Uno degli sport più conosciuti e praticati oltreoceano è sicuramente il baseball, anche se in realtà si tratta di una disciplina nata, o meglio, sviluppata in Inghilterra attraverso altri sport simili tra il 1700 ed il 1800. Successivamente, il popolare gioco di squadra è stato esportato nel Nord America dove, nel corso del tempo, è cresciuta e si è formata la versione moderna conosciuta tutt’oggi. Proprio negli Stati Uniti viene soprannominato “passatempo americano” perché, durante annate particolarmente complicate come la guerra civile e la Grande Depressione, il baseball è diventato quella sorta di momento di evasione dalle problematiche quotidiane, costruendosi una solida reputazione. Inoltre, dal 1992 fino al 2008 è stata una disciplina sportiva olimpica, per poi essere reinserita nel 2021 alla 33° edizioni dei Giochi Olimpici di Tokyo.
I migliori film sul baseball: ecco quali sono
Proprio come tanti altri sport, visto anche per la reputazione precedentemente citata, il baseball ha portato diversi autori a voler raccontare storie o avvenimenti in relazione con questo gioco di squadra: dalle semplici commedie romantiche ai racconti di formazione, passando per biopic oppure storie di rivincita e rinascita. Di seguito la classifica dei 10 migliori film sul baseball.
10) “L’Amore in Gioco” di Peter e Bobby Farrelly (2005)
Il primo titolo di questa classifica dei 10 migliori film sul baseball è “L’Amore in Gioco” del 2005, una commedia romantica dei fratelli Peter e Bobby Farrelly (“Tutti Pazzi per Mary”, 1998, “Io, Me & Irene”, 2000 e “Amore a Prima Svista”, 2001), remake dell’omonimo film del 1997, conosciuto in Italia come “Febbre a 90°” (presente nella classifica dei migliori film sul calcio), a sua volta tratto dal romanzo di Nick Hornby. Se la pellicola originale e lo stesso libro raccontano una storia che gira intorno al calcio, i fratelli Farrelly cambiano sport ed ambientazione, per renderlo più fruibile ad un pubblico prevalentemente statunitense. Ben Wrightman (Jimmy Fallon), un insegnante delle scuole medie, e Lindsay Meeks (Drew Barrymore), una donna in carriera, sono due giovani innamorati, ma la loro relazione è in crisi per via del tifo sfegatato di lui per i Boston Red Sox, la famosa squadra di baseball della Major League. La nota franchigia statunitense prende il posto dell’Arsenal FC, ma entrambi i film raccontano due storie d’amore e di due squadre che dopo una serie di sconfitte tornano alla ribalta: se il team londinese torna ad aggiudicarsi il campionato, i Red Sox vincono, proprio l’anno di realizzazione del film, le note World Series dopo ben 86 anni.
9) “Di Nuovo in Gioco” di Robert Lorenz (2012)
Al nono posto c’è, invece, “Di Nuovo in Gioco” diretto dall’esordiente Robert Lorenz (che ha poi successivamente diretto solamente “Un Uomo Sopra la Legge”, 2021) e che segna il grande ritorno come attore protagonista di Clint Eastwood, ritiratosi nel 2008 dopo l’interpretazione in “Gran Torino”, e la prima pellicola, dopo “Nel Centro del Mirino” (1993), dove si trova davanti alla macchina da presa senza ricoprire il ruolo di regista. Il famoso cineasta statunitense riveste i panni di Gus Lobel, un anziano talent scout degli Atlanta Braves, franchigia della Major League, che con il passare del tempo e dell’avanzare della vecchiaia è sempre più introverso e scontroso. Durante una trasferta per la valutazione di un potenziale talento e futura stella del baseball, si uniscono a lui la figlia Mickey (Amy Adams) ed un giovane osservatore dei Red Sox (Justin Timberlake), i quali aiutano lo scorbutico scout a non perdere il posto in squadra e riuscir a rimettersi in gioco.
8) “Ragazze Vincenti” di Penny Marshall (1992)
Tra i migliori film sul baseball si fa largo la commedia “Ragazze Vincenti”, un film del 1992 diretto da Penny Marshall (“Big”, 1988, “Risvegli”, 1990 e “Mezzo Professore tra i Marines”, 1994) che racconta della nascita e dello sviluppo della All-American Girls Professional Baseball League, campionato femminile professionista di baseball fondato nel ’43 dall’imprenditore della Major League Philip K. Wrigley. Considerato un cult tra i titoli sportivi, il film dei primi anni ’90, grazie ad un cast ricco di grandi nomi da Geena Davis e Madonna a Tom Hanks e Bill Pullman, ha riscosso grande successo portando alla ribalta la storia di questa lega. Importante è il valore intrinseco di una pellicola ancora oggi ricordata per diverse citazioni oppure per la presenza di star hollywoodiane, oltre alla colonna sonora firmata dalla stessa Madonna con il brano “This Used to Be My Playground”. Un cult che si sviluppa attraverso la storia di un gruppo di giocatrici professioniste, dagli inizi più complicati e difficoltosi al rapporto con l’allenatore, per poi arrivare e raggiungere quei tanto agognati consensi e successi.
