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Frankenstein Junior Night, l’evento cinematografico Nexo Digital – Recensione

La recensione di Frankenstein Junior

Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 15 dicembre 1974 col titolo originale Young Frankenstein mentre in quelle italiane il 18 luglio 1975, riproposto come evento cinematografico nei giorni 27-28 febbraio e 1° marzo 2023. Diretto e coscritto da Mel Brooks insieme a Gene Wilder, ispirato al romanzo di Mary Shelley Frankenstein o il moderno Prometeo nonché parodia delle varie trasposizioni cinematografiche su tale soggetto. Il cast è composto da: Gene Wilder, Marty Feldman, Peter Boyle, Teri Garr, Madeline Kahn, Cloris Leachman, Kenneth Mars e Gene Hackman. Candidato a due premi Oscar nelle categorie: miglior sceneggiatura non originale e miglior sonoro.

 

La trama di Frankenstein Junior, film del 1974

Di seguito la trama ufficiale di Frankenstein Junior, diretto da Mel Brooks:

 

In una New York degli anni Trenta, il medico e famoso professore universitario Frederick Frankenstein (Gene Wilder), nipote del famigerato Dottor Victor von Frankenstein, ha cambiato la pronuncia del suo cognome sperando che passi inosservata la parentela con suo nonno, di cui Frederick rifiuta le teorie mediche ritenendole il parto di una mente folle. Tutto viene stravolto quando dopo una sua lezione di neurologia all’università, Frederick riceve la visita di un notaio che gli comunica di aver ricevuto in eredità dal nonno un castello in Transilvania. Incuriosito dal lascito, il professore parte immediatamente per la Romania dove fa subito la conoscenza di Igor (Marty Feldman), nipote dell’assistente del nonno.

 

 

 

 

La recensione di Frankenstein Junior, diretto da Mel Brooks

La missione di una parodia si divide in due macro-funzioni: enfatizzare i topoi narrativi e i cliché del genere; riflettere in maniera ironica e satirica sulla società contemporanea e sulle sue caratteristiche. Un compito assai difficile che rende la sua realizzazione molto complicata e non alla portata di tutti, poiché parodizzare è arte nell’arte. Oltre ad una satira generale si punta il dito più precisamente su determinate categorie. In primis gli scienziati, che con la loro sete di sapere si sentono legittimati a adoperare qualsiasi mezzo per raggiungere il loro scopo. Il contributo alla causa è messo da parte per lasciare spazio all’ambizione, un ego alimentato dal loro genio, ossessionati più dal passare alla storia che dal progredire. Si colpisce la realtà della polizia e più in generale l’ambiente militare: le numerose gags che vedono protagonista il braccio artificiale dell’ispettore Kemp simboleggiano il comportamento rigido e marionettistico degli uomini in divisa, esasperando uno stile ferreo e schematico. Non poteva mancare un riferimento al clero mediante il personaggio dell’eremita cieco.

 

 

Dopo tutta una vita in penitenza passata a soffocare ed a reprimere le proprie pulsioni, si ritrova alla fine frustrato e desideroso di consumare le proprie voglie non appena sente al tatto la fisicità della creatura. In merito alla sessualità emerge un discorso più ampio sulla mentalità collettiva e su come sia caratterizzata da contraddizioni e ipocrisie. Ovviamente alcune battute lascive sono figlie del loro tempo e non hanno altro scopo se non quello di generare l’ilarità degli spettatori, ma due sequenze in particolare che potrebbero sembrare funzionali a questo tipo di comicità sono invece portatrici di una metafora potente ed incalzante.

 

 

 

 

Le tematiche di Frankenstein Junior, con Gene Wilder e Marty Feldman

Elizabeth giunta in Transilvania per far visita al suo fidanzato Frederick, respinge le sue avance dato che non sono ancora sposati e quindi non ancora autorizzati a consumare il loro amore. Ciò avviene in una stanza illuminata, simboleggiando l’apparenza, l’immagine convenzionale che si mostra all’esterno, schiava di determinati precetti e perbenismi. Successivamente quando la creatura rapisce la ragazza, consensualmente hanno un rapporto intimo e lei stessa si dimostra piacevolmente coinvolta. Stavolta però l’ambiente è oscuro e buio, la caverna dell’inconscio dove si nasconde il vero “io”, in cui si è veramente se stessi senza alcun tipo di maschera.


Infine un aspetto mai banale  e sempre d’attualità è la paura che si manifesta nei confronti della diversità. La creatura è fin da subito perseguitata dalla massa popolare, la sua esistenza è percepita come una minaccia e di conseguenza deve agire. Solamente quando si dimostrerà in grado di comunicare come qualsiasi essere umano potranno cessare le ostilità, dimostrando come l’accettazione passi inesorabilmente attraverso l’uniformità. In fondo nonostante la continua evoluzione a prevalere sono sempre gli istinti più naturali: interazione coi propri simili, difesa del territorio e accoppiamento.

Voto:
5/5
Andrea Barone
5/5
Andrea Boggione
5/5
Sarah D'Amora
5/5
Christian D'Avanzo
5/5
Alessio Minorenti
5/5
Matteo Pelli
5/5
Paola Perri
5/5
Vittorio Pigini
5/5
Bruno Santini
5/5
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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