differenti protagonisti. Il nuovo caso sotto la lente d’ingrandimento riguarda un intricato problema con il passato, la struttura rimane la medesima: uno degli agenti del “Pantano” scompare e di punto in bianco prende piede un’operazione sotto traccia ricca di colpi di scena. Nonostante la pericolosità della situazione, ancora una volta questo gruppo di underdog capitanati da Jackson Lamb (Gary Oldman) finisce per trovarsi al centro dell’attenzione e coinvolta in prima linea con la missione.
A capo del gruppo di agenti reietti c’è un uomo particolare, trasandato e poco socievole, Lamb è un personaggio sopra le righe che non si vergogna di esserlo, spocchioso, ma arguto, respingente, ma allo stesso tempo fedele e vicino ai suoi sottoposti. Gary Oldman, nonostante la sua prima vera prova da protagonista sul piccolo schermo, offre l’ennesima performance superlativa nei panni di un personaggio stravagante quanto determinato, anche se non lo da a vedere. La figura “perfetta” per guidare una squadra di cosiddetti emarginati e persone problematiche, da River a Louisa, rispettivamente da Jack Lowden e Rosalind Eleazar, passando per la Taverner, la vicedirettrice generale dell’MI5, interpretata da Kristin Scott Thomas. Il resto del cast, tra conferma e new entry, è composto da Sophie Okonedo, Hugo Weaving, Saskia Reeves, Christopher Chung, Aimee-Ffion Edwards, Joanna Scanlan, Hugo Weaving e James Callis.
Come successo per tanti altri prodotti Apple TV+, la qualità la fa da padrone offrendo sempre più spesso un risultato soddisfacente. Trattandosi di una trasposizione, il lavoro sulla sceneggiatura è fondamentale, un elemento come al solito non trascurabile e che permette al pubblico di calarsi ancor di più tra le pieghe di un racconto intricato, ma mai inutilmente complesso. La forza di questa serie, fin dalla prima stagione dello show televisivo, è proprio la scrittura, ogni episodio forma quel piccolo tassello che permette il proseguo del racconto. Lo sviluppo è pressoché lineare, anche se in questa stagione l’utilizzo dei flashback risulta molto importante per andare a colmare alcune delle lacune, così da rispondere a delle domande. L’approfondimento di personaggi come River, uno dei veri e proprio protagonisti dell’intera serie, è con lui che si apre il primo episodio della prima stagione, rende il prodotto ancor più interessante.
Il caso stagionale, come anticipato nella sinossi, si apre con l’esplosione di un’ordigno nel centro di Londra, apparentemente un problema isolato, ma che finisce per essere collegato con l’intrusione di uno sconosciuto che si spaccia per River in casa di suo nonno David Cartwright, un ex agente ora in pensione che soffre di alzheimer. Prendono forma due differenti story line che finiscono per unirsi solamente sul finire di questa quarta stagione, un mistero che mescola presente e passato, senza tralasciare qualche colpo di scena che colpisce nel segno cogliendo impreparato lo spettatore. Questo perché, proprio come le precedenti stagioni di “Slow Horses”, la serie è fortemente attuale, tratta argomenti che possono sfortunatamente far parte della quotidianità, tra intrighi di potere, segreti e attentati, un mix perfetto per una spy story in piena regola dallo stampo classico, ma allo stesso tempo innovativa dal punto di vista del ritmo e della qualità tecnico-visiva.
Una spy story dal fascino quasi indescrivibile
La quarta stagione di “Slow Horses” è l’ennesima conferma dell’incredibile grandiosità di una delle migliori serie televisive sfornate dalla piattaforma streaming della Apple. Una spy story dal fascino quasi indescrivibile, grazie ad un cast stellare in splendida forma ed oramai perfettamente amalgamato e capitanato da un superlativo Gary Oldman. Lo show disponibile su Apple TV+ risulta travolgente fin dalla prima puntata della prima stagione, composte tutte da sei episodi ciascuna e quindi maggiormente scorrevoli. Inoltre, come sottolineato in precedenza, ogni singola stagione affronta un caso differente, così da rendere ancor più fruibile il prodotto in maniera diversa dal proprio pubblico.
“Slow Horses” nel suo proseguire dimostra quanto, stagione dopo stagione, possa migliorare ancora, motivo per il quale, dopo il rinnovo per una quinta parte, durante la pubblicazione di questa quarta Apple ha rinnovato lo show addirittura per una sesta stagione. Un progetto che se continua su questa falsariga potrebbe regalare ancora più soddisfazioni confermando non solo la sua forza espressiva e tecnica, ma mostrando ancora una volta la forza di una piattaforma ancora troppo sconosciuta e sottovalutata, non che la stessa Apple aiuti il pubblico a conoscere questi suoi pregevolissimi prodotti. Tornando a “Slow Horses”, ora la curiosità è ancor più grande nell’attesa del prossimo intrigante caso che vedrà protagonista questo incredibile gruppo di underdog, pronti a stupire lo spettatore ancora una volta e salvare per l’ennesima volta il proprio Paese.