Nuovo appuntamento con l’approfondimento sulle piattaforme streaming, una rubrica che ha l’obiettivo di consigliare, non recensire, 5 film a prescindere dal loro genere, dalla loro durata o dall’anno di uscita con un nuovo articolo ogni settimana, ciascuno inerente una diversa piattaforma. Questa settimana è il turno di Netflix. Di seguito, ecco i 5 titoli di ottobre 2023.
La Sposa Cadavere – Tim Burton (2005)
Presentato in anteprima fuori concorso alla 62esima edizione della Mostra Internazionale D’arte Cinematografica di Venezia, La Sposa Cadavere è un film d’animazione in stop motion diretto da Tim Burton. Va detto chiaramente, nonostante la sua grande importanza ed altri lavori di livello, La Sposa Cadavere resta l’ultimo grandissimo film del regista di Burbank. Lo è innanzitutto perché si avverte l’amore incredibile che Burton ha riposto in questo progetto, lo è per la tecnica animata incredibile e lo è perché rappresenta al 100% lo stile e l’essenza di quello che, con gli anni, è diventato uno dei registi più citati ed amati al mondo. Nonostante le temperature ancora alte, si tratta poi del perfetto film autunnale e del periodo di Halloween, dunque va visto e rivisto, approfittando della sua presenza nel catalogo Netflix.
Il Cigno – Wes Anderson (2023)
Nell’ultimo anno, oltre ad aver diretto Asteroid City, Wes Anderson si è dedicato ad un progetto riguardante alcuni racconti scritti da Roald Dahl. Uno di questi, La Meravigliosa Storia di Henry Sugar – che è anche l’unico mediometraggio, con i suoi 37 minuti di durata – era stato presentato in anteprima all’80esima edizione della Mostra Internazionale D’arte Cinematografica di Venezia mentre, poche settimane dopo, tre cortometraggi della durata di 17 minuti ciascuno sono, sono stati pubblicati su Netflix.
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Il Cigno è il migliore dei tre: tratto dalla serie di racconti Un Gioco da Ragazzi e altre Storie, ha come suo punto di forza – soprattutto se paragonato alle altre opere di questo progetto – il fatto di lavorare di sottrazione, limitare la lunghezza dei dialoghi ed il numero di attori. In questo senso, vanno poi fatti i complimenti a Rupert Friend, forse l’attore meno conosciuto del gruppo di star che Wes Anderson ha utilizzato in questi lavori ma che, zitto zitto, ha regalato a tutti una grandiosa interpretazione.
El Conde – Pablo Larraìn (2023)
Presentato in anteprima in concorso all’80esima edizione della Mostra Internazionale D’arte Cinematografica di Venezia, El Conde è l’ultimo film diretto da Pablo Larraìn per la stessa Netflix, che gli è valso il premio Osella per la miglior sceneggiatura, insieme al collega ed amico Guillermo Calderon. Un film satirico in bianco e nero che rielabora la figura di Augusto Pinochet, descritto qui come un vampiro. Certo, non era la prima volta che Larraìn trattava la figura del dittatore cileno ed alla lunga potrebbe risultare ripetitivo e stucchevole, ma El Conde è una pellicola che merita assolutamente la visione, come d’altronde ogni film di Larraìn, uno dei migliori registi – e delle migliori penne – che ci siano in circolazione, sempre troppo poco citato. Con El Conde non mancano le risate, ma anche momenti da puro horror, risultando dunque un film sì autoriale ma anche abbastanza scanzonato e leggero, senza però perdere di vista una critica sociale che, nei film di Larraìn, non manca mai. Da recuperare.
Mai raramente a volte sempre – Eliza Hittman (2020)
Presentato in anteprima al Sundance Film Festival e, subito dopo, alla 70esima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino – dove ha vinto il Gran Premio della Giuria – Mai raramente a volte sempre è l’ultimo film diretto da Eliza Hittman che, complice la pandemia da COVID-19, ha avuto diversi problemi dal punto di vista produttivo e distributivo. Il film con Sidney Flanigan protagonista è un piccolo gioiello nascosto, fin troppo citato e la cui presenza nel catalogo Netflix non è mai stata sottolineata a dovere.
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Non siamo di fronte ad un capolavoro, ma un film importante e che merita assolutamente la visione. Un film che parla di moralità , di un paese spaccato in due e che riesce, grazie alle sue due protagoniste – oltre a Sidney Flanigan anche Talia Ryder – ad essere empatico, a creare un legame con lo spettatore, grazie al racconto di una storia che vede come protagoniste due giovani ragazze qualsiasi. Un film scritto benissimo da una regista, Eliza Hittman, che è adesso lontana dalla macchina da presa da tre anni ma che, si spera, possa tornare al più presto.
Raw – Julia Ducournau (2016)
Presentato in anteprima nella sezione della Settimana della Critica alla 69esima edizione del Festival di Cannes – dove ha vinto il premio FIPRESCI – Raw segna il debutto cinematografico di Julia Ducournau. Dopo aver diretto l’ottimo cortometraggio Junior e cinque anni prima di vincere una discussa Palma D’oro con Titane, La regista parigina dirige questo film con protagonista Garance Marillier – sua attrice feticcio – nei panni di una giovane vegetariana studentessa di veterinaria che, complici i riti di iniziazione che le matricole dell’università subiscono, finice per mangiare della carne. Da qui un susseguirsi di avvenimenti immaginabili ma che, dato il livello del film, evitiamo di esplicitare.Â
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Sì perché Raw è un debutto da sogno, un film eccezionale che tutto sembra tranne che l’opera di una regista debuttante. Potentissimo, semplice da un punto di vista tecnico ma che lascia il segno: certo, non è un film per tutti, ci sono alcune scene che potremmo addirittura definire splatter che potrebbero dar fastidio ai più deboli di stomaco, ma che non mettono in dubbio la sua qualità e che anzi, elevano Raw ad uno dei debutti e degli horror migliori degli ultimi decenni. Impossibile dunque non dargli almeno una possibilità .