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Recensione – Lamborghini: The Man Behind the Legend

In un panorama cinematografico dove, negli ultimi anni, hanno prevalso cinecomics, blockbuster, thriller/horror, film di guerra e fantascienza, un altro genere di grande rilevanza è il biopic: quella tipologia di pellicola che traspone sul grande schermo le storie di conflitti, lotte, cambiamenti o le gesta di artisti, campioni, scienziati, filosofi, insomma di persone o avvenimenti storici che in un modo o nell’altro, nel bene o nel male, hanno segnato la storia. Il film biografico fa da sempre parte del mondo della settima arte, tanto da ritagliarsi sempre più spazio a livello di riconoscimenti, spesso sovrastando molti altri titoli di pari valore. Uno dei motivi è sicuramente dettato dal fatto che si tratta di un genere cinematografico che accorpa diversi sottogeneri, le strade da percorrere sono molteplici ed il raggio d’azione è molto più ampio. I film tratti da storie vere conservano al loro interno sempre un fascino indiscutibile: a volte ripagato, a volte meno. Tra le tante storie ancora non raccontate Prime Video ha deciso di distribuire sulla propria piattaforma streaming un biopic che ripercorre, o meglio che tenta di ripercorrere, la vita ed il percorso di Ferruccio Lamborghini, il fondatore della lussuosa casa automobilistica, intitolato “Lamborghini: The Man Behind the Legend”. Di seguito la trama e la recensione del film presentato in anteprima alla 17° Festa del Cinema di Roma, disponibile dal 19 Gennaio su Prime Video. 

La storia dell’imprenditore italiano Ferruccio Lamborghini

Un racconto diviso in tre atti che, legati da un filo conduttore, ripercorrono tre momenti storici diversi: si parte da un giovane Ferruccio (qui interpretato da Romano Reggiani) che fa ritorno alla sua città natale, Cento, nel secondo dopoguerra, passando velocemente al periodo d’ascesa dell’imprenditore italiano, per poi concludersi ancor più rapidamente con un breve accenno alla crisi dell’industria automobilistica in generale e, in parte, al periodo più buio della casa Lamborghini. A fare da cornice non mancano chiari riferimenti alla dura rivalità con la Ferrari e della grande volontà di Ferruccio (questa volta interpretato da Frank Grillo) di fare il prima possibile la storia. 

“Penso ad una macchina che ancora non esiste che sia forte e potente come un toro. Con questa macchina il mondo si dimenticherà della Ferrari.”

La recensione di Lamborghini: The Man Behind the Legend 

Lamborghini: The Man Behind the Legend” è un film scritto e diretto dal cineasta statunitense RobertBobbyMoresco, liberamente tratto da “Ferruccio Lamborghini, la storia ufficiale”, libro biografico scritto da Tonino, il figlio del famoso imprenditore. Trovare dei pregi di questa pellicola è un compito arduo: gli unici elementi “salvabili” restano senz’altro il già citato Frank Grillo e Gabriel Byrne, il quale interpreta, invece, Enzo Ferrari. Due attori parecchio sottovalutati che quantomeno tentano di regalare un pelo di carisma ai loro rispettivi personaggi. Il grande problema è che tutto quello che gli viene costruito intorno è fin troppo confusionario, strutturato male e finisce per influenzare di conseguenza le loro interpretazioni e anche quelle del resto del cast. Dal punto di vista tecnico il pubblico si trova di fronte ad un progetto che tenta di sfruttare il cosiddetto “montaggio alternato” cercando una certa dinamicità, una scelta che in realtà crea solo tanto caos narrativo e visivo. 

