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5 Film Da Vedere Su Amazon Prime Video A Gennaio 2023

Mulholland Drive, film di David Lynch del 2001

Secondo appuntamento del mese con l’approfondimento sulle piattaforme streaming e che proseguirà con un articolo per piattaforma, ogni mese, con un articolo a settimana. Oggi è il turno di Amazon Prime Video, dal cui catalogo sono stati scelti 5 film da vedere a gennaio 2023. Questa rubrica, infatti, non ha l’obiettivo di consigliare le novità uscite in quel mese specifico o nel corso del 2023 ma film di qualsiasi tipo, a prescindere dal loro anno di uscita, dalla loro durata e dal loro genere. Di seguito, ecco quindi i 5 titoli da non perdere su Amazon Prime Video.

1) Mulholland Drive – David Lynch (2001)

Quella del 2001 fu, senza dubbio, una delle migliori edizioni di sempre del Festival Di Cannes: in concorso erano presenti film del calibro di Millennium Mambo di Hou Hsiao Hsien, L’uomo Che Non C’era dei Fratelli Coen, La Pianista di Michael Haneke, Acqua Tiepida Sotto Un Ponte Rosso di Shohei Imamura, Distance di Hirokazu Kore’eda, Che Ora E’ Laggiù di Tsai Ming Liang, ma anche Shrek, Jean-Luc Godard, Aleksandr Sokurov e Jacques Rivette.  A spuntarla ed a portarsi a casa la tanto ambita Palma D’oro fu però il nostro Nanni Moretti con La Stanza Del Figlio. Moretti racconta però di come, mentre si trovava fuori dalla struttura prima delle premiazioni, un uomo lo avvicinò e gli disse “Nanni, un giorno o l’altro io ti ucciderò”: a pronunciare queste parole, che avevano ovviamente un senso ironico e di gioco, fu nientemeno che David Lynch ed il film con cui si trovava in concorso era Mulholland Drive

 

Il film del 2001 con protagoniste Naomi Watts e Laura Harring è, senza dubbio, uno dei film più importanti del secolo e della storia del cinema, summa del pensiero artistico di un genio unico come Lynch. Basterebbe citare la scena nel Club Silencio, uno dei picchi più alti della cinematografia tutta, per rendersi conto di essere dinanzi ad un’opera imprescindibile e che, come in ogni grande film, ad ogni visione vi si trovano dettagli che non si erano notati in precedenza, luci e scelte artistiche per cui una sola visione non può assolutamente bastare per comprenderlo davvero. A proposito di comprensione, non ci si aspetti di trovare spiegoni o momenti chiarificatori perchè l’arte, in questo caso quella di David Lynch, non ne richiede e bisogna rendersi conto che è necessario superare questo concetto del “capire” e di come, invece, non comprendere qualcosa significhi essere ignoranti o stupidi. Piuttosto, basterà lasciarsi trascinare e vivere il film per quello che è, ovvero ben più di un semplice film ma qualcosa che trascende.

Mulholland Drive, film di David Lynch del 2001

2) La Promessa Dell’Assassino – David Cronenberg (2007)

E’ finalmente tornato quest’anno con uno dei film più belli del 2022, quel Crimes Of The Future che riprende l’opera del 1970 solamente per il titolo e che vede non solo il ritorno di David Cronenberg su grande schermo a distanza di 8 anni dall’ultima volta (con Maps To The Stars del 2014), ma anche una sua nuova collaborazione col grande Viggo MortensenI due avevano già collaborato in A History Of Violence del 2005 e A Dangerous Method del 2011 ma nel 2007, tra questi due film ce ne fu un altro, ovvero La Promessa Dell’Assassino

 

Molti detrattori e, purtroppo molti fan stessi di Cronenberg, rimpiangono i tempi in cui il regista canadese si dedicava principalmente ai Body-Horror (genere, fondamentalmente, di sua stessa invenzione) e trovano che questa sua seconda parte di carriera sia sottotono. Follia. Il cinema di Cronenberg è in continua evoluzione, come il suo pensiero, come il corpo umano, come la carne e dovrebbe risultare piuttosto evidente visionando la sua intera filmografia, dove quest’ultimo Crimes Of The Future non sembra altro che la classica ciliegina sulla torta.  In ogni caso, La Promessa Dell’Assassino dimostra come Cronenberg non solo non abbia perso un briciolo di energia negli anni ma, anzi, abbia voglia di sperimentare, muoversi tra i generi e continuare a parlarci di ciò di cui ci parla ormai da decenni, ovvero l’essere umano e ciò che li spinge a fare determinate scelte ed azioni. 

 

Anche in questo caso, basterebbe una scena per rendere esattamente di che cosa si sta parlando: la famosa scena della sauna fa spavento per realismo, brutalità ma anche per tecnica registica. David Cronenberg è uno dei registi più importanti della storia e magari, grazie ai suoi (purtroppo ancora pochi) film disponibili su piattaforme, più persone potranno scoprirlo. Farlo a partire da questi film e non dal Body-horror dunque, alla luce della caratura di queste opere, non sembra essere una follia. 

