L’infanzia di Enzo D’Alò: la recensione di Pipì, Pupù e Rosmarina In Il mistero delle note rapite

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su whatsapp
Condividi su telegram

Distribuito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 16 novembre 2017, scritto e diretto da Enzo D’Alò. Tratto dalla serie animata Pipì, Pupù e Rosmarina, ideata e realizzata dallo stesso regista e messa in onda sulle reti Rai a partire dall’11 ottobre 2009.

La colonna sonora è composta da Daniele Di Gregorio, il montaggio è curato da Gianluca Cristofani mentre il cast vocale è composto da: Giancarlo Giannini, Francesco Pannofino, Agnese Marteddu, Lucrezia Roma, Mattia Fabiano, Alex Polidori, Riccardo Rossi, Patrizia Bracaglia, Michele Gammino, Francesco Meoni e Roberto Draghetti.

La trama di Pipì, Pupù e Rosmarina In Il mistero delle note rapite, film del 2017

Qualcuno ha rubato la partitura composta da Mapà per il grande concerto di Ferragosto. La voce narrante (Giancarlo Giannini), amica dei piccoli avventurieri Pipì (un orsetto lavatore), Pupù (un uccellino) e Rosmarina (una coniglietta), gli affida il compito di scoprire il colpevole del furto.

La serie animata da cui è tratto il seguente lungometraggio, sta facendo compagnia ai bambini ancora oggi, negli appositi canali dedicati. Tre amici che si mettono in viaggio alla ricerca di un’entità misteriosa del “Mapà” che racchiude in sé le due figure genitoriali.

Un prodotto che sbarca in un nuovo medium per generare un evento dedicato a quel determinato pubblico, che ha imparato ad appassionarsi ai suddetti personaggi seduti sul divano di casa. Una fascia così specifica che permette di evitare qualsiasi tipo di introduzione.

Come è giusto che sia il tutto comincia all’interno di una cornice collaudata, si respira infatti un’atmosfera familiare, chi sta guardando sa già chi sono i protagonisti, sa già in quali contesti operano e conosce bene chi li accompagna nelle loro avventure.

La recensione di Pipì, Pupù e Rosmarina In Il mistero delle note rapite, diretto da Enzo D’Alò

Come anticipato in precedenza per la serie, la componente del viaggio caratterizza anche questa storia. Elemento fondamentale non soltanto in quest’ultimo caso, ma fin dall’inizio il regista ha sempre collegato il movimento fisico dei suoi personaggi con il processo di crescita.

Mediante un semplice quanto pretestuoso espediente narrativo (senza che questo risulti un difetto) si promuove l’insegnamento culturale grazie all’adattamento di opere che sono entrate nel nostro immaginario collettivo.

Tre tappe, tre rappresentazioni che adattano il materiale di partenza in modo tale da risultare fruibile al suo bacino d’utenza ma contemporaneamente piacevole, la musica permette di unire l’intrattenimento con lo scopo didattico alla base dell’operazione. Le opere in questione sono: L’italiana in Algeri di Gioacchino Rossini, Don Quichotte di Jules Massenet e Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

I pregi di Pipì, Pupù e Rosmarina In Il mistero delle note rapite, con le voci di Giancarlo Giannini e Francesco Pannofino

Si sottolinea con favore il fatto che pur essendo un lungometraggio destinato ad una fascia d’età molto bassa non viene meno l’intenzione di realizzare un contenuto degno di nota. È manifesto l’impegno e la volontà di curare l’aspetto educativo (non giudicare le apparenze o violare lo spazio altrui), istruttivo ma anche artistico.

In più si nota con piacere la mancanza di un umorismo grossolano privo di quei determinati aspetti generalmente caratteristici dell’audiovisivo infantile. Merito ancora una volta di un autore che ha sempre mostrato tatto nello scrivere le battute, facendo ridere sempre in maniera genuina. È sorprendente anzi trovare uno sprazzo di satira che non ti aspetti.

Voto:
3.5/5

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *