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Recensione – I Migliori Giorni: la destrutturazione delle feste italiane

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Edoardo Leo e Massimiliano Bruno uniscono le forze per realizzare l’ambiziosa commedia “I Migliori Giorni“, la quale non solo è formata da quattro storie (due dirette da Leo mentre le altre da Bruno),  ognuna avente un cast di attori di prim’ordine, ma è anche la prima parte di un dittico che prevederà un sequel, intitolato “I Peggiori Giorni” ed in uscita il 20 Aprile 2023. Ogni cortometraggio è infatti ambientato durante una festa, ritraendo il modo in cui solitamente l’italiano medio reagisce  neii periodi mostrati nel film.

La prima storia vede la politica Stefania che invita alla cena della vigilia di Natale un segretario di partito che può aiutarla nella sua carriera, ma dovrà stare attenta ai suoi fratelli che non smettono mai di litigare e che dovranno provare ad essere buoni almeno in quella serata. La seconda storia vede l’imprenditore Bruno Amenta intento a passare la serata di Capodanno con dei senzatetto, insieme alla famiglia, per ripulirsi l’immagine, ma le cose si complicano quando incontra un ex dipendente. La terza storia vede Gianni che vorrebbe festeggiare il San Valentino con l’amante Clarissa ma lo fa invece con la moglie Sonia, la quale corteggia Daniela che è fidanzata con la stessa Clarissa. L’ultima storia vede invece la conduttrice Margherita, dopo che ha cercato di comunicare con sua figlia che ha tentato il suicidio, dover affrontare gli studi televisivi che pretendono che lei si assuma tutte le responsabilità di contenuti sessisti proprio il giorno della Festa Della Donna.

I Migliori Giorni: la recensione di festività umane

L’opera vorrebbe approfondire gli aspetti della realtà italiana avendo come centro le feste che, pur essendo il ricordo delle nostre parti migliori, rivelano invece definitivamente ciò che siamo in tutta la nostra ipocrisia: dai ricchi che aiutano le persone solo per secondi fini ai parenti che si riuniscono solo per scontrarsi, attaccando fortemente anche la continua ricerca dell’immagine che insegue le feste solo per convenienza. La parte migliore è probabilmente nel secondo episodio, dove c’è una forte esplicità nel mostrare uno scontro tra borghesia e proletariato ed in cui nessun cittadino tuttavia ne esce veramente bene. La parte più debole è invece legata al quarto episodio, dove sembra esserci costante confusione nella rappresentazione delle donne oppresse a causa del cercare di mantenere una forte ambiguità proprio nella caratterizzazione della protagonista.

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In genere tutte le storie presentano una forte componente amara, fatta eccezione per quella su San Valentino che sembra voglia dare un po’ di respiro pur mantenendo comunque una vena malinconica in certi momenti, i quali esprimono la costante ricerca di novità da parte di individui che rinunciano a cercare comunicazione nelle persone che dovrebbero amare per paura di abituarsi a loro. In questo racconto si avverte tuttavia una superficialità dei temi che arriva proprio perché si cerca di smorzare un po’ troppo le cose, anche se, paradossalmente, il finale è quello più quadrato tra tutte le storie proprio perché arriva ad una reale conclusione.

I Migliori Giorni e la paura dell’esprimersi

La debolezza principale del film è infatti un’intenzione lodevole (si tratta della prima commedia che affronta in maniera più analitica le fazioni tra i complottisti contro i vaccini ed i realisti) che però sembra spesso completamente indecisa su dove voglia andare a parare, perché nonostante i messaggi siano abbastanza chiari, gli autori non riescono a dare una conclusione reale ai protagonisti (il quarto corto sembra essere finito a metà). Quando poi si vuole dare una forte lucidità alle intenzioni dei personaggi, questi ultimi si perdono in un fortissimo didascalismo causato da dei monologhi che vogliono raccontare allo spettatore il significato della storia nonostante i corti tentino di farlo più volte attraverso i dialoghi e le azioni, rischiando di andare nella ripetitività non richiesta e dando così una sensazione di stucchevolezza.

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Nonostante i problemi, “I Migliori Giorni” presenta comunque dei momenti interessanti e sa anche far divertire con delle battute intelligenti senza che siano eccessivamente scorrette, mantenendo un buon equilibrio. La cosa migliore è sicuramente il cast composto da attori davvero bravissimi (uno su tutti l’incredibile Paolo Calabresi nel ruolo di Alberto), ma i difetti di narrazione rovinano delle parti importanti che, senza di essi, avrebbero potuto dare molto di più. Nonostante ciò, c’è comunque interesse per la seconda parte che si spera presenti delle gestioni migliori.

Voto:
2.5/5
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Generi:

PRO