3) Possessor – Brandon Cronenberg (2020)

Buon sangue non mente, verrebbe da dire. Se la meravigliosa carriera di David Cronenberg, nonostante si speri duri il più a lungo possibile, sembra avviarsi verso la fine, la sua eredità sembra essere più viva che mai. E che eredità. Si perchè Brandon Cronenberg, figlio di David, sembra avere le idee molto chiare sulla strada da seguire. Dopo il suo ottimo debutto del 2012 con Antiviral, nel 2020 esce il suo secondo lungometraggio che, in Italia, è uscito direttamente in streaming solamente nel 2022, proprio su Amazon Prime Video

 

Possessor è un ottimo film, certamente difettoso ma che riesce a superare molti ostacoli grazie a delle idee e delle scelte artistiche ed estetiche molto chiare, oltre che con una grandissima Andrea Riseborough protagonista. Brandon sembra aver compreso perfettamente il pensiero del padre David ma non si limita a proporre una copia sbiadita o un horror che faccia leva sul semplice e banale Jumpscare come, purtroppo, fanno in tantissimi al giorno d’oggi. Piuttosto, l’horror deriva dalla mente umana, dalla distopia di un mondo che sembra lontano ma che, forse, è invece più vicino di quanto si possa credere e la paura, il malessere che ci crea dentro, deriva dalla mente e non dal mero mostro che compare dietro una porta appena arrivati ad un climax musicale.  In attesa di Infinity Pool, suo terzo e nuovo film che dovrebbe uscire nel 2023 e che, speriamo, possa arrivare in Italia su grande schermo, Possessor è un film da scoprire e riscoprire assolutamente.

Possessor, film di Brandon Cronenberg del 2020

4) Ombre Rosse – John Ford (1939)

Qui si è dinanzi, molto semplicemente, ad uno dei film più importanti e citati della storia del cinema, che ritroviamo in Martin Scorsese come nell’universo di Star Wars di George Lucas. Ombre Rosse di John Ford del 1939 con John Wayne (esiste una collaborazione più potente ed importante di quella tra Ford e Wayne?) è storia del cinema e la sua presenza, forse un po’ a sorpresa su Amazon Prime Video, sembra obbligare chiunque non l’abbia mai visto prima a recuperarlo. 

 

Difficile spiegare in poche righe perchè questo film sia così importante ma vi basti sapere che esso rappresenta un vero e proprio spartiacque nella storia.  Il genere Western infatti, fino a quel momento, non era considerato altro che un genere d’intrattenimento, senza troppe pretese e, soprattutto, ancora legatissimo al cinema muto. Ford invece rilancia il genere, sceglie John Wayne (che sì, non era un vero e proprio debuttante ma non era assolutamente il John Wayne che tutti conosciamo oggi ed a cui i produttori preferivano altri attori come il grande Gary Cooper) e con un metodo di narrazione nuovo, dove i personaggi sono ambivalenti e dove il nemico non lo vediamo ma viene comunque caratterizzato (per citarne uno, ai più potrebbe ricordare diverse scelte di Spielberg per Lo Squalo). Inutile poi citare la magnificenza del panorama, dei totali, dell’Arizona e di quell’America. 

 

“Se l’orizzonte è in basso è interessante, se l’orizzonte è in alto è interessante, se l’orizzonte è in mezzo è una palla mortale”: parole del John Ford di The Fabelmans, l’ultimo film del già citato Steven Spielberg che, per interpretare Ford, sceglie appunto David Lynch, di cui abbiamo parlato precedentemente. Il grande cinema, in un modo o nell’altro, è tutto collegato ed anche questo titolo è assolutamente da recuperare.

 

5) L’Odio – Mathieu Kassovitz (1995)

Uno dei film più rappresentativi degli anni ’90 e che ci racconta la difficoltà e pericolosità della periferia, in questo caso delle Banlieue parigine, diretto da Mathieu Kassovitz ed anch’esso passato dal Festival Di Cannes, dove si è aggiudicato il Prix De la Mise En Scene, ovvero il premio per la miglior regia. Effettivamente, non poteva essere altrimenti vista la qualità assoluta di questo film, con uno dei bianco e nero migliori degli ultimi decenni, con un giovanissimo Vincent Cassel che, grazie alla sua magnifica interpretazione, verrà lanciato tra i migliori attori della sua generazione, con un ruolo a dir poco iconico, come iconiche sono tantissime scene e frasi che, ancora oggi tra i cinefili, vengono riprese e citate, come la scena allo specchio che, a sua volta, citava Taxi Driver di Martin Scorsese o il discorso “fino a qui tutto bene”

 

Eppure, il film non è solamente citazioni, non è un film che vuole piacere o vuole fare l’occhiolino a nessuno. L’Odio di Mathieu Kassovitz è un film di denuncia, denuncia di una realtà che lo stesso Kassovitz viveva e che ancora oggi, purtroppo, è presente a Parigi ed in tutta la Francia. L’eredità di questo film ancora dura, basti pensare a Athena di Romain Gavras oppure I Miserabili di Ladj Ly : quando un film di denuncia è fatto nel modo giusto, la sua risonanza e forza non si limita al territorio di cui si parla ma si allarga a tutto il mondo e questo, indubbiamente, ha facilitato non solo il suo successo, ma anche le riflessioni al riguardo portate avanti praticamente ovunque, ancora oggi.  Purtroppo Kassovitz, come regista, non è mai riuscito a ripetersi ma il cinema è eterno e questo film rimarrà di certo negli annali.

L'Odio, film di Mathieu Kassovitz del 1995