Articolo pubblicato il 30 Ottobre 2024 da Bruno Santini
Il diritto di contare è un film del 2016 che ha emozionato sicuramente gli spettatori, soprattutto in virtù della rappresentazione della vita di Katherine Johnson, matematica, fisica e scienziata che ha contribuito ad alcune delle missioni più importanti nella storia della NASA. Il film, però, suggerisce anche un approfondimento molto importante a proposito delle tematiche legate al razzismo e alla segregazione razziale negli Stati Uniti, attingendo a piene mani dalla storia vera di Katherine Johnson. Ma qual è? Di seguito, si indica tutto ciò che c’è da sapere a proposito di chi era Katherine Johnson e della sua storia vera raccontata nel film.
Chi era Katherine Johnson, la donna raccontata nel film Il diritto di contare
Al fine di comprendere quale sia la storia vera di Il diritto di contare, è importante sottolineare innanzitutto chi era Katherine Johnson, la donna che viene raccontata nel lungometraggio. Nata Coleman, Creola Katherine Johnson è stata una matematica, fisica, scienziata e informatica statunitense, nata il 26 agosto del 1918 e morta il 24 febbraio del 2020. Tra i contributi più importanti nella sua carriera spiccano quelli nella generazione dei primi computer elettronici della NASA, con le sue estreme abilità di calcolo che le hanno permesso di ottenere precise informazioni su traiettorie delle orbite, paraboliche, iperboliche, finestre di lancio, manovre di inserzione translunare e tanto altro ancora. Per questo motivo, Katherine Johnson è stata importantissima in alcune delle missioni più importanti nella storia della NASA, quali il primo viaggio nello spazio e le missioni Apollo 11 e Apollo 13.
La storia vera dietro al film Il diritto di contare
A questo punto, si può indicare quale sia la storia vera il film Il diritto di contare. Si parte dall’infanzia e dall’istruzione della donna, che fin da piccola dimostrò di avere delle grandissime abilità che portarono i suoi genitori a incoraggiare gli studi matematici, fin dal contesto liceale. Katherine Johnson fu una vera e propria bambina prodigio, in grado di ottenere il diploma all’età di 14 anni e di iniziare a frequentare l’università a partire dai 16, pur con tutte le difficoltà che furono legate al clima di segregazione razziale negli Stati Uniti. In effetti, la Johnson fu la prima donna a superare, iscrivendosi ad un corso di laurea in matematica dell’Università della Virginia occidentale, le segregazioni imposte sugli afroamericani, per quanto riguarda le iscrizioni all’interno dell’ambiente accademico.
Unica donna parte di un gruppo ristrettissimo di studenti afroamericani, la Johnson fu selezionata per integrare la scuola di specializzazione. Per quanto riguarda la sua carriera, al di là di quanto precedentemente offerto in termini di risultati ottenuti con la NASA, Katherine Johnson fu anche in prima linea per superare parte di quei limiti che erano imposti dalla segregazione e dal clima razzista degli Stati Uniti, chiedendo espressamente di essere inclusa nelle riunioni di redazione dove le donne, tantomeno quelle di colore, non erano mai state accolte. Fu calcolatrice nell’ambito del programma di ricerca della quest’area computers fino al 1958, per poi essere ammessa alla NASA, per il calcolo del volo orbitale dell’astronauta John Glenn nel 1962. La sua morte c’è stata il 2020 all’età di 101 anni, a seguito di un impatto culturale straordinario e unico nella cultura americana che, negli ultimi anni e soprattutto grazie al presidente Barack Obama, ha continuato a celebrarla per le sue doti e per la sua importanza storica.