Candidata 3 volte al premio Oscar, l’attrice di origini australiane Margot Robbie è ormai da anni uno dei nomi di spicco del grande cinema hollywoodiano. Con l’abilità di spaziare dalla commedia al dramma, dall’action-fantasy al film in costume, l’attrice e produttrice di Barbie è riuscita a fare breccia tanto nel pubblico quanto nella critica. Collaboratrice di noti autori di alto profilo ed altri più emergenti, l’attrice in poco più di un decennio di performance sul grande schermo ha saputo lasciare ampiamente il segno, ma quali sono i migliori film con Margot Robbie?
I migliori film con Margot Robbie
Nata nella città australiana di Dalby nel 1990, Margot Elise Robbie passa gran parte della sua infanzia in un’azienda agricola, per poi iniziare ad accarezzare l’idea di una carriera nel cinema all’età di 15 anni. I suoi studi di recitazione a Melbourne la portano all’attenzione del regista Aash Aaron, il quale la fece debuttare sul grande schermo con Vigilante e I.C.U.. Ne segue una parte di carriera sul piccolo schermo finché, nel 2012, entrerà a far parte del film Questione di tempo di Richard Curtis, assieme a Domhnall Gleeson, Rachel McAdams e Bill Nighy.
Giusto un piccolo ruolo, prima della totale apertura delle porte di Hollywood con il successivo The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese. Ne seguì una serie di collaborazioni con registi come Adam McKay, Quentin Tarantino e Damien Chazelle, arrivando ad essere anche candidata 3 volte al premio Oscar: 2 per la Miglior Attrice in Tonya e Bombshell – La voce dello scandalo; 1 candidatura al Miglior Film per il ruolo di produttrice in Barbie. Ma quali sono i migliori film con Margot Robbie?
Questione di tempo, di Richard Curtis – 2013
Sicuramente non il ruolo della carriera, ma comunque la presenza scenica necessaria per permettere a Margot Robbie di farsi notare con questo film britannico scritto e diretto da Richard Curtis. Quest’ultimo al suo terzo film realizza con Questioni di tempo una commedia romantica dagli elementi fantastici e dai risvolti melodrammatici, che sfrutta i viaggi nel tempo per solidificare i rapporti interpersonali tra i suoi bei protagonisti.
Con un buon comparto tecnico, il film gode di un’ottima sceneggiatura che, non solo riesce ad incasellare situazioni efficaci ed uno humor divertente e mai banale o smielato, ma riesce abilmente a costruire interessanti personaggi che vengono interpretati da un cast di vero spessore. Oltre alla già citata Margot Robbie, infatti, protagonisti di Questioni di tempo sono Domhnall Gleeson e Rachel McAdams, con la coppia che divide la scena con altri grandi nomi come Bill Nighy, Lindsay Duncan e Vanessa Kirby.
The Wolf of Wall Street, di Martin Scorsese – 2013
Il vero primo banco di prova arriverà per Margot Robbie immediatamente dopo, nel ruolo di Naomi nel masterpiece diretto da Martin Scorsese The Wolf of Wall Street. Al fianco di un divo come Leonardo DiCaprio, Margot Robbie non solo non sfigura nella scena, ma riesce a mostrare parte del suo talento che va ben oltre la sua bellezza mozzafiato. Con sceneggiatura affidata a Terence Winter (I Soprano), il film di Scorsese resta uno dei migliori titoli del decennio passato, con la tragicomica ascesa e caduta del personaggio di Jordan Belfort nella vasca di squali della finanza americana che ha lasciato decisamente il segno.
Focus – Niente è come sembra, di Glenn Ficarra e John Requa – 2015
Terza regia per la coppia Glenn Ficarra- JohnRequa che si tramuta qui in una commedia romantica truffaldina, divertente e frizzante, che gioca a carte con i sentimenti scommettendo (e vincendo) sull’intrattenimento. Come indicato direttamente dal titolo, Focus – Niente è come sembra mostra un soggetto che alla fine non racconta nulla di nuovo, ma che viene ben sviluppato dalla sceneggiatura dei due registi e dal ritmato montaggio che ingannano ripetutamente lo spettatore. Cambiando infatti le carte in tavola il film assesta efficaci colpi di scena e può contare su una coppia attoriale seducente e convincente, quella formata da Will Smith e Margot Robbie.
Sopravvissuti, di Craig Zobel – 2015
Sopravvissuti (in originale Z for Zachariah) è invece il film del 2015 diretto dal regista statunitense Craig Zobel, il quale adatta il romanzo R. O’Brien per una fantascienza post-apocalittica che mortifica l’intrinseco istinto di sopravvivenza dell’animale-uomo che fa crollare i rapporti di fiducia, di morale e di fede. Un dramma dalle tinte thriller che agisce per sottrazione, con una messa in scena naturalistica e minimalista che va ad omaggiare direttamente anche il capolavoro Stalker.
Sopravvissuti gode poi di una buona coppia attoriale Chiwetel Ejiofor e Margot Robbie (con Chris Pine diventerà un trio invadente) che riesce attraverso lunghe e posate sequenze a dare respiro alla sceneggiatura. Decisamente piacevole il lavoro svolto sulla colonna sonora.
La grande scommessa, regia di Adam McKay – 2015
In questo caso forse si tende ad “esagerare” nel considerare La grande scommessa un film con Margot Robbie, dove la diva australiana appare giusto in un simpatico cameo. Un’operazione non troppo dissimile dall’Asteroid City di Wes Anderson, ma si intende considerare in questa classifica la semplice presenza nel cast, soffermandosi poi sul valore intrinseco dell’opera.
