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Recensione – Dark Star, l’esordio alla regia di John Carpenter

Recensione - Dark Star

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Dark Star
Genere: Fantascienza, Commedia, Horror
Anno: 1974
Durata: 83′
Regia: John Carpenter
Sceneggiatura: John Carpenter, Dan O’Bannon
Cast: Dan O’Bannon, Brian Narelle, Cal Kuniholm, Dre Pahich
Fotografia: Douglas Knapp
Montaggio: Dan O’Bannon
Colonna Sonora: John Carpenter
Paese di produzione: Stati Uniti d’America

L’inizio della carriera di uno dei registi piĆ¹ importanti della Nuova Hollywood coincide con uno dei film di fantascienza piĆ¹ onesti degli anni ’70. Dark Star segna il debutto di John Carpenter dietro la macchina da presa con film all’apparenza povero ma in realtĆ  ricco di contenuti. Ecco la recensione di Dark Star, esordio di Carpenter datato 1974.

La trama di Dark Star, il primo film della lunga carriera di John Carpenter

Di seguito la trama di Dark Star, opera fantascientifica che richiama le atmosfere di 2001: Odissea nello Spazio in salsa umoristica.

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“La Dark StarĀ ĆØ un’astronave che da ormai 20 anni terrestri esplora l’universo con il compito di identificare e distruggere tutti i pianeti instabili, per favorire la colonizzazione attuata dal genere umano. L’equipaggio ĆØ composto dal tenente Doolittl (Brian Narelle), dall’eccentrico sergente PinbackĀ  (Dan Oā€™Bannon), dal rude Boiler (Cal Kuniholm) e dal taciturno Talb (Dre Pahich). A completare il gruppo si aggiunge il defunto comandante Powell (Joe Saunders), morto qualche mese prima per un guasto ma tenuto in vita tramite ibernazione. Durante l’attraversamento di una tempesta di asteroidi, un impulso elettromagnetico danneggia il laser in comunicazione con la bomba 20, che esce fuori dalla rampa ed inizia ad avviare i preparativi di esplosione, salvo poi essere interrotta dal computer che la convince a rientrare nel portello in quanto il segnale inviato era accidentale. Nel frattempo il sergente Pinback, dopo aver cercato di intrattenere inutilmente i propri colleghi, si trova in difficoltĆ  nel momento in cui un alieno (raccolto dall’equipaggio ed accudito sulla nave) si ribella al proprio padrone e inizia a scappare per l’astronave mettendo piĆ¹ volte Pinback in situazioni complicate.”

Recensione - Dark Star

La recensione di Dark Star, l’Odissea spaziale di Carpenter

Un piccolo passo per lā€™uomo, un grande passo per la cinematografia mondiale. Si potrebbe riassumere cosƬ, parafrasando lā€™astronauta Neil Armstrong, il delirante, cinico e grottesco esordio del maestro John Carpenter con Dark Star, opera prima del regista statunitense. Nato come progetto universitario di soli quarantacinque minuti, girato in 16 millimetri e con un budget complessivo di soli seimila dollari, The Electric Dutchman (il titolo iniziale dellā€™opera) era un progetto nato come una semplice tesi di laurea ad opera di un gruppo di amici che prendeva ispirazione dai grandi maestri del genere (uno su tutti Stanley Kubrick) con lo scopo di farsi notare e, soprattutto, divertirsi. Fu grazie allā€™intervento di John Landis, amico di Dan Oā€™Bannon (attore, sceneggiatore, montatore ed effettista del film) che Dark Star divenne una solida realtĆ  e fu distribuito in sala nonostante lā€™intervento della University of Southern California che cercĆ² di impedire lā€™uscita della pellicola facendo causa a John Carpenter. Il giovane regista (allā€™epoca ventiseienne) riuscƬ a spuntarla sullā€™ateneo (il quale sosteneva che la pellicola fosse una loro proprietĆ  intellettuale)Ā  vincendo in tribunale e riuscendo a far distribuire il film: grazie all’intercessione di Landis che sponsorizzĆ² il film, il budget fu aumentato a sessantamila dollari permettendo alla crew di girare cinquanta minuti di pellicola aggiuntiva.

