Natale in casa Cupiello: le differenze tra l’opera teatrale e il film

Natale in Casa Cupiello è una delle opere teatrali più famose di sempre e, nel 2020, ne è stato realizzato un adattamento Rai. Ma quali sono le differenze tra l’opera e il film?
Natale in casa Cupiello: le differenze tra l'opera teatrale e il film

Articolo pubblicato il 24 Dicembre 2024 da Christian D’Avanzo

Natale in casa Cupiello rappresenta una delle opere teatrali più conosciute e apprezzate di Eduardo de Filippo, nonché una delle opere più amate in lingua napoletana. Nel 2020, è stato realizzato, con la regia di Edoardo De Angelis, l’adattamento televisivo dell’opera, andato in onda per la prima volta il 22 dicembre 2020 su reti Rai. I telespettatori, che hanno ora la possibilità di osservare questo lavoro direttamente dalla piattaforma di streaming di Rai Play, avranno notato sicuramente delle differenze tra l’opera teatrale e il film: ma quali sono le principali?

L’ambientazione dell’opera

La prima differenza principale tra Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo e l’adattamento televisivo di Edoardo De Angelis si osserva in merito all’ambientazione del film, oltre che al periodo storico in cui l’opera è ambientata. Con la rappresentazione di Natale in casa Cupiello di Eduardo de Filippo ci si trova orientativamente nel primo dopoguerra, negli anni ’30, come ci si può rendere conto anche dall’utilizzo di alcune tipologie di vestiario o di abitudini domestiche, che sono tipiche anche della rappresentazione di una classe sociale tutt’altro che abbiente.

Lo stesso quantitativo di lire che vengono spese per acquistare i Re Magi o altri oggetti dimostrano quale fosse l’ambientazione dell’opera; il film diretto da Edoardo De Angelis, invece, si ambienta orientativamente intorno agli anni ’50 a Napoli, in una cornice storica e culturale completamente differente, ancora una volta resa possibile dal numero di lire che vengono spese dal protagonista interpretato da Sergio Castellitto, oltre che da altri indizi che si intravedono all’interno del film.

La classe sociale dei protagonisti

Come detto precedentemente, il fattore della povertà dei protagonisti dell’opera di Eduardo De Filippo è reso possibile da una serie di indizi, che vengono marcati costantemente all’interno dell’opera. Il presepe, che viene realizzato da Luca Cupiello, costituisce una delle fonti di spesa principale all’interno dell’opera, quasi sacrificando altri acquisti che possono essere fondamentali per la famiglia; allo stesso tempo, il matrimonio della figlia Ninuccia rappresenta una fonte di gioia per la famiglia, che può finalmente essere tranquilla nel sapere che la propria figlia è sposata con un uomo abbiente, che opera nell’ambito del commercio dei bottoni.

Diversamente, attraverso gli stracci o, più semplicemente, per mezzo di quella bacinella che viene utilizzata per i propri bisogni e per lavare il volto, ci si può rendere conto di quale sia l’estrazione sociale dei personaggi. A differenza dell’opera teatrale di Eduardo De Filippo, il film diretto da Edoardo De Angelis tende ad appiattire le classi sociali, sia perché posto cronologicamente dopo nel tempo, sia perché, con vestiti o dialoghi propri della quotidianità, non si sottolinea quella differenza, nell’opera teatrale così tanto marcata, tra la classe sociale dei protagonisti e quella dei personaggi più borghesi. Una borghesizzazione maggiore dei personaggi è, dunque, il connotato fondamentale del film che, per questo motivo, è stato criticato da alcuni spettatori.

Il ruolo di Concetta

Il personaggio di Concetta è uno dei fondamentali all’interno dell’opera di Eduardo de Filippo, sia per drammatizzazione, sia per l’esagerazione di gesti, parole ed espressioni che hanno reso iconico il personaggio. Da un lato, ciò è stato reso possibile da una magistrale interpretazione di Pupella Maggio, dall’altro in virtù di una scelta ben precisa da parte del drammaturgo. Con il film di Edoardo De Angelis, invece, si osserva quasi un passo indietro da parte del personaggio interpretato da Marina Confalone, presente anche, pur nelle vesti di un personaggio secondario, nell’opera di Eduardo de Filippo. La Concetta del film è molto più pacata, quasi messa in secondo piano rispetto ad altri caratteri che la sovrastano, per una scelta di scrittura, più che di interpretazione.

Il carattere di Luca Cupiello

Accanto ad una diversa scrittura di Concetta, si osserva anche un’interpretazione differente del personaggio di Luca Cupiello. Il film di Edoardo De Angelis tende ad eliminare parte di quella ingenuità del personaggio che era stato interpretato da Eduardo de Filippo all’interno della sua opera: da un lato ciò dipende dalla caratterizzazione del volto di Sergio Castellitto, dall’altro da una volontà di premere sull’acceleratore per quanto riguarda alcuni momenti caratteristici del film. In più punti, ad esempio, il Luca Cupiello di Sergio Castellitto alza la voce, sovrasta gli altri personaggi con il suo carattere e tende ad essere maggiormente aggressivo. In generale, il carattere rappresentato è quello di un uomo più maturo, rispetto a quell’eterno bambino che ama fare il presepe rappresentato da Edoardo de Filippo. Ci si rende conto del fatto che questa scelta sia stata fortemente voluta per non tentare una assimilazione totale del personaggio che, in alternativa, avrebbe sofferto particolarmente del confronto con il Luca Cupiello scritto da Eduardo de Filippo.

Le scene di esterni

Non potendo certamente citare alcune delle differenze stilistiche, come l’utilizzo degli specchi o della colonna sonora, che sono caratteristiche di un’opera dedicata al grande o al piccolo schermo, rispetto ad una scrittura per un’opera teatrale, si cita un’ultima grande differenza tra il Natale in casa Cupiello di Eduardo de Filippo e quello di Edoardo De Angelis. Questa differenza riguarda le scene di esterni, che vengono concepite, nel film andato in onda nel 2020, per legare idealmente gli atti, non avendo il mezzo del sipario per separare le scene. Tra le scene in esterni che vengono rese memorabili da parte del film ci sono quelle dirette a Via dei Tribunali, a Napoli, con Sergio Castellitto che si reca da un artigiano per acquistare i Re Magi o quella dei due personaggi di Tommasino e Ninuccia che si abbracciano, comprendendo le condizioni del padre.