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Futuro Marvel: cosa aspettarsi dai film MCU

Ecco cosa aspettarsi dai futuri film MCU

Dopo che il 15 febbraio 2023 è stato rilasciato Ant-Man and the Wasp: Quantumania, si può discutere e riflettere sul futuro della Marvel. Siccome le prossime due fasi saranno incentrate su Kang, villain principale del nuovo disegno editoriale, ci sono ancora da captare svariati elementi per arrivare ad una conclusione lineare su cosa aspettarsi dai prossimi film MCU.

MCU: la situazione attuale

Lo stato attuale all’interno dell’ampio disegno editoriale dei Marvel Studios, denotano una grande confusione. I prodotti distribuiti e programmati sono numerosi, sempre di più in confronto al passato dove, al massimo, ne arrivavano 3 o 4 di film in un’annata cinematografica. Con il lancio della piattaforma di streaming Disney Plus, gli orizzonti si sono allargati anche alla televisione, così come la districata narrazione. Quest’ultima è stata leggermente sacrificata per permettere ai film e alle serie TV di essere autonome, in un certo senso, così da catturare quanto più target possibile e continuare di generazione in generazione a fruire dei prodotti MCU. Ma così facendo si sta perdendo quel senso di serialità che ha saputo accompagnare gli spettatori fino ad Avengers: Endgame.

 

L’aver ampliato il progetto in maniera così esponenziale, denota però due aspetti che man mano stanno sfuggendo dal rigoroso controllo che ha contraddistinto la gestione di Kevin Feige. Il primo riguarda un aspetto puramente tecnico, dato che al momento fa rumore la protesta dei curatori degli effetti speciali, sia per il troppo lavoro da svolgere, sia per i tempi piuttosto stretti. Ciò si sta palesando, non solo in televisione con prodotti mediocri come She-Hulk, ma anche al cinema con l’ultimo film su Ant-Man. Se un’azienda investe un’ingente quantità di denaro, addirittura parecchi milioni di dollari, allora è lecito aspettarsi una computer grafica di livello.

 

Al contrario, la protagonista in She-Hulk non è mai credibile e sembra un altro personaggio rispetto al cugino, quasi ricorda la grafica della Playstation 2. Persino in Spider-Man: No Way Home, alcuni effetti digitali non sono all’altezza, come ad esempio la computer grafica utilizzata su Lizard, o il fuoco appiccato da Doctor Octopus sul punto. Il terzo film su Ant-Man è imbarazzante lo scarso livello con il quale è stato presentato, e mandare al cinema una pellicola senza né capo né coda è sinceramente preoccupante. Bisogna invertire la rotta e trovare un equilibrio, perché alla lunga non si possono perdonare certi scivoloni, ne va della credibilità. Già attualmente i danni non sono pochi.

 

Ma come se non bastasse, i problemi non sono solo visivi ma di continuità narrativa. Infatti, sempre come dimostrato dal terzo Ant-Man, le regole presentate sia sui poteri che sul nuovo elemento di queste fasi, ossia il Multiverso, sono contradditorie e da film in film cambiano. Incredibile ma vero, talvolta tali regole vengono rotte sin da subito, all’interno del film stesso nelle quali sono state introdotte. L’iconografia di Kang è stata subito macchiata: oltre ad essere un villain stereotipato e derivativo (Darth Vader) ha un calo drastico. All’inizio sembrava non potesse essere nemmeno nominato per quanto temuto, come Voldemort, ma sul finale viene letteralmente sconfitto o quanto meno indebolito dalle formiche

MCU: cosa aspettarsi in futuro?

Dai prossimi film MCU bisogna innanzitutto aspettarsi una presa di posizione sul tono da utilizzare. Se Thor: Love and Thunder e Ant-Man and the Wasp: Quantumania sono il nuovo standard per la presentazione di elementi parossistici e grossolani nella loro essenza demenziale, allora le eccezioni sono Eternals ed altri film dove, nonostante la tipica comicità, ci sono scene decisamente ricche di pathos. Va bene mescolare gli stili come si è dimostrato nella fase 4, tra Doctor Strange nel Multiverso della follia che è a tinte horror e Thor: Love and Thunder che è invece parodistico o a tratti prova ad essere camp. Ma non è possibile presentare l’ultimo Ant-Man come un film di apertura di una nuova fase, la 5. Questo perché il nuovo stampo comico sembra, per l’appunto, un tentativo vago di usare il camp; e poi non ci si prende più sul serio anche quando si dovrebbe. Indirizzare il tono è il primo obiettivo. 

 

Riuscire a cucire una serialità solida e compatta come in passato, è l’altro passo da aspettarsi per cercare di tenere ben stretti a sé gli spettatori per la Marvel. Ci sono tante linee narrative aperte, ma ciò non è un problema, l’importante è che in ogni storia autonomia ci sia un filo conduttore anche solo tematico. Al momento è questo che manca, ossia una tematica ricorrente, un personaggio nucleo che dovrebbe essere Kang, ma al momento è fin troppo acerbo e poco incisivo. La fretta è la nemica del MCU, siccome gli studi Marvel inspiegabilmente hanno accelerato il passo, sintomo di ingordigia e poca lucidità. Il cambiamento potrebbe essere però dietro l’angolo dato i rinvii di alcuni film come The Marvels, indizio secondo cui si opterà per rivedere al meglio la distribuzione del lavoro per gli effetti visivi.  

 

Infine, saranno introdotti personaggi chiave come I Fantastici 4 e gli X-Men, e trovare elementi camp o demenziali in film di punta non è una mossa, nemmeno lontanamente, vincente. Anche perché, va detto, il camp è comunque una maniera consapevole di rielaborare il kitsch, ma non è questo il caso. Lo ha dimostrato Ant-Man and the Wasp: Quantumania, d’altronde. Le scelte di casting non hanno mai deluso in casa Marvel, e aspettarsi dei volti noti ad interpretare eroi famosi è del tutto normale, dato che potrebbe essere un’altra carta da giocare. Collegare al meglio l’ormai enorme quantitativo di storie e personaggi incluse nel MCU tra film e serie TV, non può essere una prerogativa, e la Marvel sa di dover correggere gli errori mostrati in televisione, e in parte al cinema. Kang merita sicuramente un altro trattamento a dispetto da quello ricevuto finora, altrimenti manca l’epica supereroistica