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Recensione – Gli Anelli del Potere 2×04: Il Più Antico

Continua il viaggio de “Il Singole degli Anelli – Gli Anelli del Potere”, la seconda stagione dello show televisivo creato dagli Amazon Studios in collaborazione con New Line Cinema.
Gli Anelli del Potere creata da J. D. Payne e Patrick McKay

Dopo tre primi episodi molto introduttivi continua la seconda stagione de “Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere” con una nuova puntata che comincia a tirare i fili delle differenti storyline, senza lasciarsi scappare l’occasione di introdurre nuovi fondamentali personaggi. La serie creata da J. D. Payne e Patrick McKay, tratta dagli scritti di J. R. R. Tolkien è già arrivata al classico giro di boa dello show televisivo, visto i totali 8 episodi. Un prodotto televisivo, vessato in continuazione, ma anche molto amato da un’altra schiera di fan, anche qui non mancano pregi e difetti, puntando principalmente sulle scelte o decisioni che intraprendo i personaggi. Di seguito la trama ed una breve analisi del quarto episodio della seconda stagione de Gli Anelli del Potere

La trama del quarto episodio della seconda stagione de Gli Anelli del Potere 

Ogni linea narrativa nel quarto episodio prende sempre più forma: Elrond (Robert Aramayo), scelto come capitano della spedizione dal Re, guida i suoi uomini accompagnato da Galadriel (Morfydd Clark) con l’obiettivo di raggiungere al più presto Eregion dove si trova Celebrimbor (Charles Edwards), tratto in inganno da Annatar (Charlie Vickers), ovvero Sauron sotto mentite spoglie. La compagnia è, però, costretta a seguire un percorso diverso per via della distruzione da parte di un fulmine del ponte Axa, uno snodo cruciale per il loro viaggio. Una delle possibili strade alternative è un percorso tra le colline di Tyrn Gothard, Galadriel, memore di una terribile visione provocata dal suo anello del potere, è convinta che sia la scelta sbagliata, ma il suo rapporto conflittuale con Elrond porta il comandante a prediligere l’incamminarsi verso questa via. 

Il gruppo di elfi finisce per imbattersi negli Spettri dei Tumuli, creature tenebrose che popolano le Tumulilande, risvegliati dall’Oscuro Signore. Uno scontro dove la compagnia riesce ad avere la meglio, ma nel frattempo, proseguendo lungo il loro percorso notano una grande legione di Orchi, diretta anch’essa verso Eregion. Galadriel, nel tentativo di salvare i suoi compagni, propone di affrontarli in solitaria ordinando al gruppo di tornare nel Lindon per avvisare Gil-galad (Benjamin Walker) ed il popolo degli elfi della presenza di orchi in queste terre ed affida il suo anello a Elrond, ma la guerriera nell’affrontare da sola i nemici finisce prigioniera di Adar (Sam Hazeldine). 

Nelle terre di Rhûn, dopo il tornado provocato durante lo scontro con dei cavalieri, Lo Straniero (Daniel Weyman) e alla ricerca di Nory e Poppy (Markella Kavenagh e Megan Richards), spazzate via della tempesta di sabbia, ma finisce per imbattersi in Tom Bombadil (Rory Kinnear), il quale lo accoglie nella sua dimora, un luogo immerso nel verde nonostante sia situato nel deserto. Un personaggio misterioso che racconta all’Istar della magia e di quanto sia difficile gestire un potere cosi grande. Tempo addietro un altro mago si era rivolto e presentato da Tom, lo Stregone Oscuro (Ciarán Hinds), l’attuale governatore di Rhûn. Nel frattempo le due Pelopiedi si ritrovano in un particolare, almeno per loro, villaggio di Hobbit dove incontrano Gundabale (Tanya Moodie), la leader del posto, la quale le accoglie prima con sospetto per poi raccontare loro un’antica profezia. 

Infine, Arondir, Isildur ed Estrid, interpretati rispettivamente da Ismael Cruz Córdova, Maxim Baldry e Nia Towle, sono sulle tracce di Theo (Tyroe Muhafidin), convinti che ha rapirlo siano stati dei selvaggi e raggiungono un villaggio che appare abbandonato. L’elfo si rende conto, però, di una certa bruciatura sul collo della donna, quel simbolo di fedeltà a Adar scatenando l’ira di Isildur. Durante il loro viaggio Estrid, nonostante le catene, salva la vita dei due, dopo che sono rimasti intrappolati nelle sabbie mobili e quasi inghiottiti da un mostro. Alla fine, sul loro percorso trovano Theo e scoprono che il ragazzo è prigioniero degli Ent, creature giganti della Terra di Mezzo, stanchi delle barbarie subite dagli orchi e con i quali Arondir interloquisce invocando il oro perdono. 

Gli Anelli del Potere creata da J. D. Payne e Patrick McKay

La recensione de Gli Anelli del Potere: “Il Più Antico” 

che comincia a mettere i classici “puntini sulle i”, ma che non si dimentica di aggiungere ulteriore carne al fuoco con nuovi personaggi e di conseguenze altre storie. Nel suo essere un racconto a tratti commovente, questo quarto episodio risulta riuscito anche sotto tanti altri punti di vista: qualitativamente la serie resta ineccepibile, visivamente e tecnicamente il livello continua ad essere mostruosamente ottimo, il design degli Ent, ma anche di tutto coloro che li circonda, è studiato alla massima potenza per potere offrire la miglior tipologia di visione al pubblico, proprio come tanti altri dettagli, visibili o meno, realizzati in maniera artigianale. 

