Articolo pubblicato il 2 Marzo 2024 da Emanuela Di Pinto
Dune Parte 2 sta riscuotendo un successo che in molti, qualche anno fa, non avrebbero mai previsto. Il ciclo di Frank Herbert ha gettato le fondamenta della fantascienza moderna, facendo da modello concettuale a tantissimi prodotti di intrattenimento che sono stati realizzati poi nel corso dei decenni. L’esempio per eccellenza è la saga di Star Wars che trae liberamente ispirazione dalla geopolitica e dalla mitologia dell’eletto che sono sempre stati il cuore di Dune rendendo poi il racconto più fruibile, facile ed adatto a tutti. Il romanzo di Herbert non racconta una storia semplice: è intrinso di una mitologia ed un contesto che fa riferimento ai grandissimi studi antropologici e culturali fatti dall’autore nel corso della sua vita e che Denis Villeneuve ha riportato fedelmente all’interno delle due pellicole che ha realizzato.
Se dal punto di vista politico Dune propone una visione utopica ed estremizzata di alcuni sistemi politici vigenti, l’elemento della fede e della cultura è il prodotto di accurate ricerche fatte riferendosi alla cultura ebraica, cristiana ed islamica. Oltre al lato religioso, l’aspetto politico di Dune è sempre stato qualcosa che ha affascinato intere generazioni di lettori. L’enorme merito di Herbert è quello di aver descritto, in maniera utopica e fantascientifica, ciò che potrebbero diventare le società umane.

Dune, un impero feudale migliaia di anni nel futuro
L’opera di worldbuilding fatta da Frank Herbert è immensa, paragonabile per lavoro e portata solo a quella di Tolkien ne Il Signore degli Anelli. L’autore inventa culture, lingue, accenti nel quale inserire i propri personaggi, facendoli vivere in un contesto talmente ben raccontato e descritto da diventare reale. Insomma, la sospensione dell’incredulità diventa talmente semplice da non essere neanche percepita come tale. La costruzione fatta da Herbert ha impostato leggi, equilibri e legami che hanno conseguenze più o meno importanti in tutto il racconto di Dune. Ambientato in un futuro distopico, ciò che rende Dune un unicum nella fantascienza è il modo in cui, nonostante il racconto sia migliaia di anni avanti rispetto al nostro tempo, si faccia riferimento ed un sistema feudale, paragonabile a quello medievale. La galassia, infatti, è un Imperium governato dalla casa Corrino che regna da migliaia di anni. Al centro di tutto c’è l’Imperatore, una figura misteriosa che, in realtà, non è altro che un burattinaio di tutti i movimenti e scontri che si verificano sull’enorme scacchiera geopolitica di Dune.
La Spezia, il vero motore di Dune
L’Imperium è gestito attraverso un sistema di tipo feudale con cui l’Imperatore affida alle casate nobili il governo dei singoli pianeti. Il suo potere, però, viene affiancato da quello di altri organi come la Gilda Spaziale (che gestisce i trasporti tra i pianeti) e il Landsraad (l’assemblea delle casate). Mentre quest’ultimo ha il compito di essere l’ago della bilancia rispetto al potere imperiale, la Gilda Spaziale è colei che ha il vero monopolio del potere: gestendo le tratte tra i pianeti, sono costantemente a contatto con quello che è il suo carburante, la Spezia, definita come la più importante risorsa nell’interno universo narrativo di Dune. E’ qui che diventa chiara l’importanza di Arrakis, unico pianeta di produzione della spezia. A causa della sua importanza, infatti, l’Imperatore non può affidarlo esclusivamente ad una sola casata decidendo, a giro, di assegnarla periodicamente.

Dune, la fantascienza politica che ha cambiato il mondo sci fi
Ad un quadro politico così complesso, che si dimostra fin da subito essere l’asse portante della storia, si aggiunge anche l’elemento religioso che vede coinvolta anche la sorellanza delle Bene Gesserit che utilizzano, come delle burattinaie molto esperte, i labili equilibri tra le casate per arrivare ai propri obiettivi religiosi. La totale assenza dell’elemento tecnologico che caratterizza la fantascienza moderna conferma solo quanto Dune sia un’opera immensa nel suo modo di approcciare allo sci fi totalmente utopico, distopico ma, allo stesso tempo, anacronistico. Ciò che diventa importante non è raccontare il futuro ma come, nonostante i millenni trascorsi, l’uomo si riduca sempre ad affidarsi a quelli che sono gli elementi fondativi della società umana: la religione, la spasmodica ricerca del potere e la vendetta. Nonostante tutti parlino di Dune (sia al cinema che su carta stampata) come un esempio virtuoso di racconto sci fi, in realtà è l’opera che di più, nella storia del cinema e della letteratura, ha declinato la definizione di fantascienza politica e facendo capire quanto l’uomo in realtà abbia solo e unicamente un obiettivo: sopravvivere e dimostrarsi più forte dell’altro.