Nel 2023 sono stati distribuiti, con un curioso caso di omonimia, due film dal titolo uguale: Cobweb, di cui uno statunitense e l’altro sudcoreano. Ad aver ottenuto maggiore successo รจ sicuramente il primo, con la regia di Samuel Bodin e la sceneggiatura di Chris Thomas Devlin, inserito anche all’interno della piattaforma di streaming Netflix. Il film horror, dalla durata di poco meno di 90 minuti, annovera le presenze di Lizzy Caplan e Anthony Starr all’interno del cast, mentre il protagonista รจ Woody Norman nei panni del piccolo Peter. Ma qual รจ il risultato del film in questione? Per comprenderlo, si prosegue con la trama e la recensione di Cobweb.
La trama di Cobweb di Samuel Bodin
Prima di proseguire con la recensione di Cobweb, diretto da Samuel Bodin e con Lizzy Caplan, Cleopatra Coleman e Anthony Starr nel cast, si indica innanzitutto la trama del film in questione, che recita quanto segue:
Cobweb, il film diretto da Samuel Bodin, si svolge nel periodo di Halloween e vede protagonistaย Peter(Woody Norman), un bambino figlio unico e introverso. A scuola รจ spesso bersaglio dei bulli e a casa si sente incompreso.ย Iperprotetto da sua madreย Carolย (Lizzy Caplan), Peter non ha il diritto di uscire la sera di Halloween come fanno tutti gli altri bambini. Quando la notte inizia a sentire strani rumori, il ragazzino รจ terrorizzato. Qualcuno bussa ripetutamente alle pareti della sua cameretta. Lo racconta ai suoi genitori ma loro non gli credono. Convinti che si tratti solo di un incubo, sua madre e suo padreย Markย (Antony Starr) sminuiscono il problema fino a quando Peter, oltre a sentire rumori, ha anche delle terrificanti visioni notturne.ย Ne parla con la sua insegnante che preoccupata va a trovare i genitori del bambino. Ma l’insolita reazione del padre di Peter sembra voler celare un oscuro segreto…
La recensione di Cobweb: un film piacevole sulle paure infantili, ma esasperato nel finale
Quella del J-Horror รจ una riscoperta recente, che ha portato tantissimi registi a confrontarsi con delle tipologie di racconto introspettivo e psicologico, riflettendo sul senso di paure invisibili; il cinema contemporaneo ne รจ pieno, soprattutto in una volontร di riqualificazione del genere horror che fa sempre piรน a meno delle sue caratteristiche figure (anche, e soprattutto, per effetto di un “invecchiamento” di questa tipologia di cinema), ricercando il senso della paura in qualcosa di altro. Ecco che Cobweb, tentando di ragionare a metร tra queste due scuole di pensiero, elabora in poco meno di 90 minuti uno sguardo cinematografico sulla paura infantile, esplicita o implicita che sia, servendosi di parecchi stilemi del genere horror classico, fino a rivolgere definitivamente la sua attenzione verso il J-Horror a suon di strizzatine d’occhio. Ciรฒ che spicca maggiormente, nella trattazione di quelle paranoie e quelle difficoltร infantili del piccolo Peter, รจ l’architettura della paura che viene sapientemente costruita in Cobweb di Samuel Bodin, complice un trattamento delle scenografie che appare sicuramente la componente piรน convincente dell’intero film.
A partire dalla casa, costruita con linee diagonali e con forme geometriche predominanti, fino all’ambiente cupo e chiuso delle stanze, dominate da carte da parati ancora una volta con disegni geometrici, Cobweb tenta di ricreare il senso di quella “ragnatela” che dร il titolo al film, affidandosi molto spesso a poligoni regolari, movimenti e figure tonde e circolari (come quello della lavatrice, delle costanti zucche o del buco nella carta da parati nella camera di Peter, ma anche della macchina da presa che si affida spesso a soluzioni di capovolgimento della scena a 270ยฐ): l’obiettivo รจ incutere timore nello spettatore non affidandosi immediatamente a jumpscare o altre soluzioni da clichรฉ, certo, ma anche ricreare quel clima claustrofobico vissuto dal protagonista del film, percepito in modo tanto introspettivo quanto esplicito e concreto. La genuina paura – che sia piรน o meno elevata sta, poi, allo spettatore e alla sua percezione di cinema horror – continua ad essere corroborata da sussurri, sguardi ambigui e rumori alle pareti, a dimostrazione di un lavoro che (seppur non certamente eccelso) si vuole realizzare anche in termini di sonoro. E che dire, poi, anche delle interpretazioni di Lizzy Caplan e Anthony Starr, con il secondo che ha ormai consolidato il suo volto grazie alla serie The Boys e che, anche in ambito cinematografico, dimostra di essere assolutamente sul pezzo.
Fino ad un certo punto del film, quando cioรจ si lavora sul non-detto e sul non-visto, ragionando di introspezione e richiedendo uno sforzo di immaginazione allo spettatore, Cobweb prosegue in maniera regolare, con un buon ritmo e con una messa in scena tutto sommato piacevole; la storia cinematografica recente dimostra, perรฒ, che nell’esagerazione si trova gran parte delle aspirazioni di giovani ed emergenti registi, che anche nell’ambito dell’horror tentano di offrire sempre di piรน, non accontentandosi mai di un buon lavoro portato a casa. E allora, ricercando un risultato molto simile rispetto a quanto giร Zach Cregger aveva ottenuto con Barbarian, Samuel Bodin incespica nell’evocazione del “mostro”, nella rappresentazione dell’oggetto celato, che prende forma attraverso effetti speciali assolutamente rivedibili e – cosรฌ sembra dal modo in cui si gioca costantemente con luci e ombre – a basso costo. Proprio quando il film avrebbe bisogno di dare una sferzata definitiva, insomma, inciampa sull’ostacolo principale: voler dimostrare di essere piรน che un semplice film che fa paura, ragionando sul terrore, sull’iper-protettivitร e sulla paranoia domestica che, a suo tempo, David Fincher tanto declamava in Panic Room. La bambina-mostro รจ nient’altro che una presenza caotica, fumante e quasi respingente per lo spettatore, mentre le dinamiche che coinvolgono la Mrs. Devine di Cleopatra Coleman cedono ad una volontร di risolvere troppo velocemente la tensione della scena. Certo, Cobweb resta un horror piacevolissimo e che, nel suo contesto, non puรฒ assolutamente dispiacere: eppure, troppa esasperazione rovina quella che sarebbe potuta essere una piccola gemma di simil J-Horror contemporaneo.