L’unico difetto è che a volte si percepisce maggiormente una fretta quasi ingiustificata di fondo, la quale potrebbe provocare il raggiungimento di determinati obiettivo molto prima nel tempo. Inoltre, anche lo scontro con gli Spettri da parte di Elrond ed il suo gruppo non è stato realizzato alla grande, anch’esso un pelo frettoloso, a differenza del successivo tra Galadriel e l’orda di Orchi, una sequenza che ha dell’incredibile e che raggiunge quel pathos necessario che tele-trasporta il pubblico all’interno dell’intera pellicola. Battaglie che risulteranno sempre più fondamentali nel proseguire del racconto, mostrando agli spettatori il effetto utilizzo della computer grafica. 

Questa quarta puntata dello show di Prime Video alza ancora un po’ l’asticella, mostrando quelle tante attese novità che, almeno fino ad oggi, fungevano da semplice e rapido scoop sui quali dibattere. L’intera stagione ad oggi è strutturata in questo modo, un’operazione che funziona sia dal punto di vista meramente tecnico sia da quello narrativo, una storia di cui si può criticare qualche scelta ed una fretta di fondo che più do una volta si percepisce. Quello che gli autori riescono a confezionare è un prodotto privo di troppi schemi risultando molto emozionante, quasi commovente, un racconto ambientato nel passato che, però, parla ed è rivolto verso il futuro. Gli stessi Sturoi, una tribù di Hobbit che a differenza dei Pelopiedi è sedentaria e vive nel luogo in cui da tempo si è stabilito. 

Ora che si sono venute a creare tre/quattro differenti macro linee narrative differenti che catturano l’attenzione del pubblico, scatenando l’ira dei fan più accaniti per le incongruenze con i libri di J. R. R. Tolkien. Se la prima segue le gesta degli elfi e della forgiatura degli anelli, la seconda mostra agli spettatori Lo Straniero ed il suo ancora lungo viaggio, la terza ed ultima vede come protagonisti Arondir, Isildur ed Estrid. L’unica lasciata al momento da parte è quella degli uomini e abitanti di Numeror, probabilmente la più debile, ma che verrà sicuramente approfondita nelle prossime puntate. Ancora una volta ci sono le stesse grandi interpretazioni e questo novero di attori sulla carta poteva deludere parecchio, quindi il risultato resta più che positivo, anche se già dal prossimo si potrebbe iniziare a tirare qualche somma.  

Gli Anelli del Potere creata da J. D. Payne e Patrick McKay

È arrivato Tom Bombadil 

In questa quarta puntata fa finalmente il suo debutto uno dei personaggi probabilmente tra i più attesi dell’intera seconda stagione dello show televisivo targato Prime Video: Tom Bombadil, interpretato per l’occasione da Rory Kinnear, in una versione del personaggio inedita, assente dalla famosa trilogia cinematografica di Jackson, in cui il pubblico si imbatte ed al momento resta ancora molto misterioso, stravagante sotto diversi aspetti, ma che fin da subito appare come elemento fondamentale per il percorso e il futuro de Lo Straniero. Una storyline che in poco tempo sprigiona un certo fascino, nonostante un profondo alone di mistero, e risulta molto interessante, sopratutto per chi conosce il destino e la storia di un personaggio presente nelle opere di Tolkien. 

Una nuova aggiunta che, come sfortunatamente di consueto, ha causato critiche negative molto dure, se poi si aggiungono le speculazioni che aleggiano intorno ad una possibile cancellazione della serie da parte di Amazon, tutta quella fetta di pubblico che, fin dalla prima stagione non ha apprezzato il prodotto televisivo, si augura che non prosegua. I dati forniti dalla major parlano di altro, ridotti rispetto alla precedente stagione, ma comunque più alti rispetto ad altri titoli di punta della piattaforma. Un discorso relativo più che altro ad un elevatissimo budget per una serie tv, una spesa che si riflette, però, sulla qualità visiva dal profondo animo cinematografico, nonostante il medium differente, che trasmette da ogni singolo episodio. 

Un’altra puntata, “Il Più Antico”, che nei suoi pregi e difetti prosegue il suo viaggio, un percorso stabile pronto a stupire critica e pubblico con una seconda parte di stagione che si pregusta molto interessante. Ovviamente è ancora presto per distribuire sentenze e trarre conclusioni, restano altri quattro episodi che il pubblico si augura possano essere altrettanto strepitosi, con una grande curiosità legate all’esito delle scelte intraprese dai protagonisti in questa prima parte della seconda stagione. I misteri ed i quesiti sono ancora tanti, ma il tempo gioca a favore degli autori perché altre quattro puntate da circa 60’ di durata danno la possibilità di approfondire ed entusiasmare gli spettatori. Una puntata in parte nostalgica, con rimandi a quelle stesse emozioni provate durante la visione della trilogia dei primi anni 2000, nonostante l’assenza di collegamenti per via di due progetti completamente separati, che, come sottolineato, presenta alcuni difetti, ma rappresentato un piccolo passo avanti, anche per la struttura distributiva selezionata da Amazon. 

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