Articolo pubblicato il 4 Gennaio 2024 da Gabriele Maccauro
Nuovo appuntamento con l’approfondimento sulle piattaforme streaming, una rubrica che ha l’obiettivo di consigliare, non recensire, 5 film a prescindere dal loro genere, dalla loro durata o dall’anno di uscita con un nuovo articolo ogni settimana, ciascuno inerente una diversa piattaforma. Questa settimana è il turno di Amazon Prime Video. Di seguito, ecco i 5 titoli di giugno 2023.
The Elephant Man – David Lynch (1980)
Tratto da The Elephant Man and Other Reminiscences di Frederick Treves e The Elephant Man: A Study in Human Dignity di Ashley Montagu, The Elephant Man è l’opera seconda di David Lynch che, alla 53esima edizione degli Academy Awards, ottenne ben 8 candidature, senza però vincere nessun Oscar. Dopo un film rivoluzionario ma ben poco compreso come Eraserhead, Lynch viene catapultato ad Hollywood e si ritrova a realizzare un Biopic. Nonostante non si tratti dell’opera che più di tutte riesce ad esprimere la poetica del regista – basti pensare allo stesso Eraserhead, ma anche a Strade Perdute o Mulholland Drive – in The Elephant Man ci sono tutti gli elementi cari al regista di Missoula, dalla paura per il diverso alla condizione umana e David Lynch mette in scena un film a dir poco eccezionale e con un grandissimo John Hurt come protagonista.
Si tratta inoltre di uno spartiacque nella carriera di David Lynch visto che, di lì a poco, rifiuterà di dirigere Star Wars: Il Ritorno dello Jedi per realizzare Dune. Nonostante il grande successo alla sua uscita, oggi sembra essere un film dimenticato dai più giovani e dunque, anche per questo motivo, la visione è caldamente consigliata.
Primo Amore – Matteo Garrone (2004)
Liberamente ispirato al romanzo autobiografico di Marco Mariolini, Il Cacciatore di Anoressiche, Primo Amore è uno dei più grandi e sottovalutati film italiani degli ultimi decenni, nonostante porti la firma di un grandissimo del cinema come Matteo Garrone. Nonostante venga ricordato principalmente per opere come Gomorra e Dogman, Primo Amore resta uno dei punti più alti della sua intera carriera ed un’opera che trova la propria forza in primis nel soggetto di partenza, perché a fare la differenza sono sempre le idee e le scelte che si prendono: la storia di questo orafo che, con un appuntamento al buio, conosce una giovane donna con la quale inizia a frequentarsi ed a progettare un futuro insieme. Vittorio però è ossessionato dalla donne anoressiche e ben presto la relazione si trasforma in un incubo. Un film eccezionale, con cui Garrone riesce ad esprimere la sua estetica ed il suo stile come poche altre volte è davvero riuscito a fare. Trattandosi di un film poco considerato, la sua presenza nel catalogo di Amazon Prime Video diventa una scusa perfetta per recuperarlo.
Il Collezionista di Carte – Paul Schrader (2021)
Presentato in anteprima alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Il Collezionista di Carte è l’ultimo film di Paul Schrader distribuito in Italia – in attesa di Master Gardener – e rappresenta, insieme anche a First Reformed, un trittico ed una vera e propria rinascita artistica per l’autore di Grand Rapids, regista e sceneggiatore meraviglioso che, però, dai primi anni 2000 sembrava aver perso un po’ la bussola. Dopo First Reformed, che aveva rappresentato una ripresa e ripartenza stupenda per la sua carriera, con Il Collezionista di Carte arriva una conferma dell’eccezionale stato di forma artistico di Schrader. Nonostante questo, il pubblico più giovane sembra non essere a conoscenza della grandezza non solo dello sceneggiatore di svariati film di Martin Scorsese come Taxi Driver, ma anche del regista di opere come American Gigolò ed Hardcore e questo film, grazie anche alla presenza di due attori molto apprezzati da pubblico e critica come Oscar Isaac e Willem Dafoe, potrebbe addirittura rappresentare un ottimo Entry Point per chiunque volesse avvicinarsi a questo autore, cosa ovviamente consigliatissima.
Che Dio ci Perdoni – Rodrigo Sorogoyen (2016)
Candidato a 6 premi Goya – il premio più importante del cinema spagnolo – e vincitore con Roberto Alamo nella categoria Miglior Attore Protagonista, Che Dio ci Perdoni e l’ennesimo grande film di Rodrigo Sorogoyen, autore che cresce di film in film, da Il Regno a Madre fino ad As Bestas, opera uscita quest’anno di livello assoluto. Questo film, del 2016, è un poliziesco ed un thriller allo stesso tempo, una corsa contro il tempo alla caccia di un Killer che uccide solamente donne anziane e che avviene con la crisi economica ed il noto Movimento 15-M di sfondo, in una Madrid che, inoltre, attende la visita di Papa Benedetto XVI. Sorogoyen si conferma un regista favoloso, capace di gestire i ritmi e la tensione in maniera pazzesca e con idee di regia freschissime, nonostante butti sempre un occhio al cinema classico. Che Dio ci Perdoni è un film da non perdere ed un’opera davvero per tutti, il classico film che si può leggere su più strati ed adatto a persone di ogni età. Da recuperare.
Burning – Lee Chang-dong (2018)
Presentato in anteprima alla 71esima edizione del Festival di Cannes e basato sul racconto breve Granai Incendiati di Haruki Murakami – presente nella raccolta L’elefante Scomparso e altri Racconti – Burning è l’ultimo film di Lee Chang-dong, uno dei più grandi registi nella storia del cinema coreano e, perché no, mondiale, autore di opere come Oasis e Poetry. Questo Burning non è altro che l’ennesima conferma del talento e della poetica di un uomo che, negli ultimi 26 anni, ha diretto solamente 6 film ed ora più che mai avremmo bisogno che torni dietro la macchina da presa. Difficile condensare in poche righe la meraviglia di quest’opera e dell’intera poetica di Lee Chang-dong, visto che si tratta di un film che eccelle sotto diversi punti di vista, dai tecnicismi alle meravigliose interpretazioni di Yoo Ah-in, Jeon Jong-seo e Steven Yeun, attore che si è affermato grazie alla serie tv The Walking Dead ma che, negli anni, ha ampiamente dimostrato di essere un grande attore e che sa perfettamente scegliere i progetti a cui prendere parte.
Burning è un film lento, che dilata e plasma il tempo a cui da un ampio respiro, proprio come fosse un’opera letteraria, con un racconto che pare raccontarci di una gioventù condannata, quasi come si trovasse in un limbo, ma che è anche critica sociale. Insomma, si tratta di un film da non perdere assolutamente e da cui, magari riscoprire uno degli autori più importanti degli ultimi decenni.