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Queer: come finisce? La spiegazione del finale del film di Luca Guadagnino

Finale memorabile quello del film di Luca Guadagnino: ma come finisce Queer? La spiegazione del finale del film presentato in concorso a Venezia81.
La spiegazione del finale del film Queer

Queer è un film basato sull’omonimo romanzo scritto dal famoso William S. Burroughs, anche noto per Il pasto nudo (lungometraggio poi realizzato da David Cronenberg). Si tratta di una rappresentazione ambiziosa e che ha scosso – nemmeno poco – sia il pubblico a Venezia che la critica, per tutta una serie di fattori analizzati appositamente nella recensione. Paradigmatico invece la conclusione dell’arco narrativo di Queer, sia sul piano emotivo che su quello cinematografico: ma come finisce il film di Luca Guadagnino? Di seguito la spiegazione del finale di Queer.

Come finisce Queer?

Queer termina con Lee (Daniel Craig) che improvvisamente perde il contatto visivo con Allerton nella giungla dell’America del Sud. Quando il protagonista alza lo sguardo, la macchina da presa compie un balzo in alto verso lo spazio inquadrando un cielo stellato in notturna, da cui Lee ripiomba sulla Terra due anni dopo, sempre seguendo i passi di quest’ultimo. Successivamente vediamo Lee andare alla ricerca del suo giovane ex amante, chiedendo in giro che fine abbia fatto dato che non lo ha più visto da quel giorno nella giungla, dopo l’assunzione della yage.

Mentre Lee è in una camera d’albergo si avvicina ad un modellino di un edificio, spia con l’occhio dalla finestra in miniatura e vede se stesso mentre entra a sua volta in un’altra stanza: qui osserva una scolopendra su un cuscino, una vipera per terra che si morde la coda per comporre la forma dell’infinito e infine Allerton, il quale posiziona con cura un bicchiere di vetro sulla tua testa. Lee tira fuori una pistola e fa partire un proiettile uccidendo sul colpo il ragazzo. Queer si conclude con il protagonista ormai anziano che si sdraia sul materasso di un letto privo di lenzuola, e vediamo intrecciarsi le sue gambe con quelle di Allerton. Negli ultimi secondi finali, subentrano dei fasci di luce dai riverberi colorati che finiscono per coprire la figura di Lee ormai senza vita, che ricordano quelli del remake di Guadagnino di Suspiria (2018).

Queer: la spiegazione del finale del film

Dopo aver riportato cosa accade nell’epilogo, occorre ora proporre la spiegazione del finale di Queer, partendo dalla premessa necessaria che si tratta, come per tutto il resto del film, di una rappresentazione simbolica del rapporto tra Lee e Allerton. Il fatto stesso che il primo perda di vista il secondo all’interno di una giungla sembra voler segnalare la loro inevitabile sorte, la loro predestinazione oscillatoria a incontrarsi per poi perdersi e poi ritrovarsi nuovamente e infine perdersi definitivamente, proprio nel luogo in cui si è sancita ufficialmente la telepatia tanto ambita da Lee. Una volta perso il suo giovane amante, a Lee non resta nient’altro in mano se non un tenero ricordo di quei giorni passati insieme nei due anni precedenti, per cui non può fare altro che sbirciare dalla fessura di una finestra in miniatura del modellino del motel presso cui hanno consumato la loro prima notte d’amore, come se stesse guardando dentro al suo cuore, da cui intravede una copia di se stesso che entra nella stanza d’albergo.

L’insetto stesso che scorge strisciando sul cuscino, già mostrato nel prologo del film e come ciondolo della collana di un ragazzo con cui Lee si ritrova a flirtare, non è di certo stato inserito casualmente in quanto la scolopendra è simbolo esoterico legato al concetto di rinascita e rigenerazione, confermato dalla forma che assume la vipera che si morde la coda a mo’ di infinito. Dopo la comparsa di questi simboli, vediamo Allerton seduto su una sedie che poggia un bicchiere di vetro in equilibrio sulla sua testa e Lee, che invece avrebbe dovuto mirare all’oggetto, spara e colpisce il giovane con la pistola, un gesto che sembra voler alludere a un omicidio simbolico, una catarsi personale per appunto rigenerarsi. Con un salto temporale che porta alla sua vecchiaia, vediamo Lee che anziano fa ritorno nella stessa stanza del motel, e giace sul letto intrecciando le sue gambe insieme a quelle di Allerton che però, a differenza delle sue, sono ancora quelle di un giovane ragazzo proprio per segnalare la sospensione temporale del ricordo a cui ha avuto accesso Lee, prima di esalare il suo ultimo respiro. Rammentiamo inoltre che il cuore, organo che simbolicamente viene espulso da Lee e Allerton in seguito all’assunzione della yage, etimologicamente parlando è legato alla parola “ricordo“, ossia letteralmente riportare al cuore che è ciò che compie Lee nell’ultimo gesto prima della sua morte.