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X-Men: la classifica dei film dal peggiore al migliore

X-Men: la classifica dei migliori film

Gli X-Men sono fondamentali nella storia dei fumetti, dal momento che la creazione della loro comunità durante le origini dei loro archi narrativi ha portato alle prime importanti lotte politiche da parte della Marvel. Dopo aver visto le opere di Spider-Man e le altre top legate alla DC come i lungometraggi di Batman e quelli di Superman, ecco la classifica dei film della saga degli X-Men dal peggiore al migliore.

13) “X-Men – Le Origini: Wolverine” (2009) di Gavin Hood

Difficilmente si vedono cinecomic di una portata così brutta come questo: non solo manca quasi completamente la componente sociale sui mutanti, ma la caratterizzazione dei personaggi è inesistente e le poche volte che vogliono aggiungere delle sfumature, queste ultime appaiono sempre illogiche a causa di continue contraddizioni da una scena all’altra. Inoltre gli effetti speciali sono tra i peggiori mai fatti e persino gli artigli di Wolverine non appaiono convincenti per fare l’ultima ciliegina di un disastro totale.

la classifica dei peggiori film degli X-Men

12) “The Wolverine: L’Immortale” (2013) di James Mangold

L’arrivo di James Mangold crea un’opera con maggiore compattezza ed un soggetto più interessante, ma il concetto della vulnerabilità fisica del protagonista viene sacrificato per un continuo comparto action che dilunga inutilmente la pellicola. Gran peccato anche per l’idea del difficile senso di colpa di Logan, il quale viene riassunto in due scene superficiali nonostante la bravura degli attori.

X-Men: i film peggiori

11) “X-Men: Apocalisse” (2016) di Bryan Singer

Nonostante un inizio promettente con l’interessante introduzione dei nuovi X-Men giovani e l’ottima regia, l’ultimo capitolo diretto da Singer soffre di un’improvvisa mancanza di approfondimento dei personaggi che avviene nella seconda metà dell’opera, appesantendo il ritmo e concentrandosi solo sulla spettacolarità dei poteri dei mutanti. Oltre all’involuzione inaspettata del personaggio di Mystica, il film soffre soprattutto del villain che, nonostante l’ottima interpretazione di Oscar Isaac, finisce per diventare bidimensionale rinunciando a tutte le potenziali ambiguità.

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10) “X-Men: Conflitto Finale” (2006) di Brett Ratner

Anche con una regia piatta che non fa percepire molto bene il budget elevato, il film ha una prima parte molto stimolante grazie all’argomento della cura dei mutanti che inserisce molti interrogativi morali, ma anche qui la cosa viene quasi completamente abbandonata a causa della problematica di inserire l’elemento della Fenice Nera. Quest’ultimo tuttavia appare troppo ingombrante e viene messo da parte con superficialità per concentrarsi sull’epicita dello scontro finale, il quale tuttavia si dimostra sottotono a causa del mancato sentore di pericolosità della ribellione di Magneto.

X-Men: la top dei peggiori film

9) “X-Men: Dark Phoenix” (2019) di Simon Kinberg

Il concetto di Fenice viene meglio approfondito ed il disturbo dell’animo di Jean Grey si avverte con maggior percezione, così come è molto interessante l’analisi dell’ego smisurato di Xavier. Peccato che la presenza dei ridicoli antagonisti alieni e la percezione di frettolosità dovuti ai cambi in corsa fatti al progetto (a causa della cessione dei diritti della Fox alla Disney) abbiano creato un forte senso di squilibrio in un lungometraggio che non riesce ad ottenere un grande finale.

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8) “The New Mutants” (2020) di Josh Boone

Un’opera intima e coinvolgente, specialmente quando si utilizzano i poteri per le metafore sull’omosessualità e soprattutto quando viene analizzata la difficoltà del contenimento delle proprie paure interne con cui gli adolescenti non riescono a convivere. Il limite più forte è che metà dei personaggi non vengono approfonditi a causa delle rimozioni dovute sempre all’acquisto Fox per cancellare i successivi sequel, ma il risultato finale riesce ad ottenere dei lati appaganti.

