Cerca
Close this search box.

Recensione – Chucky 2×06: Il Colonnello

Recensione del sesto episodio della secona stagione di Chucky

Il finale del quinto episodio della seconda stagione di Chucky ha lasciato gli spettatori con un grande colpo di scena. Adesso, con la trama che riempie sempre di più la tensione ed un Chucky sempre più controverso, il sesto episodio, visibile gratuitamente su Mediaset Infinity, sarà all’altezza delle aspettative?

La sinossi del sesto episodio della seconda stagione di Chucky

Devon e Lexi scoprono un Andy ancora vivo mentre viene torturato da un Chucky senza capelli, chiamato “il Colonnello“, in una casa di legno nelle vicinanze dell’istituto. Inaspettatamente, la dottoressa Amanda Mixter si rivela essere complice dei piani di questo Chucky, il quale sembra avere dei conflitti sia con il Chucky più forzuto, resuscitato, che con il Chucky buono. Mentre Devon e Lexi cercano di salvare Andy e di avvertire Jake e Nadine, i fuggitivi Glenda, Nica e Kyle si stanno recando all’istituto con Tiffany e Glen che li stanno inseguendo.”  

La recensione del sesto episodio della seconda stagione di “Chucky”

Con la stesura di questo nuovo episodio, Don Mancini decide di criticare aspramente il sistema del Vaticano come mai prima d’ora aveva fatto nella stagione: le azioni di padre Bryce, imponendo agli studenti di non uscire dalle loro stanze, vengono paragonati ad un regime dittatoriale, mostrando l’ossessione della chiesa di dover fare seguire le regole a tutti i costi piuttosto che all’interesse di aiutare i propri fedeli. La differenza tra padre Bryce, che ha la tentazione di cacciare via un senza tetto, e Suor Catherine, che invece fa notare l’inopportunità della cosa, rende l’ambiguità sempre più interessante.

La satira verso la Chiesa Cattolica è ancora più forte e pungente quando Suor Ruth crede che il Chucky forzuto sia Gesù Cristo reincarnato in una bambola. Qui viene evidenziato il fanatismo religioso che ha bisogno per forza di una figura da cui prendere ordini, incappando facilmente in falsi idoli che invece sono manipolatori, simboleggiati qui da un Chucky che divora ostie come degli snack. In questa stratificazione della teologia, il personaggio che lavora dell’istituto meno interessante è proprio la dottoressa Mixter, la quale vorrebbe ricalcare il dottor  Ranbir Sartain in “Halloween” di David Gordon Green, ma viene ridotta semplicemente ad una folle complice che ama le uccisioni e basta.

Chucky, il Colonnello: recensione

Il male contro il male

Per la prima volta da quando esiste la saga, anche i Chucky cattivi non vanno d’accordo. Il Colonnello ha letteralmente ammazzato tutte le altre bambole, fatta eccezione delle versioni che già si conoscono, per ribadire che lui è l’unico e vero Chucky. Per quanto questa cosa possa apparentemente sminuire l’idea dell’esercito di bambole avuta nella prima stagione, tale elemento stratifica ancora di più il personaggio, rivelando i limiti del male stesso che il bambolotto killer aveva dimostrato già nel suo rapporto con Tiffany nelle storie precedenti, ma in salsa diversa.

Anche se diverse versioni di Chucky condividono lo stesso amore per l’omicidio ed hanno nemici identici, l’attaccamento continuo alla violenza ed al male generano a sua volta solamente istinti violenti. E qual è istinto violento più grande nel mondo se non quello della forza della supremazia, in cui ogni Chucky vuole dimostrare di apparire migliore di tutti? Che sia con la mente o con i muscoli, il risultato è lo stesso ed una morte scappa sempre. Non è un caso che il Colonnello richiami al militarismo, uno dei concetti peggiori che hanno caratterizzato l’America per anni, non diverso dalle frecciatine al consumismo che Don Mancini inseriva per esempio nei primi film della saga (anche se il riferimento ad “Apocalypse Now“, seppur divertente, è un po’ troppo manieristico e fine a sé stesso).

Se Chucky sembra condannato, con la tensione che cresce anche nel Chucky buono con indizi fortemente inquietanti ed ambigui, è interessante la titubanza inaspettata di Glenda nonostante i suoi passati da omicida, aumentando l’interesse su chi l’autore voglia puntare per il discorso redenzione, semmai ci sarà. Infatti il concetto del bene che prova ad uscire dal male è sempre più nebuloso e sempre più oscuro. Parlando invece di Andy, è bello il fatto che Chucky l’abbia torturato per mesi, perché ciò crea il parallelismo con le torture che si vedevano invece in “Il Culto Di Chucky” da parte dello stesso Andy alla testa del bambolotto. Anche il concetto di “nutrirsi del nemico” è macabro e coinvolgente, ma Andy in sé, come personaggio, sta diventando sempre di più un manichino per mandare avanti la storia e si spera che prima o poi abbia un arco narrativo evolutivo migliore.

Chucky: episodio 6

Oltre alle componenti simboliche sempre molto interessanti, il sesto episodio di “Chucky” riesce a mantenere la tensione costante, con svolti narrativi per nulla scontati, riuscendo anche ad andare in soluzioni inaspettate che non seguono ciò che il pubblico vorrebbe, regalando anche uno dei colpi di scena più cattivi di sempre, come se si volesse evidenziare la distruzione della speranza e della fede. Manca poco al termine dell’ultimo terzo e le premesse per un pathos esplosivo si fanno sempre più grandi.

Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Generi:

PRO