Sem Coração (Heartless) è un film brasiliano scritto e diretto da Nara Normande e Tião, presentato in concorso nella sezione Orizzonti alla 80esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. La durata del lungometraggio è di circa 91 minuti, mentre nel cast figurano Maya de Vicq, Eduarda Samara, Alaysson Emanuel, Maeve Jinkings, Eules Assis, Kaique Brito, Erom Cordeiro, Ian Boechat, Lucas Da Silva, Elany Santos. Di seguito la trama e la recensione di Sem Coração (Heartless).
La trama di Sem Coração (Heartless), diretto da Nara Normande e Tião
Ecco la trama ufficiale di Sem Coração (Heartless), film brasiliano di Nara Normande e Tião:
“Estate del 1996, costa nordorientale del Brasile. Tamara si gode le ultime settimane nel villaggio di pescatori in cui vive, prima di partire per Brasilia per i suoi studi. Un giorno sente parlare di una ragazza chiamata Senza Cuore a causa di una cicatrice che ha sul petto. Nel corso dell’estate, Tamara sente una crescente attrazione nei confronti della misteriosa giovane.”
La recensione di Sem Coração (Heartless), film brasiliano in concorso nella sezione Orizzonti a Venezia 80
Sem Coração (Heartless) è un’opera estremamente affascinante per il suo taglio realista, con cui si alternano contemporaneamente elementi dotati di una naturalezza appassionante, meravigliosamente ordinari, con altri più cinici e violenti. Uno spaccato sulla società brasiliana racchiuso in ambienti suggestivi quali le spiagge della costa nordorientale, specificamente si tratta di Alagos, ancora angosciante perché attuale. Infatti, nonostante i personaggi muovano i loro passi nella cornice storica degli anni ’60, la condizione arretrata e malinconica in cui si ritrova a vivere la popolazione del villaggio di pescatori è pressoché invariata. Tamara è la protagonista insieme a Senza Cuore, una ragazza così chiamata per la cicatrice che ha sul petto, e i registi sono davvero abili nel mostrare le rispettive formazioni nonché il loro progressivo avvicinamento, prima emotivo e poi fisico. Sullo sfondo ci sono anche altri ragazzi, i quali sono meno fortunati di Tamara – in partenza per Brasilia a scopo accademico – e perciò bloccati in un luogo paradisiaco ma allo stesso tempo crudo. Si vive di stenti, seppur la pesca venga ripresa poeticamente con delle sequenze acquatiche e in barca.
La genitorialità è un altro dei temi toccati e messi in risalto da un ulteriore contrasto: la famiglia di Tamara è benestante e amorevole, mentre vi è un padre inattivito, uno dolce ma riservato, probabilmente perché vedovo. Di fatto qui entrano in gioco degli elementi onirici, scene dove la protagonista diventa una balena duplicata; da un lato per Tamara simboleggia lo scoppio della passione per Senza Cuore, mentre per quest’ultima è la mancanza di voce e di affetto, specie per l’assenza di una madre mai conosciuta. Ma se tali sequenze hanno utilità per trasmettere il crescendo sentimentale e identitario delle due ragazze, ce ne sono molteplici dove sono i corpi a restituire quel senso di concretezza e di crescita per tutti i giovani personaggi. Sull’onda di film come La vita di Adele (2013) e Mektoub, My love: Canto Uno (2017), il film brasiliano ritrae con tatto la formazione e le mentalità di persone e personaggi molto distanti culturalmente con l’occidente, ma senz’altro meritevoli di un sincero sguardo, di un forte ascolto.
