Recensione: Flow – Un mondo da salvare, scritto e diretto da Gints Zilbalodis

Presentato in anteprima a Cannes 77 e ad Alice nella città 2024, in arrivo nei cinema di tutta Italia un nuovo film d’animazione con protagonisti animali: qual è il risultato della pellicola?
La recensione di Flow - Un mondo da salvare

Articolo pubblicato il 10 Ottobre 2024 da Giovanni Urgnani

Presentato in anteprima mondiale alla settantasettesima edizione del Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard e al Festival Alice nella città. Distribuito nelle sale cinematografiche lettoni il 28 agosto 2024 mentre in quelle italiane il 7 novembre dello stesso anno; il lungometraggio è il secondo da regista per Gints Zilbalodis (Away), prodotto in collaborazione con Canal+, Dream Well Studio, Sacrebleu Productions e Take Five. Ma qual è il risultato di Flow – Un mondo da salvare? Di seguito la trama e la recensione del film d’animazione.

La trama di Flow – Un mondo da salvare, il film di Gints Zilbalodis

La pellicola è stata presentata in concorso alla quarantottesima edizione del Annecy International Animation Film Festival, vincitore di ben quattro premi, tra cui il premio della giuria. Un successo che ha convinto la Lettonia a presentarlo come possibile rappresentante alla prossima edizione degli Oscar, nella categoria “Miglior film internazionale”. Ma di cosa parla Flow – Un mondo da salvare? Di seguito la trama ufficiale del film di Gints Zilbalodis:

“In un mondo in cui gli esseri umani sembrano essere scomparsi, l’arrivo di un’inondazione costringe un gatto a mettersi in salvo su una barca, insieme a un variopinto gruppo di animali. Tra paesaggi di abbagliante bellezza e pericoli imprevisti, il viaggio farà capire a tutti che l’unione è la loro vera forza.”

La recensione di Flow - Un mondo da salvare

La recensione di Flow – Un mondo da salvare, presentato al Festival di Cannes

Da quando ne ha memoria, l’essere umano, tra le sue innumerevoli convinzioni, c’è quella di continuare ad esistere sulla Terra, dando per scontato quanto il suo destino sia legato indissolubilmente a quello del pianeta stesso. Tale convinzione è, tra le altre cose, influenzata dai culti religiosi, poiché sicuri del fatto di come il destino umano sia determinato dalla volontà divina, con ciò si continuerà ininterrottamente fino alla profetizzata “fine dei tempi”. Invece, Flow – Un mondo da salvare presenta uno scenario differente: la razza umana non esiste più.

In un cataclisma dalla portata apocalittica, tanto da sembrare l’unione di un secondo diluvio universale e il totale scioglimento dei ghiacciai di tutto il globo, dove “la creatura prediletta” non ha avuto scampo, senza che ciò abbia fermato la formazione di un nuovo ecosistema, con il ciclo della vita sempre in funzione. La lotta per la sopravvivenza riguarda altri esseri viventi: la fauna e la flora; ma soprattutto sono ancora gli animali a rappresentare la società, forse ancora non coscia di quanto il suo tempo potrebbe scadere a breve. Il fato porta creature diverse tra loro a condividere degli spazi, a coesistere (controvoglia) nel tentativo di poter imbastire un nuovo punto di partenza; etnie, culture e generi diversi debbono necessariamente raggiungere quell’equilibrio essenziale per assicurarsi un futuro, perduto da ormai troppo tempo.

L’arte cinematografica è collettiva, ma più di altre occasioni ci si trova di fronte ad un progetto che ha un nome e un cognome: Gints Zilbalodis; oltre ad essere il regista/sceneggiatore, il cineasta lettone porta la sua firma nella fotografia, nel montaggio e nella colonna sonora, quest’ultima magistralmente eseguita, con brani calzanti per ogni situazione narrativa. Vincente si è rivelata la mossa di rinunciare totalmente ai dialoghi parlati, per più di una ragione: aldilà della ricerca del realismo in sé, questo espediente spinge maggiormente lo spettatore ad essere più attento e coinvolto, prestando attenzione all’espressività dei personaggi, linguaggio di comunicazione chiave per fornirli di personalità e carattere; in più si valorizza l’atmosfera della natura incontaminata, i silenzi e i suoni ambientali che acutizzano il senso del vuoto e della desolazione del contesto.

A proposito del montaggio, la scelta di ridurre gli stacchi al minimo, prediligendo di conseguenza i long take, rafforza l’esperienza immersiva del pubblico, come se ognuno facesse parte del gruppo, a livello sensoriale si condivide tutto coi protagonisti, anche grazie al taglio delle inquadrature, quest’ultime ragionate e calibrate al millimetro nei loro movimenti. Perché scegliere un gatto come protagonista principale? Per mettere in scena l’evoluzione che l’essere umano stesso deve compiere, è funzionale la strategia di seguire il punto di vista di un animale diffidente e d’indole solitaria, restio alla collaborazione e al fidarsi di chi gli sta intorno; un ostacolo interiore verso cui bisogna trovare il coraggio e la forza per saltarlo.

5,0
Rated 5,0 out of 5
5,0 su 5 stelle (basato su 2 recensioni)
La recensione di Flow - Un mondo da salvare
Flow - Un mondo da salvare
Flow – Un mondo da salvare

"In un mondo in cui gli esseri umani sembrano essere scomparsi, l'arrivo di un'inondazione costringe un gatto a mettersi in salvo su una barca."

Voto del redattore:

8.5 / 10

Data di rilascio:

07/11/2024

Regia:

Gints Zilbalodis

Cast:
Genere:

Avventura

PRO

La scelta di non ricorrere al parlato per far comunicare i personaggi
La messa in scena magniloquente valorizza lo scenario apocalittico
La costruzione del gruppo protagonista è affascinante nella sua diversità
La presenza di un momento mistico forse fuori contesto e di difficile comprensione