In questo caso si tratta del 6° lungometraggio diretto dal regista e sceneggiatore statunitense Adam McKay (Don’t Look Up) e tratto dal saggio di economia di M. Lewis. La grande scommessa è una commedia biografica che segue le vicende anticipatrici l’estenuante crisi finanziaria del 2008, per un trattato sull’avidità tanto spietata quanto pericolosa del sistema finanziario. La sceneggiatura vincitrice agli Oscar è di elevato profilo nel trattare il tema, non solo attraverso un’impostazione tecnicistica, ma consapevole della difficoltà di analisi stempera e gioca con gli stilemi della commedia anche e soprattutto satirica.
Tonya, di Craig Gillespie – 2017
Regista australiano di Fright Night e Crudelia con Emma Stone, Craig Gillespie nel suo 6° film ripercorre la controversa vita della pattinatrice statunitense Tonya Harding: dall’infanzia resa particolarmente aspra a causa della severa madre, al violento rapporto col primo marito, fino ad uno degli scandali sportivi più influenti U.S.A. degli anni ’90. Anche attraverso falsi frammenti documentaristici, il regista ricostruisce il caso con un aspro e spietato antibiopic che mette alla gogna il sogno americano, il suo conformismo e la questione socio-economica, sfruttando il capro espiatorio di una vittima perfetta.
Nel cast di Tonya madre e figlia, interpretate da Allison Janney (vincerà l’Oscar) e Margot Robbie (produttrice del film), regalano interpretazioni sofferte ed intense, messe in scena da un’ottima perizia tecnica (soprattutto nelle sequenze simil-action del pattinaggio) con un grande montaggio.
Terminal, di Vaughn Stein – 2018
Lo stesso anno della sua prima candidatura all’Oscar per Tonya, Margot Robbie si ritrova sul set di Terminal, allontanandosi molto dalle produzioni hollywoodiane. Il film è l’esordio per il regista Vaughnn Stein e si immerge in una città senza nome oscura ed oscurata dall’attività criminale che la governa, con le storie di vendetta di alcuni sicari che saranno destinate ad incrociarsi. Il comune denominatore sembrerebbe essere proprio Margot Robbie, per un noir cupo ed a suo modo psichedelico che riserva diversi colpi di scena. Oltre all’attrice australiana, nel cast di Terminal figurano anche Simon Pegg, Dexter Fletcher, Mike Myers e Max Irons.
C’era una volta a… Hollywood, di Quentin Tarantino – 2019
Dopo Martin Scorsese a scegliere Margot Robbie in un suo film è anche o strabordante Quentin Tarantino, che le affida il “poetico” ruolo di Sharon Tate in C’era una volta a…Hollywood. Il film del 2019 farebbe in qualche modo parte della trilogia definita del “revisionismo storico” da parte del regista di Bastardi senza gloria e Django Unchained, soffermandosi qui sulla tragica vicenda legata al massacro di Cielo Drive avvenuto tra l’8 e il 9 agosto 1969.
Si tratterebbe infatti di un film semi-realistico che vede protagonista un attore televisivo e la sua controfigura che tentano di farsi strada nell’industria cinematografica hollywoodiana in quegli anni. Un cast di stelle dà vita a C’era una volta a… Hollywood, contando Leonardo DiCaprio nel ruolo di Rick Dalton e Brad Pitt in quello di Cliff Booth, ma anche Margot Robbie, Margaret Qualley, Austin Butler e Dakota Fanning.
The Suicide Squad – Missione suicida, di James Gunn – 2021
Coniugare su schermo la geniale e bizzarra follia de I Guardiani della Galassia alla violenza e scorrettezza di Deadpool? La missione del regista James Gunn (decisamente molto più suicida questa) sembrerebbe proprio quella di rilanciare i “rivali” della DC ripartendo proprio dal loro progetto forse più fallimentare, ovvero quel Suicide Squad del 2016. Proprio Margot Robbie tornerà ad interpretare uno dei suoi personaggi iconici, ovvero quella folle e bellissima Harley Quinn, rimanendo sul pezzo ma avendo qui il giusto spazio e la degna rappresentazione del suo personaggio.
Più che sulla trama in sé, i riflettori di The Suicide Squad – Missione suicida sono tutti puntati sui suoi sgangherati personaggi, per un’azione corale davvero “action” ed impreziosite da un notevole tasso di violenza e divertimento grazie ad un’ironia spesso pungente, semplice, scurrile ma mai in modo gratuito.
Babylon, di Damien Chazelle – 2022
Probabilmente nel suo ruolo e performance migliori, Margot Robbie dà il meglio di sé nello straordinario Babylon di Damien Chazelle, interpretando in modo a dir poco emozionante lo spirito del Cinema stesso da proteggere e preservare. Dopo l’opera prima Guy and Madeline on a Park Bench, il grandioso Whiplash, il successo con La La Land e First Man, il regista architetta e riempie di vizi e virtù il palazzo del successo per poi distruggerlo fragorosamente sotto il biblico passaggio al cinema sonoro e dell’evoluzione tecnologica.
Babylon costituirebbe la fantomatica lettera d’amore definitiva alla Settima Arte, scritta da un ex jazzista, il quale affronta uno dei periodi più importanti della storia del Cinema con Il cantante di Jazz e portando un film ricco di eccessi. Chazelle mostra così su schermo gli scandali, i retroscena e le squallide depravazioni della Hollywood della prima metà del ‘900, prendendo spunto dal saggio del 1959 di Kenneth Anger Hollywood Babilonia.