 

I tre atti non restituiscono ritmo e quell’ossatura necessaria che avrebbe solo fatto del bene ad un film che zoppica già di suo. La stessa corsa tra Ferruccio ed Enzo, con annesso occhiolino finale dello stesso fondatore della Ferrari, che funge da sfondo dalle parvenze oniriche, si perde tra i meandri di una narrazione che pare non riuscire mai a prendere una strada da percorre fino in fondo. Il primo capitolo affronta le origini e mostra allo spettatore com’è nata in Ferruccio l’idea di fondare il marchio Lamborghini, ma è realizzata con una fotografia fin troppo patinata e porta in scena una love story povera di mordente che finisce per dissolversi nel proseguo della storia. La seconda parte, come già sottolineato, si concentra sulla vera e propria ascesa, ma anche questa volta il racconto si perde in una serie di errori, tecnici e non, che finiscono per perdere il filo conduttore del film, basti pensare alla presenza del personaggio interpretato dal rapper Clementino (uno dei tanti elementi completamente fuori luogo ed improbabili all’interno di un titolo di questo genere). Infine, lo stesso atto conclusivo si risolve troppo velocemente e regala al pubblico un finale che pare mozzato a metà. 

 

 

Come se non bastasse, “Lamborghini: The Man Behind the Legend” vanta un gran numero di errori capaci di catturare non solo l’attenzione degli appassionati del mondo delle quattro ruote: la sequenza tra le più “incriminate” è ovviamente quella della storica corsa della Fiat Barchetta Sport, quasi completamente romanzata poiché la reale gara avvenne in un altro luogo e l’incidente finale si svolse in maniera totalmente diversa, inoltre, nella versione doppiata vengono spesso nominati i cavalli quando si parla in realtà della cilindrata. La stessa frase che funge da slogan dello storico scontro tra Ferrari e Lamborghini è completamente fuori luogo, poiché nel film appare un’insegna posta sui cancelli della sede del cavallino che recita: “Ferrari. Quando vuoi essere qualcuno”. Frase, in seguito, derisa da Ferruccio al Salone di Ginevra del ’64 quando, in risposta allo slogan (inventato) il protagonista afferma “Compri una Ferrari quando vuoi essere qualcuno. Compri una Lamborghini quando sei qualcuno”. Questi sono alcuni dei dettagli o sviste che rasentano l’inverosimile e che superano la convenzione del “romanzato”, una caratteristica anche di grandi titoli biografici, ma che non prende mai il sopravvento sui fatti reali, se non quando il progetto finisce per non funzionare.

“La Lamborghini 350 GT deve essere veloce come una macchina da corsa, deve essere l’auto più bella che il mondo abbia mai visto.”

Le cronache di un disastro annunciato in partenza 

Insomma, “Lamborghini: The Man Behind the Legend” fin dal passaggio in anteprima al Festival di Roma, ma anche già con l’uscita del trailer, si è rivelato un disastro annunciato. Un progetto che, come sottolineato dal disclaimer finale, rivela che le due società automobilistiche citate non sono state coinvolte nella realizzazione e che, seppur si tratti di una storia vera, molti avvenimenti e personaggi sono frutto di fantasia e/o romanzati, citando oltretutto Marcello Gandini e Paolo Stanzani (i veri ideatori e creatori del modello Miura, nonostante siano stati omessi dal film “solo” per esigenze narrative). Indizi, o meglio, chiare prove di un biopic fallimentare che non riesce in alcun modo a raccontare o, quanto meno, trasmettere un pizzico del fascino e del carisma di un personaggio come Ferruccio Lamborghini


Un’imprenditore che ha fatto la storia dell’industria automobilistica di cui Bobby Moresco a deciso di trasporre solo alcuni elementi della sua vita, spesso tralasciando avvenimenti o fatti più importanti, concentrandosi su una banale quanto semplice narrazione di pochi momenti che non catturano e non colgono la vera essenza di una storia che avrebbe avuto molto, ma molto di più da esprimere e raccontare. Non aiuta la visione doppiata, gran parte del cast è italiano e, spesso, quando le produzioni coinvolgono Paesi diversi gli attori tengono ad auto doppiarsi nella loro lingua madre. Il risultato? Un film tecnicamente modesto, narrativamente imbarazzante e in sostanza uno di quei film biografici che non fa altro che finire nel grande calderone di progetti scadenti e fallimentari, una grande occasione sfumata di trasporre sullo schermo la storia di un’eccellenza italiana conosciuta in tutto il mondo. 

Voto:
2/5
Andrea Barone
1.5/5
Bruno Santini
0/5
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

PRO