Articolo pubblicato il 25 Ottobre 2024 da Bruno Santini
Con la solita cadenza settimanale, che porta l’anime di Science SARU a uscire su Netflix, è stato distribuito il quarto episodio di DanDaDan direttamente sulla piattaforma di streaming; ancora una volta l’oggetto della narrazione è il personaggio di Turbo Nonna, che viene affrontato dai due protagonisti dell’anime – Okarun e Momo Ayase – in una lotta frenetica e vorticosa, fino al finale già anticipato dal titolo dell’episodio; ma qual è il risultato dell’episodio 1×04 di DanDaDan? Per comprenderlo, si considera la recensione di Turbo Nonna al tappeto.
La trama di DanDaDan 1×04: Turbo Nonna al tappeto
Prima di proseguire con la recensione di DanDaDan 1×04, l’episodio Turbo Nonna al tappeto, è importante innanzitutto considerare la trama dell’episodio in questione. Dopo aver conosciuto la nonna di Momo Ayase nel terzo episodio, arriva il tanto agognato scontro tra i due protagonisti dell’anime e Turbo Nonna, che viene raggiunta nella grotta dove aveva posseduto il ragazzo per la prima volta: qui inizia lo scontro tra i personaggi con le provocazioni che erano state suggerite dalla nonna di Momo Ayase, a cui segue la rincorsa della città che deve essere abbandonata affinché il sigillo possa uccidere Turbo Nonna. In un vortice frenetico di inseguimenti, viene mostrato anche lo spirito legato al tunnel, un granchio, a cui la Nonna si è associato possedendo tutti gli spiriti delle ragazze che sono morte violentemente. La sconfitta di Turbo Nonna avviene a seguito di un lunghissimo inseguimento, con i due persnaggi che – dopo essersi detti addio – si ripromettono di incontrarsi nel giorno successivo.
La recensione del quarto episodio di DanDaDan: tra prodigi, riferimenti ad Attack On Titan e Gioacchino Rossini
Era un anime che partiva certamente con il favore della cronaca, DanDaDan, considerando il grandissimo successo del manga in patria, che aveva già fatto appassionare numerosi lettori e che aveva permesso di confrontarsi con uno dei prodotti più rivoluzionari degli ultimi anni; eppure, nessuno poteva aspettarsi che – al quarto episodio dell’anime – si potesse già parlare di un qualcosa di assolutamente prodigioso per lo spettatore. Tanto che, a dirla tutta, è davvero difficile riuscire a trovare anche un solo difetto in un anime che appare assolutamente e immediatamente maturo, oltre che in grado di sprigionare tutte le sue enorme potenzialità grazie ad una messa in scena meravigliosa; come avevamo osservato con il terzo episodio dal titolo Uno scontro nonna contro nonna, la costruzione era stata alla base di una narrazione che aveva già mostrato tanto (show don’t tell, insegnano le basi della sceneggiatura), ma che aveva anche iniziato ad arricchire lo spettatore di elementi di contesto, legati al personaggio di Turbo Nonna. Con il quarto episodio avviene una nuova inversione di tendenza e i dialoghi lasciano spazio alla costante e quasi sovrabbondante azione, accompagnata da una cura dell’estetica assolutamente straordinaria.
Science SARU dimostra di essere un passo avanti a tutti con un episodio incredibilmente perfetto, dalle sequenze d’azione curate al massimo fino all’ormai solito impegno nella gestione dei colori, soprattutto per quanto riguarda il risso. E non è finita qui, dal momento che il prodigio della messa in scena viene arricchito dall’uso di soggettive, dall’ampio respiro delle sequenze più movimentate e dai continui – quanto assolutamente doverosi – riferimenti ad un altro gigante nel campo degli anime: Attack On Titan. Che si tratti della figura iniziale del gigante, del modo di attaccare di Momo Ayase o dell’orda di personaggi posseduti che si muovono in maniera quasi caricaturale, i riferimenti appaiono netti in un’opera dal sapore e dal senso narrativo completamente differente, eppure allo stesso modo collegabile. DanDaDan è un anime che ha già tantissimo da insegnare e che, come si diceva per gli scorsi episodi, ha l’incredibile capacità di unire tra loro elementi che fanno parte di culture e di contesti completamente differenti: il pop, allora, torna a regnare sovrano in un prodotto che viene sapientemente destinato ad un pubblico che vuole sempre di più e che, accanto ai più semplici meccanismi di ironia e di accostamento tra caratteri contrastanti, desidera lo stupore che soltanto certe scene sanno regalare. E, in tal senso, l’elemento fondamentale del quarto episodio è la sequenza d’azione centrale, accompagnata dal remix di Kensuke Ushio dell’overture finale del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini: potremmo definirlo un incontro tra sacro e profano, tra serio e faceto, in un’opera costantemente impegnata nell’accostamento dissacrante tra opposti che si attraggono.
Il futuro, soprattutto con il cliffhanger finale dell’episodio, ha tanto da raccontare a proposito di DanDaDan, ma il presente appare assolutamente immaginifico e (già) in grado di dire molto a proposito di quante potenzialità stia dimostrando il comparto di animazione degli ultimi anni. Un’opera come DanDaDan, esattamente come già ampiamente notato per prodotti animati quali Spider-Man: Across the Spider-Verse non ha nulla da invidiare rispetto a pilastri della storia del cinema, almeno per quanto riguarda la sua estetica e la sua messa in scena: riconoscerlo è il necessario primo passo da compiere.