Vincitore della Palma d’Oro a Cannes19 come Miglior Film ex aequo a Signore & signori di Pietro Germi, Un uomo, una donna di Claude Lelouch è un film drammatico del 1966 pluripremiato alla 39esima edizione degli Oscar 1967 come Miglior film straniero e sceneggiatura originale, così come ai Golden Globe. Seguono la trama e la recensione di Un uomo, una donna il film di Claude Lelouch del 1966 con protagonisti Jean-Louis Trintignant e Anouk Aimée.
La trama di Un uomo, una donna: di che parla il film Palma d’Oro di Claude Lelouch?
Il film Un uomo, una donna del 1966 del regista francese Claude Lelouch conta ben 42 premi ricevuti tra i vari riconoscimenti cinematografici prestigiosi di tutto il mondo tra cui rammentiamo gli Oscar e i Golden Globe come Miglior film straniero e quello ottenuto da Anouk Aimée come Migliore Attrice in un film drammatico. Prima di passare alla recensione occorre soffermarsi sulla trama di Un uomo, una donna e dunque sapere di cosa parla il film di Claude Lelouch del 1966:
Giunta in ritardo alla stazione di Deauville, una giovane vedova, Anne Gauthier, segretaria di edizione cinematografica, accetta l’offerta di un passaggio in auto per Parigi che le offre il corridore Jean-Louis Duroc. Il lungo viaggio invita al colloquio e Anne racconta la propria storia matrimoniale culminata con la morte del marito, cascatore, avvenuta per un incidente sul set. Nei successivi incontri di Anne con Jean-Louis, è l’uomo che rivela i particolari della sua vita, e la donna, già a lui affine per l’età e per le visite domenicali al collegio di Deauville dove vengono educati i rispettivi figli, scopre con questi altre affinità: anche Jean-Louis è vedovo perché sua moglie, disperata a causa di un grave incidente capitatogli mentre era in gara, si è uccisa. Jean-Louis ed Anne si sentono sempre più attratti l’uno all’altra e si abbandonanano al reciproco sentiment ma, quando Jean-Louis conduce Anne in un albergo, questa, riluttante ad un’esplosione d’amore puramente passionale, si ritrae attribuendo la sua resistenza al ricordo del marito. Occorrerà tempo, dedizione e dolcezza perchè un nuovo amore possa svilupparsi tra Anne e Jean-Louis.
La recensione di Un uomo, una donna: il film manifesto tra i capolavori del cinema francese di Claude Lelouch
Come può un film dalla trama estremamente semplice, con soggetti comuni, del tutto ordinari trasformarsi non solo in un manifesto del cinema francese, ma addirittura in un capolavoro artistico a tutto tondo? Mettete Claude Lelouch dietro la macchina da presa, la colonna originale composta dal suo collega fedele Francis Lai con i testi di Pierre Barouh eseguiti dalla voce di Nicole Croisille e otterrete Un uomo, una donna il primo lungometraggio del regista francese del 1966. Il titolo originale del film Un homme et une femme, da cui viene ripreso anche quello del brano bossa nova che costituisce il tema musicale divenuto iconico e senza tempo fino ai giorni nostri, riassume chiaramente nelle due parole di “uomo” e “donna” la semplicità della storia, la sua estrema limpidità riflessa dalla stessa poesia visiva e musicale portata su schermo e dunque la conseguente potenza con cui arriva agli occhi e alle orecchie dello spettatore.
Scegliendo di optare per il procedimento narrativo dello show, don’t tell, che privilegia dunque il mostrare tramite immagini a discapito del raccontare con le parole, Claude Lelouch realizza un’opera sensoriale, nonché sensuale, nel suo sublimarsi da pure immagini e note musicali che non solo si tengono per mano, ma compongono un abbraccio armonioso come quello del finale, tanto drammatico nelle sue premesse quanto languido nell’epilogo atteso. In Un uomo, una donna primeggiano dunque gli sguardi, i gesti, il toccarsi, lo sfiorarsi, i silenzi, il rendere visibile ciò che è invisibile al mondo della percezione su tutto ciò che invece è il sovrabbondante rumore delle parole pronunciate tanto per parlare, nel suo didascalico tentativo di rappresentare il mondo ma soprattutto l’amore che invece è fatto di sensazioni ed emozioni e perciò non può essere spiegato logicamente.
Oltre a quello musicale della colonna sonora, le cui parole inventate “chabadabada” nate da un’associazione casuale di lettere sono divenute poi un’espressione nella lingua francese per indicare la successione alternata di un uomo e una donna soprattutto in ambito politico, il ritmo del film è scandito anche dall’alternanza della pellicola a colori con quella in bianco e nero. Come dichiarato da Claude Lelouch stesso, questa scelta è stata dettata solamente da ragioni economiche per cui realizzare interamente il lungometraggio a colori sarebbe stato molto più costoso. Il regista francese ha confessato inoltre il fatto che portando sul grande schermo un pellicola sia a colori che in bianco e nero, lo spettatore avrebbe sicuramente ricercato dei significati nascosti dietro a questa decisione come per esempio l’uso di una o dell’altra per rappresentare le ambientazioni da interni o da esterni. Un uomo, una donna può dunque essere definito a mani basse un capolavoro del cinema francese, nonché manifesto della sua poetica, in quanto portatore di una storia universale d’amore che arriva ad abbracciare lo spettatore nella sua assolutezza, in quanto uomo, in quanto donna.