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Recensione − Mamma, ho perso l’aereo: non è Natale senza

La recensione di Mamma, ho perso l'aereo: commedia natalizia di Chris Columbus

Mamma, ho perso l’aereo (in originale Home Alone) è un blockbuster del 1990, scritto e prodotto da John Hughes, unitosi all’adattissimo Chris Columbus; d’altronde, quando si parla di film per ragazzi, chi se non lui? Il film fu un successo commerciale inaspettato, tanto che negli anni è rimasto nell’immaginario collettivo come cult natalizio, e viene riproposto in televisione ogni anno, in occasione delle festività. Il protagonista del film è Kevin, bambino interpretato da  Macaulay Culkin; il resto del cast: Catherine O’Hara, Joe Pesci e Daniel Stern. Ecco la trama e la recensione del film. 

La trama di Mamma, ho perso l’aereo: commedia natalizia cult

Protagonista del film è Kevin (Macaulay Culkin), che durante le vacanze natalizie viene sconsideratamente dimenticato a casa, in America. La numerosa famiglia del bambino prende la direzione Parigi, decollando; proprio nell’attimo in cui il velivolo si eleva in cielo, la mamma (Catherine O’Hara) fa mente locale e non può crederci: ha dimenticato il figlio più piccolo.

 

Kevin aveva espresso il desiderio di restare da solo, dopo che la sua enorme e fastidiosa famiglia la sera prima, lo avevo infastidito e non poco. Hanno mangiato la sua pizza al formaggio, e cosa ben più grave, lo hanno rilegato a dormire con il cugino incontinente, con l’alto rischio di trovare il letto bagnato il mattino seguente.

 

Ma al risveglio, il piccolo protagonista si ritroverà da solo, credendo di essere stato l’artefice della sparizione dei suoi. Quello che si prospetta un paradiso, come potenzialmente per ogni bambino, ben presto si tramuta in una presa di coscienza. Non è tutto oro ciò che luccica, e soprattutto, per ogni pargoletto la propria mamma è fondamentale

 

Due ladri macchiettistici, Harry (Joe Pesci) e Mav (Daniel Stern), minacciano la quiete del giovane, intenzionato a godersi appieno le vacanze natalizie. Il finale è la sequenza entrata prepotentemente nell’immaginario collettivo: le trappole ingegnate da Kevin scacciano i due teppisti, alla fine arrestati.

La recensione di Mamma, ho perso l'aereo: commedia natalizia di Chris Columbus

La recensione di Mamma, ho perso l’aereo: lo spirito d’avventura durante il Natale

Sulle note di Somewhere in my memory di John Williams, prende vita una deliziosa commedia natalizia che, al netto di una forte sospensione dell’incredulità, regala 1 ora e 40 circa di divertimento, stupore e umanità. Il sogno di ogni bambino, almeno per un attimo, è di restare da solo in casa così come chiuso in un centro commerciale o in un negozio di caramelle; avere la pista libera per fare, mangiare e guardare ciò che si desidera senza dover dare conto ai doveri imposti dai genitori, o dagli adulti in generale. I più piccoli in certe occasioni non vengono realmente ascoltati, poiché si preferisci educare imponendo o ricattando come a dare un premio per ogni richiesta: “fai questo e ti verrà dato quello che chiedi”. In Mamma, ho perso l’aereo questo concetto viene estremizzato, e i topoi da commedia slapstick sul finale compone il nucleo fondante della pellicola. 

 

Tutto il film non è altro che un percorso di formazione, dove Kevin espone la sua interiorità: ha paura della stufa in soffitta; vuole guardare film per adulti mentre mangia una pizza. Ma ben presto dovrà affrontare la solitudine, che significa implicitamente vivere responsabilmente. Fare la spesa, prepararsi del cibo, organizzare al meglio le faccende domestiche; ma in una sequenza si dà sfogo anche agli ossimori: curare l’igiene personale con tanto di dopo barba, inconsapevolmente; assicurarsi che lo spazzolino sia consigliato dall’associazione dei dentisti, in una battuta che racchiude il divertimento e l’assurdità della situazione. D’altronde, il film di Chris Columbus è atemporale e studiato a tavolino per enfatizzare gli elementi infantili presenti in ogni essere umano, volto all’ozio piuttosto che ai doveri della vita. L’uomo con la pala da neve è fisicamente e simbolicamente il contenitore del cambiamento; la sua sinistra figura viene avvolta dall’umanizzazione, si racconta al piccolo Kevin e stringono un legame particolare, siccome sono rimasti entrambi soli. Alla fine, si aiuteranno a vicenda a rendersi consapevoli e maturi, a dimostrare come il dialogo generazionale può essere un beneficio per ambedue le parti.

 

Mamma, ho perso l’aereo rende magico il Natale, divertente e nostalgico, con un espediente narrativo semplice ed efficace: risvegliare il bambino interno alla coscienza dello spettatore, volenteroso di vivere senza freni. Anche il modo di inquadrare di Columbus, con la splendida colonna sonora composta da Williams, rendono il film gustosamente infantile: i primi piani sull’esagerate espressioni di Kevin, il Babbo Natale affisso alla porta che diventa minaccioso dopo che il bambino ha espresso il suo desiderio, la stufa in soffitta inquadrata con uno zoom out rapido a darle potenza, incute timore anche all’adulto osservatore. Il ritmo frenetico non lascia respiro ai personaggi, ma fa parte della struttura narrativa di questa intensa dark (quasi) comedy bambinesca. Il Natale fa da sfondo con le scenografie innevate e allo stesso tempo colorate, ma è soprattutto la misericordia ad incarnare lo spirito delle feste nel film.

Voto:
3.5/5
Andrea Barone
4/5
Andrea Boggione
4/5
Gabriele Maccauro
3/5
Paola Perri
4/5
Vittorio Pigini
3.5/5
Bruno Santini
3.5/5