Nel ciclo della masterclass presentate per l’81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, finalmente, si fa un tuffo nel cinema indipendente. Dopo l’incontro, in occasione della consegna del Leone d’Oro alla carriera, di Peter Weir e Sigourney Weaver, al Lido è arrivato Ethan Hawke che, in mattinata, alla Biennale Match Point Arena è stato protagonista di una lunga masterclass dove ha risposto alle domande del pubblico e, soprattutto, ripercorso la sua carriera di attore, regista e produttore, proponendo anche qualche interessante anticipazione sui suoi prossimi progetti in arrivo. Dal rapporto con Joe Dante, regista del suo film d’esordio, al sodalizio con Richard Linklater, l’attore ha ripercorso le tappe fondamentali della sua permanenza nel cinema (principalmente indipendente).
Venezia 81, la laudatio per Peter Weir
Fin dalle prime domande, Hawke si è mostrato particolarmente emozionato, soprattutto per il valore emotivo che trovarsi a Venezia sembra avere per lui. «Il mio primo Festival cinematografico è stato qui a Venezia per l’uscita dell’Attimo Fuggente, proprio insieme a Peter Weir» ha raccontato. La presenza di Hawke al Lido, in realtà, è legata al Leone d’Oro alla carriera consegnato al regista premio Oscar. L’attore è stato invitato a leggere una laudatio prima della consegna del riconoscimento. «Quando ero un ragazzo nei registi cercavo dei mentori e delle guide, qualcuno in grado di indirizzarmi e di insegnarmi qualcosa» ha raccontato Hawke, approfondendo l’evoluzione del suo rapporto con i registi con cui ha collaborato nel corso degli anni. Una maturità che, secondo quanto spiegato dal regista/attore è arrivato solo l’inizio del sodalizio con Richard Linklater.
Venezia 81, Hawke-Linklater: «Noi, voci di una generazione»
«Richard prima di essere un regista e un maestro, è un mio amico» ha spiegato. «Con lui è stata la prima volta in cui non ho cercato un mentore nei cineasta con cui mi trovato a lavorare» ha raccontato. «In realtà è stata la prima volta in cui mi sono potuto confrontare con un artista della mia stessa generazione, che mi ha spronato a capire come raccontare i cambiamenti del mondo e della società attraverso ciò che succedeva ai ragazzi della nostra età». «La trilogia di Before, ambientata nel corso di 18 anni, è probabilmente il lavoro che meglio spiega questa nostra idea e a raccontare il momento» ha spiegato. «Il rapporto con Richard ha sancito l’inizio della mia relazione adulta con il cinema».
L’esperienza nell’horror
Nella recente fase della sua carriera, Ethan Hawke, ha iniziato a prestarsi sempre di più anche a generi più mainstream come horror e cinecomic. «Evolvendomi e crescendo come attore, ho capito di voler essere uno studioso di questa professione» ha chiarito Hawke. «Nel cinema c’è una geometria – ha raccontato – tutto è diverso». «Ogni stile è differente e ogni genere ha i suoi equilibri e le sue dinamiche da rispettare» ciò che ha evidenziato è una necessità di adattare la propria recitazione al genere che si sta realizzando. «Volevo essere un attore in grado di trasformarmi e trovare nuove chiavi di lettura alla mia recitazione» ha concluso.