Articolo pubblicato il 11 Giugno 2024 da Christian D’Avanzo
The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes (Natsu e no tunnel, Sayonara no deguchi) è un anime di genere fantascientifico diretto da Tomohisa Taguchi e distribuito nelle sale cinematografiche italiane a partire da lunedì 10 giugno 2024 fino al 12 dello stesso mese, in quanto evento extra. Si tratta di un’opera drammatica e al contempo sentimentale che ha incuriosito moltissimo gli spettatori di ogni età, a prescindere dall’essere appassionati o meno di film d’animazione giapponesi. Questo anime, prodotto dallo studio di animazione giapponese CLAP, si basa sull’omonimo romanzo scritto da Mei Hachimoku ed illustrato da Kukka, e ha vinto come miglior film agli Anime Trending Awards 2024. Ma com’è The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes qualitativamente parlando? Di seguito la recensione.
La trama di The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes, anime di Tomohisa Taguchi
The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes sembra mescolare diversi generi cinematografici nella sua snella durata di circa 82 minuti, e i giovani protagonisti restano invischiati in una serie di eventi e di ostacoli da superare in questo tunnel dove lo spazio e il tempo appaiono personalizzati. Dunque, di cosa parla nello specifico questo anime? La trama del film d’animazione di Tomohisa Taguchi:
Le leggi dello spazio e del tempo nel tunnel Urashima non valgano, motivo per cui una volta trovato, deve essere attraversato per raggiungere l’altra parte, dove si troverà ciò che il cuore desidera più di ogni altra cosa. Una notte, Kaoru Tono si imbatte improvvisamente in un tunnel che tanto somiglia a quello di cui ha sentito parlare e, mentre decise se attraversarlo o no, il giovane si ritrova a pensare a sua sorella Karen, morta in un incidente cinque anni prima. Sarà la studentessa Anzu, da poco trasferitasi in città, ad aiutarlo nella sua scelta, offrendosi come accompagnatrice all’interno del tunnel. Ma cosa accadrà una volta che i due ragazzi avranno raggiunto l’altra parte del tunnel?
La recensione di The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes: un anime altalenante che risulta efficace solo a tratti
Ci sono certi film d’animazione, soprattutto nell’ambito degli anime, dove la sensibilità è ben accompagnata dalla tecnica. Nel caso di The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes ciò che più colpisce in positivo sono proprio le animazioni e il modo in cui vengono valorizzate dalla scelta di inquadrare: i colori caldi risultano evocativi e restituiscono alla perfezione le sensazioni provate durante il corso dell’estate. Infatti, la cura dei dettagli appare maniacale (con l’ausilio della messa a fuoco) e si cerca di ricreare a pieno regime persino i suoni tipici della bella stagione, i quali vengono messi in sottofondo mentre le immagini scorrono creando un’armonia piacevolissima. I fuochi d’artificio del 2 agosto, ad esempio, vengono inseriti in primo piano e poi di quinta, così da fungere da cornice non solo estetica bensì sonora, per l’appunto. I paesaggi acquisiscono una credibilità profonda, riescono a guidare i sentimenti e di conseguenza i dialoghi dei due giovani protagonisti, come accade nella sequenza ambientata nell’acquario oppure nelle rispettive case. Il taglio della luce è in pratica fotorealistico, perciò questo elemento naturale risulta epidermico grazie alle ombre, alla foschia e ai continui riflessi nell’acqua del mare e del percorso interno al tunnel, nel vetro della televisione e dei bicchieri. Le soggettive sono invece una manifestazione tangibile dei sentimenti provati da Tono e Anzu in specifici momenti del racconto, lavorando per empatia; un attacco di panico equivale ad uno sguardo incerto, traballante esattamente come le inquadrature.
Per quanto riguarda il ritmo c’è da dire che è efficace immergere gli spettatori adottando per il film un tono leggero, a dispetto del dramma provato parallelamente da due personaggi, almeno all’inizio ambigui. Successivamente non mancano i momenti di tensione, che in maniera graduale introducono le storie di entrambi costruendo intorno a loro un background funzionale e ritagliando interiormente ad essi un discreto livello di profondità psicologica. L’anime in questione è un prodotto non troppo maturo a dir la verità, forse limitato anche dall’intenzione di percuotere un target esclusivamente formato da adolescenti, ragion per cui è l’aspetto sentimentale a coprire – addirittura – quasi del tutto il fattore fantascientifico. Rivelati passo dopo passo i retroscena relativi a Tono ed Anzu, nell’arco dei circa 82 minuti di The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes non ci si gioca mai la carta sci-fi, né nella narrazione né nell’estetica. Il famoso tunnel di Urashima resta soltanto un percorso formato da colonne alberate, foglie e acqua sul pavimento, oltre che una specie di portale in grado di far viaggiare nel tempo e nello spazio i soggetti che hanno perso qualcosa e desiderano riacquisirla. Tuttavia, l’aggravante è proprio quella di impiegare quanto descritto come un mero espediente per far sì che i protagonisti lavorino su se stessi, uno in virtù dell’elaborazione del lutto, l’altra per accettarsi alimentando la sua autostima. Davvero uno spreco, siccome il tunnel poteva regalare sequenze oniriche di spessore, e dati i presupposti in termini registici e d’animazione era lecito attendersi un’esplorazione ben più incisiva, ma soprattutto creativa.
Alla luce di ciò, The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes resta un film sentimentale semplice e genuino, con un finale però troppo sbrigativo e con delle premesse lasciate alla sola indagine nell’ambito fantascientifico. Dunque, nella sua schiettezza l’anime di Tomohisa Taguchi risulta efficace solo a tratti: funziona nella costruzione dei due protagonisti, specie nello sviluppo delle loro emozioni, ma non riesce ad elevarsi rispetto all’abbondante concorrenza. Insomma, serviva qualcosa di decisamente più memorabile per far parlare del film anche al di fuori della cerchia di adolescenti e di appassionati del romanzo. Ci sono vari momenti teneri tra Tono ed Anzu che rendono la visione scorrevole e piacevole, come quando vengono riproposti gli stessi gesti ma da un’altra prospettiva, o quando lui osserva che lei in casa ha un vaso di girasoli e decide di ricreare la medesima scena del giorno in cui si sono conosciuti sostituendo l’ombrello con la stessa specie di fiore. Talvolta le immagini sono così d’impatto che le parole risultano superflue, e soprattutto nel finale i protagonisti dicono più di quanto non lasciano già trasparire rendendo le ultime sequenze quasi anticlimatiche. The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes si impantana sul più bello, non osa proporre anche solo 10 minuti in più di durata per estendere l’immaginazione: mostra poco il microcosmo del tunnel (la fantascienza) e fin troppo la realtà personale dei personaggi (il sentimentale).