7) “The Fan – Il Mito” di Tony Scott (1996)
Nella posizione successiva si trova il regista Tony Scott (“Top Gun”, 1986, “Una Vita al Massimo”, 1993 e “Man on Fire”, 2004) con il suo “The Fan – Il Mito”, un thriller psicologico del 1996 con Robert De Niro e Wesley Snipes, tratto da “L’Idolo” (1995) romanzo scritto da Peter Abrahams. Il protagonista è Gil Renard, un rappresentate di coltelli ed accanito tifoso dei San Francisco Giants, e del neo acquisto Bobby Rayburn. L’atleta professionista sta affrontando una stagione molto deludente, mentre Gil finisce per perdere il lavoro ed il baseball diventa la sua unica ragione di vita. A sconvolgere i due protagonisti è la morte del compagno di squadra dei Giants Juan Primo (Benicio del Toro), astro nascente della squadra e possessore della maglia numero 11, che Bobby rivendica da tempo come portafortuna. Inizialmente la pellicola non ha riscontrato molto successo, ma con il tempo si è ritagliato il suo spazio tra i cosiddetti titoli cult, non solo tra quelli sportivi, grazie in particolare modo ad una delle migliori interpretazione di De Niro.
6) “Major League – La Squadra più Scassata della Lega” di David S. Ward (1989)
Cambiando completamente genere cinematografico, nel 1989 esce nelle sale “Major League – La Squadra più Scassata della Lega” di David S. Ward (“Sua Maestà Viene da Las Vegas”, 1991 e “The Program”, 1993). Una commedia che ruota intorno ai Cleveland Indians, squadra professionista della Major League che si appresta ad iniziare la nuova stagione, ma tra giocatori infortunati, ex pregiudicati, patiti del gioco d’azzardo, atleti in declino e di oramai scarsa qualità, che si ritrova allo sbando. La vedova e facoltosa ereditiera Rachel Phelps (Margaret Whitton) ha come solo obiettivo perdere il più possibile per poter trasferire la squadra a Miami, ma quando viene scoperta dall’attempato coach scelto per allenare un gruppo di sbandati tutto cambia: il destino degli Indians cambia radicalmente, sia sul campo sia nelle vite private dei vari giocatori, riavvicinando al team anche gli stessi tifosi che sembravano oramai aver abbandonato la franchigia statunitense. Il risultato al botteghino è stato sorprendente, tanto da portare alla realizzazione di due sequel “Major League II” (1994) e “Major League – La Grande Sfida” (1998), anche se entrambi non hanno riscosso il successo sperato.
5) “Che Botte se Incontri gli Orsi” di Michael Ritchie (1976)
In quinta posizione si trova il cult “Che Botte se Incontri gli Orsi” di Michael Ritchie (“Un Amore Perfetto o Quasi”, 1979, “Come ti Ammazzo un Killer”, 1983 e “Fletch”, 1985), una commedia sportiva del 1976 con protagonista lo spettacolare Walter Matthau che riveste i panni di un ex giocatore di baseball con problemi di alcolismo che si ritrova ad essere ingaggiato come allenatore di una piccola squadra giovanile sgangherata: i cosiddetti Bears. Un racconto di formazione costruito mediante innumerevoli gag ed il rapporto che si crea tra il coach ed i suoi giovani atleti che dimostra come, alla fine, l’obiettivo finale non deve per forza essere la vittoria, ma il viaggio ed il percorso che si deve affrontare. Proprio come il titolo precedente della classifica, anche il film del ’76 ha portato alla realizzazione di un paio di sequel “Gli Orsi Interrompono gli Allenamenti” (1977) e “Gli Orsi Vanno in Giappone” (1978), ma anche una serie televisiva intitolata “La Gang degli Orsi” (1979-1980) ed un remake omonimo nel 2005.
