Articolo pubblicato il 7 Giugno 2024 da Christian D’Avanzo
Figlia d’arte, regista, sceneggiatrice e produttrice della serie TV di successo intitolata Servant, disponibile su Apple TV+, Ishana Night Shyamalan è al suo esordio sul grande schermo con il film The Watchers – Loro ti guardano. Si tratta di un horror fantasy che ha come protagonista Dakota Fanning, distribuito al cinema in Italia da Warner Bros. Pictures a partire da giovedì 6 giugno 2024: ma com’è effettivamente il primo lungometraggio della figlia del famoso M. Night Shyamalan? La recensione di The Watchers – Loro ti guardano, film basato sul romanzo di A. M. Shine.
La trama di The Watchers – Loro ti guardano, film di Ishana Night Shyamalan
Basato su una certa tensione e sulla presenza di oscure presenze in una estesa foresta irlandese, di cosa parla precisamente The Watchers – Loro ti guardano? Di seguito la trama del film d’esordio di Ishana Night Shyamalan:
Mina (Dakota Fanning) è una giovane artista che si ritrova bloccata in un’enorme ed estesa foresta dell’Irlanda occidentale, dopo che la sua macchina si rompe proprio al limite del bosco. La foresta sembra non esistere su nessuna mappa e Mina decide di addentrarvisi, fino a quando non viene spinta da una donna a entrare in un bunker in cemento. Mina si ritrova intrappolata con tre sconosciuti, Madeline, Ciara e Daniel (Olwen Fouéré, Georgina Campbell e Oliver Finnegan), e scoprirà che nella foresta vivono delle misteriose creature che emergono dalla terra, li osservano e li perseguitano. Non è possibile uscire fuori dal bunker, perché accadono cose terribili a chiunque venga trovato dagli “osservatori” nella foresta: ma chi sono? O meglio, cosa sono?
La recensione di The Watchers – Loro ti guardano: la premessa è suggestiva, le conclusioni insoddisfacenti
Ciò che più rammarica di The Watchers – Loro ti guardano è la potenzialità ideologica presentata durante l’arco della prima parte, dove per circa 50 minuti il mondo magico creato dalla figlia d’arte Ishana Night Shyamalan riesce a catturare lo sguardo. L’osservazione è il fulcro estetico e narrativo nella foresta nella quale Mia muove i suoi passi smarriti. Infatti, la protagonista interpretata da una fin troppo glaciale Dakota Fanning non si è mai ripresa dall’incidente che è costato la vita a sua madre, dunque è durante il compimento dell’ennesimo viaggio sulla carta inconcludente, che finisce col perdersi fisicamente, oltre che mentalmente. Se non si conosce il romanzo di partenza, la premessa potrebbe lasciare presagire un horror psicologico in cui ci si interrogherà sulla veridicità degli eventi ancorati allo sguardo di un personaggio ben preciso, eppure l’incipit promette fin da subito qualcosa di diverso, appartenente per l’appunto al genere fantasy. La combinazione di questi due generi porta quattro individui a condividere lo stesso spazio, un bunker in cemento, per scampare al pericolo rappresentato da strane creature che escono di notte dalle loro tane per osservare – come suggerisce il titolo – i prigionieri, gli esseri umani visti come giocattoli, cavie per condurre esperimenti oppure altro di più perverso?
Il proseguo è infatti basato su un seducente gioco di specchi, ombre e rumori, sia nelle inquadrature pittoresche della giovane regista che nella scrittura. Le creature sono sempre dietro l’angolo e riescono a incutere timore, ma soprattutto a instillare una serie di dubbi anche nello spettatore più scettico ed esperto, quindi The Watchers – Loro ti guardano sul fronte intrattenimento non delude affatto. Ciò che lascia di stucco è come Ishana Night Shyamalan si dimostri matura nel perpetuare incertezze e suggestioni in questo suo esordio, e risultano davvero interessanti le informazioni da lei seminate nel corso del racconto, tra ripetizioni, sdoppiamenti, duplicati; il campo semantico in questione viene suggerito e mai esposto esplicitamente. Chi guarda può immedesimarsi proprio negli “osservatori” in quanto partecipe di ciò che sta avvenendo, non si subisce passivamente il tutto: si riflette, si elaborano teorie, si anticipano interpretazioni e si avanzano supposizioni. Il fatto che dietro uno specchio, teoricamente inarrivabile e definito all’interno del film stesso come una “Wonderland”, ci siano quattro persone guardate da esseri indefiniti lascia presagire la possibilità di essere noi stessi tali creature. Di fatto si potrebbe assistere ad un reality show alla pari del Grande Fratello, e i protagonisti a loro volta guardano all’infinito la terza stagione di un programma televisivo molto simile. D’altronde, cosa potrebbe succedere se più persone condividono uno spazio circoscritto per un periodo di tempo prolungato?
La risposta a tutti gli interrogativi che The Watchers – Loro ti guardano invita a porsi non tarda purtroppo ad arrivare, ma le conclusioni risultano particolarmente insoddisfacenti e perciò emerge l’asprezza della regista. Ci sono quattro personaggi e non c’è mai un vero e proprio approfondimento psicologico nella seconda metà del film, ed ecco che Daniel e Mina spiegano il loro background in maniera eccessivamente verbosa, Ciara resta sullo sfondo come presenza attiva mentre Madeline resta impressa più per la bravura di Olwen Fouéré che per meriti legati allo script. La presenza del fantasy si fa maggiormente prorompente e vengono svelati i volti delle creature, nonché la loro misteriosa identità. Si tratta di uno svarione non indifferente poiché l’atmosfera ne risente, così come il ritmo, e il doppio finale non fa altro che rendere didascalico l’intero prodotto poiché immette nella narrazione uno “spiegone” tremendo. Inoltre, il voice-over dell’inizio e ripreso al termine del racconto risulta alquanto inutile, appesantendo le immagini suggestive e rimuovendone l’ambiguità. I colpi di scena sono goffi e senza fantasia, mescolano elementi già presenti in tantissimi altri titoli appartenenti proprio al fantasy e all’horror (Old; The Village; Spiderwick – Le cronache) che finiscono con il banalizzare il concettuale punto di partenza: si sperava in una rielaborazione mai sopraggiunta, e per di più viene minata la coerenza complessiva dell’opera. Con il suo film d’esordio, The Watchers – Loro ti guardano, Ishana Night Shyamalan non si distacca per niente dall’autorialità del padre e tenta di appropriarsi proprio della sua abilità nel piazzare uno o più colpi di scena, specie nel finale, mescolando archetipi narrativi da lui resi personali ed efficaci. In tal caso il paragone non sussiste e la cineasta resta vittima del suo stesso concetto, ossia appare come un duplicato piuttosto grezzo.