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Dark Star ĆØ il frutto dei pochi soldi a disposizione ma anche delle tantissime idee di un autore che, seppur acerbo, sapeva benissimo dove voleva andare a parare. L’opera prima di Carpenter ĆØ un film completamente folle nel suo essere parodistico ma che non intende sfottere o denigrare le sue fonti dā€™ispirazione, al contrario ne esalta lā€™innovazione con una forma di riverenza autentica e genuina. Si passa dalla routine giornaliera di quattro astronauti annoiati e stufi della vita spaziale a sconclusionati inseguimenti a caccia un alieno dispettoso (dal designĀ  buffo ma pratico), fino al finale decisamente sopra le righe ma che dimostra, nella sua follia, che il talento di Carpenter, tanto nel visivo quanto nel sonoro fosse giĆ  ad alti livelli giĆ  nel 1974. Il tutto contorniato da un set costruito con un budget ridotto allā€™osso ma che viene esaltato dallā€™estro visionario del futuro regista de La Cosa: Carpenter, con i pochi mezzi a disposizione, mette la macchina da presa nei punti giusti usando dei piccoli stratagemmi cinematografici per rendere la Dark Star, lā€™astronave che fa da setting allā€™opera dandone il titolo, enorme e sproporzionata. Ne ĆØ la palese dimostrazione la scena della tromba dellā€™ascensore, nel quale il povero Pinback rimane ā€œappesoā€ ed in bilico tra la vita e la morte, con un ispirato Carpenter ad enfatizzare lā€™arrivo di un potenziale ascensore mortale sotto lo sguardo dellā€™alieno, palesemente divertito da questa ingenua ā€œburlaā€.

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Da questo punto di vista, Dark Star diverte ed intrattiene nella sua messa in scena semplice ma efficace, considerando (ovviamente) i limiti tecnici dovuti ad un budget cosƬ risicato. Sarebbe indecoroso ed ingiusto, tuttavia, considerare questo primo lungometraggio di Carpenter come una semplice commedia parodistica: lā€™autore americano ha sempre caratterizzato il suo cinema con una forte impronta sociopolitica e questo debutto non fa eccezione. Carpenter riflette sulla colonizzazione dello spazio in maniera distruttiva ma altrettanto apatica da parte di un equipaggio che fa il proprio dovere senza perĆ² porsi troppi quesiti, con la distruzione dei vari pianeti messa in atto con il solo scopo di far ā€œpuliziaā€. Unā€™allegoria politica forte, tragica e cattiva ma al tempo stesso tremendamente satirica nella sua semplicitĆ .

Recensione - Dark Star

Dark Star, le considerazioni finali

Come si suol dire: buona la prima! John Carpenter con Dark Star non gioca a carte scoperte ma fa saltare il banco con un film genuino, figlio di una produzione fatta con tanto cuore ma con poco denaro. Il primo film dellā€™autore statunitense ĆØ un giocattolone low-cost che diverte, fa riflettere con i suoi messaggi allegorici e convince con una messa in scena innovativa e rispettosa dei maestri a cui Carpenter si ispira. Un poā€™ 2001, una spruzzata di Solaris, un vago richiamo a Il dottor Stranamore e il gioco ĆØ fatto: Dark Star diventa cosƬ il prototipo del fanta-horror in chiave umoristica a cui farĆ  riferimento un altro grande classico della fantascienza moderna,il grande Alien di Ridley Scott sceneggiato dallo stesso Dan Oā€™Bannon. Forse lā€™esordio di Carpenter sul grande schermo non sarĆ  perfetto, i limiti dei pochi fondi a disposizione si vedono tutti, ad ogni modo Dark Star nel proprio innocente citazionismo diventa un grande punto di partenza, tanto per la futura carriera di uno dei registi emergenti piĆ¹ talentuosi della Nuova Hollywood quanto per gli appassionati del cinema di fantascienza.

Voto:
3/5
Emanuela Di Pinto
2.5/5
Gabriele Maccauro
2.5/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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