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7) “Deadpool 2” (2018) di David Leitch

Un concentrato di situazioni esilaranti nella follia di Deadpool grazie non solo alle ottime gag, generate da alcuni espedienti narrativi inaspettati, ma anche all’ottima alchimia con i personaggi. Il tentativo di dare una moralità al personaggio appare interessante ma allo stesso tempo un po’ troppo in contrasto con le novità che funzionavano nel primo capitolo, senza contare un finale che crea grossi problemi di narrazione per inserire drammaticità a tutti i costi, tuttavia il film ce la fa ad intrattenere e a generare situazioni che rimangono impresse.

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6) “Deadpool” (2016) di Tim Miller

Una ventata d’aria fresca nel genere dei cinecomic, grazie alla rottura della quarta parete che da fumettistica diventa cinematografica e crea non solo dei dialoghi molto divertenti, ma anche delle soluzioni visive interessanti (i titoli di testa sono tra i migliori che si siano visti negli ultimi anni), attraverso un black humour dosato bene in un personaggio che rompe completamente i canoni. È infatti molto interessante l’incredibile scorrettezza di Deadpool che però, nonostante tutto, riesce ad equilibrarsi con un’intelligente empatia in questa delirante commedia action, in attesa di vedere come sarà il suo ingresso nel Marvel Cinematic Universe.

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5) “X-Men 2” (2003) di Bryan Singer

Un grande approfondimento della paura degli esseri umani nei confronti dei mutanti, il quale genera delle straordinarie analogie con le discrepanze razziste e pone dei bellissimi interrogativi sulla fede e sulla fierezza di mostrare ciò che si è. La grande critica al militarismo, i disagi nelle rivelazioni che dividono le famiglie (altra delicatissima metafora sull’omosessualità) ed il grande comparto tecnico creato da Brian Singer rende quest’opera uno dei sequel più riusciti che il genere abbia mai partorito.

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4) “X-Men: L’Inizio” (2011) di Matthew Vaughn

Un ritratto delle lotte interiori dentro i giovani che cercano di sbocciare e sono costantemente indecisi nel lottare per l’integrazione nella società o arrendersi ad impulsi violenti che sfociano nella supremazia, cosa che viene simboleggiata costantemente nello splendido rapporto tra Magneto e Xavier. Altro tocco di classe è l’analisi della paura americana che crea un interessante parallelismo con le repressioni naziste, come se l’avversione contro i mutanti si rifacesse anche alla caccia alle streghe durante la lotta contro il comunismo.

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3) “X-Men” (2000) di Bryan Singer

Il primo cinecomic che fece capire definitivamente al mondo che è possibile utilizzare i supereroi Marvel per parlare di importanti temi sociali (al di là delle poetiche di Burton accolte però con controversie prima delle rivalutazioni), con dei dettagli inseriti con profonda finezza per mostrare i disagi delle persone emarginate, insieme a uno dei primi inserimenti della contestualizzazione realistica di un medium fumettistico. Il rapporto tra Logan e Rogue è uno degli elementi più potenti, il quale mostra che la ricerca dei rapporti umani generazionali salva dall’alienazione sociale ed emotiva.

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2) “X-Men: Giorni Di Un Futuro Passato” (2014) di Bryan Singer

Probabilmente il miglior cinecomic corale mai realizzato, che utilizza il contesto della guerra vietnamita per rappresentare il bisogno costante dell’America di avere sotto controllo le minacce costanti, accrescendo la tecnologia delle armi in campagne conservatorie nei confronti del diverso. Da qui, la lettera d’amore all’umanità di Singer, in cui distingue fortemente l’effetto della rivoluzione sociale contro la distruzione reazionaria da parte di chi ha perso fiducia nella civiltà, è una speranza nei confronti del futuro che raramente ha eguali nei blockbuster.

dal peggiore al migliore film degli x-men

1) “Logan: The Wolverine” (2017) di James Mangold

Il finale dell’arco narrativo del personaggio è un road movie, ispirato al cinema western, che ribalta totalmente le impostazioni tipiche del genere per fare non solo un’opera estremamente violenta, ma tanto distruttiva psicologicamente. La vecchiaia dei personaggi non è solamente la paura e la rassegnazione di non avere nulla da dire, ma anche sull’interrogativo riguardante i valori umani che ormai sembrano persi nei lontani ricordi, i quali possono essere ripescati solamente dalle nuove generazioni perdute che hanno bisogno di una guida, come loro forniscono una speranza agli adulti. Un’opera straziante che pone numerose denunce, tra cui la più coraggiosa che è quella dei bambini soldato.

x-men: dal migliore al peggiore