Recensione – La sociedad de la nieve, film diretto da Juan Antonio Bayona presentato a #Venezia80

Recensione – La sociedad de la nieve, film diretto da Juan Antonio Bayona presentato a #Venezia80

La sociedad de la nieve (La società della neve) è un film scritto e diretto da Juan Antonio Bayona, già regista di The Impossible (2012). Il lungometraggio è stato presentato in anteprima globale fuori concorso a Venezia 80, e la sua durata è di 144 minuti. Nel cast figurano Enzo Vogrincic, Agustín Pardella, Matías Recalt, Esteban Bigliardi, Diego Vegezzi, Fernando Contigiani García, Esteban Kukuriczka, Rafael Federman, Francisco Romero, Valentino Alonso, Tomás Wolf, Agustín Della Corte, Felipe Otaño, Andy Pruss, Blas Polidori, Felipe Ramusio, Simón Hempe. Progetto simile al già citato The Impossible, La sociedad de la nieve (La società della neve) è un film basato sull’omonimo romanzo scritto da Pablo Vierci. Di seguito la trama e la recensione di La sociedad de la nieve (La società della neve), di Juan Antonio Bayona.

La trama di La sociedad de la nieve (La società della neve), film diretto da Juan Antonio Bayona

Ecco la trama ufficiale di La sociedad de la nieve (La società della neve), film scritto e diretto da Juan Antonio Bayona, presentato fuori concorso a Venezia 80:

 

“Nel 1972, il volo 571 delle forze aeree uruguayane, che sta trasportando una squadra di rugby in Cile, precipita nel cuore delle Ande. Scampano all’incidente solo ventinove dei quarantacinque a bordo. Intrappolati in uno dei luoghi più ostili e inaccessibili del pianeta, i sopravvissuti devono ricorrere a misure estreme per non morire.”

La recensione di La sociedad de la nieve (La società della neve), film di Juan Antonio Bayona fuori concorso a Venezia 80

La sociedad de la nieve (La società della neve) è in perfetta linea con The Impossible (2012), tra i primi film di Bayona, il cui progetta è stato qui ripreso. Con la produzione Netflix alle spalle, la confezione convince data l’esosa presenza di effetti digitali, così come le intense interpretazione attoriali a prova di scelte di casting azzeccatissime. Trattandosi di un film che riprende una storia vera, l’enfatizzazione della tragedia rappresentata è ormai prassi per quanto riguarda il meccanismo di racconti del genere, la cui narrazione tende a mettere in risalto la sofferenza dei corpi più che della mente. In tal senso, Bayona riesce a sottolineare – anche con l’aiuto dei truccatori e dei costumisti – il deterioramento della carne, ma non quello psicologico. Se concretamente il freddo assale i personaggi a più riprese, quello che viene a mancare in La sociedad de la nieve (La società della neve) sono i tratti coscienziali, quegli istinti banalmente ridotti alla morale sul cannibalismo obbligato in vista di una disperata sopravvivenza.

 

Come da titolo, ci si poteva aspettare una trattazione differente e ben più approfondita delle nuove propensioni indotte dal tragico evento, soprattutto se inglobate in una gerarchia mossa dall’avvilimento generale. Invece, nel film in 2 ore e 24 minuti c’è una reiterazione perenne della stessa dinamica, composta da spedizioni disorganizzate e poco mostrative, nonché da una serie di discorsi strappalacrime, i quali per un prodotto di questo tipo sono anche comprensibili per la ‘vendibilità’. Ma va detto che la durata è piuttosto grossolana e non giustificata, ovvero non riesce a preservare il ritmo incalzante dei primi minuti dall’incipit fino a poco dopo l’incidente aereo. Le gambe rotte, le teste che sbattono con violenza e i corpi che volano via dalla coda, sono tutte le immagini messe in scena con cinismo e senza freni, seppur non si scada nella mera spettacolarizzazione della catastrofe. Tuttavia, è successivamente che La sociedad de la nieve (La società della neve) diventa blando e piuttosto ridondante, senza lasciare realmente il segno. 

 

La scelta del voice-over non convince, poiché appare superfluo nel momento in cui viene svelato il destino del narratore, scadendo nella retorica. Proprio perché, a differenza di The Impossible, qui non c’è l’abilità di mettere in risalto l’emotività dei personaggi oltre la sciagura vissuta; infatti, nel film del 2012 era il montaggio alternato a mantenere tesa la narrazione, con un ritmo cadenzato la cui finalità è l’esplosione sentimentale sul finale. In La sociedad de la nieve (La società della neve), la fine è altrettanto verbosa e toccante, ma non c’è tutto il processo di costruzione a precedere, e i personaggi sono abbastanza dimenticabili. Insomma, Bayona ha dato vita ad un film adatto per il mero intrattenimento ma che non esprime al meglio le sue semplici potenzialità

Voto:
3/5
Andrea Barone
4/5
Gabriele Maccauro
3/5
Paola Perri
3.5/5

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