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Recensione – Tokyo Vice episodi 1×05 e 1×06

Recensione episodi da 1x05 e 1x06 e disponibile su Paramount Plus

Tokyo Vice è la serie prodotta da Michael Mann per HBO Max e disponibile in Italia su Paramount+. Una serie uscita in sordina ma che merita assolutamente una visione. Arrivati all’episodio numero 6, tiriamo le somme su ciò che è successo fin’ora e cosa ci attende dagli ultimi due episodi, in uscita settimana prossima.

Potenza narrativa, estetica ed un cast in stato di grazia: tutti i segreti di Tokyo Vice

Generalmente, due episodi come questi non sarebbero altro che i cosiddetti episodi di transizione, episodi necessari per portare avanti la storia, dove non succede necessariamente molto ma che danno il là, magari, per un finale di stagione. Tecnicamente sarebbe così anche per Tokyo Vice, ma la serie prodotta da Michael Mann ed il cui apporto stilistico e tematico è evidente in ogni inquadratura, nonostante la sua uscita in sordina, è una serie tv speciale e ci regala due episodi densi di avvenimenti ed intrecci, con un quinto episodio semplicemente perfetto dal punto di vista narrativo. Un lavoro corale, con la storia di personaggi apparentemente lontani che, inevitabilmente, finisce per intrecciarsi. Inevitabilmente perchè, se c’è una cosa certa, è che nessuno si salva.everybody pays” : il titolo della quinta puntata è, da questo punto di vista, esemplificativo. Tutti i personaggi, in un modo o nell’altro, hanno un passato (o un futuro) oscuro, un debito da pagare, un peso sulle spalle forse troppo grande per loro. In Tokyo Vice non ci sono vincitori ma vinti, è la storia di uomini che se la vedono con il loro destino, cercando in alcuni casi di cambiarlo, in altri  accettandolo in silenzio. Un racconto che fonde, come detto, il tocco di Michael Mann con quello che è ormai il tratto distintivo di Nicolas Winding Refn (luci al neon fuse con una colonna sonora perfetta, composta da Danny Bensi e Saunder Jurriaans) e, nel momento in cui si parla di gestione del cast e di coralità, è inevitabile pensare anche a Robert Altman. Senza rovinare la sorpresa e scoperta degli eventi però, cosa succede quindi in questi due episodi ?

Recensione degli episodi 1x05 e 1x06 di Tokyo Vice, la serie prodotta da MIchael Mann disponibile su paramount plus

La recensione con spoiler degli episodi 1×05 e 1×06: a che punto si è arrivati ?

Il quinto episodio alterna (letteralmente) ogni scena le storie dei personaggi, approfondendo il loro passato : dal modo in cui Samantha è arrivata a Tokyo e di come, dopo aver rubato una grande somma di Yen, si trova in un vortice da cui non sa più come uscire a Jake Adelstein, che ha sempre più sete di verità ma anche di andare a caccia dello scoop, cosa che inevitabilmente può offuscargli la mente e portarlo all’errore, da cui il detective Katagiri tenta di metterlo in guardia. La voglia di scoprire come mai alcune persone (viste negli episodi precedenti) sono state spinte al suicido da un’agenzia assicurativa è troppo forte però e Jake, grazie anche ad Ishida che gli suggerisce di cercare tra chi un prestito non glielo concesse, risale alla Suzuno Financial, da cui tutti loro si erano rivolti ed a cui un prestito fu negato. Jake va quindi alla loro sede a parlare con il signor Sugita che, dopo poco, ammetterà tutto. Si accordano quindi per incontrarsi a casa di quest’ultimo ma, una volta arrivato, Jake lo troverà morto. 

 

Le ricerche però non si fermano e Jake, prima parlando con Ukai Haruki, giornalista che ha scritto di Tozawa in più riviste e poi proprio grazie ad una soffiata di Ishida, finisce per scoprire l’esistenza di un aereo carico di droga che la mattina seguente atterrerà a Tokyo. Jake ne parla con il detective Katagiri che suggerisce pazienza ma Jake è troppo sicuro di sé e si rivolge a Miyamoto, che si reca sul posto lasciandogli l’esclusiva. Sull’aereo non viene trovato nulla però e, una volta averli raggiunti, il detective Katagiri sottolinea come questo errore gli farà perdere tutto il lavoro fatto fino a quel momento, dovendo ripartire quindi da zero. La notizia comunque c’è e, nonostante Jake non sia d’accordo, gli viene ordinato di scrivere un articolo proprio sull’errore commesso dalla polizia e, quindi, da Miyamoto. Nel finale di puntata scopriamo come egli non sia altro che un collaboratore di Tozawa che, sapendo dove si nascondeva la droga, ha cercato in altri posti per difenderlo. Tozawa chiede da dove fosse arrivata la soffiata che, comunque, lo porta a cambiare tutti i piani e Miyamoto, in un climax sensazionale, fa il nome di Jake Adelstein.

Recensione

Sato e Tozawa : due facce della stessa medaglia ed il ruolo della Yakuza

Merita una menzione speciale tutto il ruolo che ricopre la Yakuza ed i personaggi che la rappresentano in Tokyo Vice. Ishida e Tozawa rappresentano il vecchio ed il nuovo : da un lato abbiamo Ishida, che segue il vecchio codice Yakuza e che crede ancora in alcuni precisi valori mentre dall’altro abbiamo Tozawa, che con la sua volontà di importare droga, rappresenta la nuova Yakuza, più spietata e che mette al primo posto il profitto ad ogni costo. Non a caso, nella meravigliosa scena in cui si incontrano tutti i capi dei vari Clan Yakuza, viene sottolineato come il territorio di Tozawa non sia Tokyo, ma l’occidente : il concetto di apertura, presente anche nella cultura cinese, torna prepotentemente ed in maniera dispregiativa, a sottolineare come Tozawa debba rimanere al suo posto. Di nuovo, Tokyo Vice non si fa problemi ad attaccare la stessa società giapponese, un paese che ha di certo grande cultura e grandi valori ma che, allo stesso tempo, nasconde del marcio. 


In tutto ciò, il personaggio di Sato cresce a dismisura in queste due puntate: egli è un giovane Yakuza che sembra però incastrato nel suo ruolo, che non sembra avere nulla in comune con personaggi come i sopracitati ma che, allo stesso tempo, sembra accettare inerme il suo destino e che sembra trovare in Samantha una certezza, l’amore forse, per la prima volta nella sua vita. Come mostrato soprattutto nel finale del quinto episodio, il suo primo omicidio per difendere Ishida sembra aprirgli una strada in cui sembra destinato a perdersi. Come tipico della cultura asiatica e nipponica, non ci sono bianco e nero ma una serie di sfumature di grigio, non è solo una lotta tra bene e male perché ogni persona ha la sua storia, un passato con cui vedersela ed un futuro ignoto che spaventa terribilmente. Nonostante sia una serie corale, i personaggi sono soli, quasi abbandonati a se stessi. In alcuni casi sembra vedersi una luce, in altri nient’altro che l’oblio e questa incredibile capacità narrativa, mescolata con un grandissimo comparto tecnico, non fa altro che rendere Tokyo Vice una serie incredibile, di cui attendiamo gli ultimi due episodi per tirare le somme su questa serie imperdibile.

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