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Linda e il Pollo: come finisce? La spiegazione del finale del film d’animazione

Dopo la presentazione in svariati Festival e Manifestazioni cinematografiche, arriva nelle nostre sale “Linda e il Pollo”, film d’animazione co-scritto e co-diretto da Chiara Malta e Sébastien Laudenbach, ma come finisce il film?
Linda e il Pollo: come finisce il film d’animazione?

Dal 5 settembre ha debuttato nelle sale italiane “Linda e il Pollo” (2023), in originale “Linda Veut du Poulet!”, un film d’animazione co-scritto e co-diretto da Chiara Malta e Sébastien Laudenbach, presentato in anteprima nel 2023 alla 41° edizione del Torino Film Festival ed accolto in maniera favorevole dalla critica, grazie ad una particolare tecnica d’animazione ed un’originalità di fondo non indifferente. Una co-produzione italo-francese che si è aggiudicata la migliore sceneggiatura al TFF, il Cristal per il lungometraggio al Festival di Annecy ed il César per il miglior titolo d’animazione. Ma come finisce il film? Di seguito la spiegazione del finale di “Linda e il Pollo”, pellicola distribuita nei cinema italiani da I Wonder Pictures

Linda e il Pollo: come finisce il film d’animazione?

Il film d’animazione diretto da Chiara Malta e Sébastien Laudenbach racconta la stravagante storia di Linda (Melinée Leclerc), una bambina molto vivace, e della sua mamma Paulette (Clotilde Hesme). La donna accusa ingiustamente la figlia di aver perso il suo anello di fidanzamento, un oggetto molto importante che le ricorda il suo defunto marito, ma in realtà ad ingoiarlo è stato il loro gatto. Un errore che provoca in Paulette un profondo senso di colpa e, per farsi perdonare, promette alla piccola Linda di prepararle il famoso pollo con i peperoni, il piatto preferito dal suo papà. Il problema, però, è trovare l’ingrediente principale della ricetta perché lo stesso giorno in città si tiene un grande sciopero generale che causa una spedizione alla ricerca di un pollo

Una ricerca divertente e ricca di colpi di scena che si conclude con la cattura del tanto desiderato pollo, ma nel momento in cui l’animale va ucciso e cucinato prende forma un ulteriore sequenza comica: il pollo nel cadere dalla finestra del condominio in cui abitano Linda ed i suoi amici finisce su un albero, scatenando tutti coloro che si trovano nel giardino sottostante. Tutti si precipitano sotto la pianta e tentano di far scendere il povero animale lanciando differenti oggetti, portando la polizia a sopraggiungere sul posto, ma la piccola Linda riesce a recuperare l’ingrediente. Alla fine il piatto viene cucinato, nonostante altre peripezie, la bimba ripensa al suo papà, mentre Paulette e Serge, un poliziotto conosciuto lungo la bizzarra avventura, pare che si innamorino l’una dell’altro. 

Linda e il Pollo: come finisce il film d’animazione?

La spiegazione del finale di “Linda e il Pollo”

“Linda e il Pollo”, nel suo essere realizzato con una particolare e stravagante tecnica d’animazione, appare fin da subito realizzato in maniera grezza e poco raffinata, sicuramente si allontana tanto dalla classica lavorazione e resa di un film di genere animato, ma è proprio grazie a questa sua bizzarra veste che mostra la sua originalità. Il finale della pellicola di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach rispecchia la bizzarra realizzazione dell’intero progetto: una storia che mette in scena un’avventura di gruppo che finisce per essere una grande e profonda metafora sul ricordo, sul lutto ed i classici “non detti” che spesso si interpongono in una relazione d’amore, tra genitori e figli, ma anche tra amici. 

Una poesia che prende forma sotto uno strato di colori che rimandano ad una tela e le pennellate che la compongono, una storia semplice, commovente e gioiosa, intriso di speranza e di umanità. Tutto prende vita da un errore, una scelta che provoca emozioni ed un vero e proprio viaggio esteriore ed interiore dei protagonisti, esaltando il ricordo di chi non c’è più, ma resta comunque vicino perché presente nelle loro menti e nei loro cuori. Una fiaba delicata, colorata, rocambolesca e totalmente spontanea che pare vivere di vita propria, quasi come se non fosse ben precisa la destinazione di questo viaggio, ma un susseguirsi di scelte legate dall’istinto e quella voglia di realizzare una dolce promessa.