4) “L’Uomo dei Sogni” di Phil Alden Robinson (1989)
Ad un passo dal podio c’è “L’Uomo dei Sogni” di Phil Alden Robinson (“I Signori della Truffa”, 1992 e “Al Vertice della Tensione”, 2002), un dramma dai risvolti fantasy con protagonista Kevin Costner, tratto dal romanzo “Shoeless Joe” (1982) di W. P. Kinsella. La storia di un agricoltore dell’Iowa che seguendo il proprio istinto costruisce un campo regolamentare da baseball tra il suo granturco finendo per indebitarsi pesantemente, ma capace di attrarre gli spiriti di alcune leggende del famoso gioco di squadra. Fanno parte del cast attori del calibro di Ray Liotta, James Earl Jones e Burt Lancaster, alla sua ultima apparizione cinematografica. Accolto positivamente dalla critica e dal pubblico, il film è stat selezionato dalla Biblioteca del Congresso ed inserito nel National Film Registry, oltre a racimolare ben 3 nomination agli Academy Awards, per il miglior film, la miglior colonna sonora e la miglior sceneggiatura non originale.
3) “42 – La Vera Storia di una Leggenda Americana” di Brian Helgeland (2013)
Sul gradino più basso del podio dei 10 migliori film sul baseball si fa spazio “42 – La Vera Storia di una Leggenda Americana”, un biopic sul famoso Jackie Robinson, il primo atleta afroamericano a giocare nella Major League Baseball. Il regista Brian Helgeland (“Payback”, 1999 e “Legend”, 2015) scrive e dirige un film biografico con protagonisti il compianto Chadwick Boseman nei panni di Robinson, ed Harrison Ford che interpreta il General Manager dei Dodgers Branch Rickey, colui che decise di mettere sotto contratto l’atleta afroamericano. Il titolo del film fa, ovviamente, riferimento al numero di casacca del giocatore protagonista, il quale è stato ritirato da tutte le squadre facenti parte della MLB. Una trasposizione cinematografica di uno degli avvenimenti storici più significativi della storia del baseball attraverso un racconto che utilizza lo sport come mezzo di comunicazione e che, forse, avrebbe meritato anche un passaggio sul grande schermo.
2) “Il Migliore” di Barry Levinson (1984)
In seconda posizione c’è, invece, “Il Migliore”, in originale “The Natural”, di Barry Levinson (“Good Morning, Vietnam”, 1987, “Rain Man”, 1988 e “Sleepers”, 1996), un’altra trasposizione di un romanzo, più precisamente dell’opera omonima di Bernard Malamud. Il film gira attorno alla storia di Roy Hobbs, interpretato da Robert Redford, un talentuosissimo giocatore di baseball dal futuro radioso. Un’opera capace di rendere cinematograficamente affascinante e accattivante uno sport come il baseball mediante una rivisitazione di un racconto senza tralasciare lo spirito, la forza e la poetica del romanzo, nonostante la scelta di un finale diverso. Un classico del cinema sportivo e non solo, il primo titolo realizzato dalla TriStar Pictures, capace di guadagnarsi 4 nomination agli Oscar ed 1 candidatura ai Golden Globe grazie ad un ottimo comparto tecnico ed un cast ricco di grandi nomi: oltre al già citato Redford, sono presenti anche Robert Duvall, Glenn Close, Kim Basinger e Michael Madsen.
1) “L’Arte di Vincere” di Bennett Miller (2011)
Infine, al primo posto di questa classifica dei 10 migliori film sul baseball non può che esserci lo straordinario e sorprendente “L’Arte di Vincere” diretto da Bennett Miller (“Truman Capote”, 2005 e “Foxcatcher”, 2014). Un biopic tratto dal romanzo intitolato “Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game” (2003) di Michael Lewis che racconta la storia del General Manager degli Oakland Athletics Billy Beane, interpretato da un ottimo Brad Pitt, costretto a lavorare per una squadra poco competitiva che annualmente deve vendere i suoi migliori giocatori. La svolta, però, avviene quando Beane ed il suo assistente Peter Brand (Jonah Hill) decidono di seguire un nuovo metodo statistico per comprare giocatori considerati poco produttivi con l’intento di ottenere delle vittorie. Un progetto che punta sul lavorare sul potenziale inespresso di una serie di atleti con diverse mancanze, ma che nascondono alcune qualità. Una strategia particolare che, inizialmente, non trova favori e consensi tra dirigenza, coaching staff e giocatori, ma che finisce per essere una soluzione vincente. La visione di uno sport da una prospettiva differente e originale, perfettamente godibile attraverso un medium come il cinema, il quale finisce per esaltarne ogni singolo elemento. Un ungometraggio che ha riscosso un grande successo anche tra critica e pubblico, guadagnandosi ben 6 candidature agli Academy Awards.