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Lo sport al cinema: la recensione di Tonya (2017)

la recensione di Tonya

Distribuito nelle sale cinematografiche americane l’8 dicembre 2017 col titolo originale: I, Tonya mentre in quelle italiane il 29 marzo 2018. Diretto da Craig Gillespie, scritto da Steven Rogers mentre il cast è composto da: Margot Robbie, Allison Janney, Sebastian Stan, Paul Walter Hauser, Julianne Nicholson e Bobby Cannavale. Candidato a tre premi Oscar, vincitore nella categoria miglior attrice non protagonista ad Allison Janney.

La trama di Tonya, film del 2017

Lo scandalo e le polemiche accompagnarono la carriera della pattinatrice sul ghiaccio Tonya Harding. Dopo aver superato una difficile infanzia, raggiunge l’apice della carriera, ma un avvenimento tragico rimette tutto in discussione.

Ancor prima di affrontare le proprie avversarie sulla pista di pattinaggio, Tonya fin dalla primissima infanzia ha dovuto lottare contro l’ostilità delle persone più vicine a lei, che siano capitate o che le abbia scelte.

Un nucleo familiare completamente disastrato: in primis con una figura materna dall’idea completamente distorta e malata su come educare un figlio e su come dimostrare il proprio affetto; in secundis una figura paterna distaccata che finirà per sparire completamente.

Una ragazza cresciuta all’insegna della violenza, sia fisica che verbale, desiderosa di essere amata tanto da non accorgersi di aver avvicinato l’uomo sbagliato e di non riuscire per molto tempo a staccarsi definitivamente, perpetrando in una relazione turbolenta, discontinua e destabilizzante non solo nella sfera privata ma anche in quella professionale.

Il ciclone mediatico e giudiziario in cui è stata protagonista non ha fatto altro che presentare all’America l’ennesima occasione di schieramento raccontando una vicenda esclusivamente per spingere l’opinione pubblica a pensare che esista un buono da una parte e un cattivo dall’altra.

La recensione di Tonya, con Margot Robbie e Sebastian Stan

La stessa condanna a lei inflitta pare molto sproporzionata sia per il suo ruolo nella vicenda sia in relazione a quanto hanno effettivamente pagato i veri responsabili. Tonya è stata costretta a pagare anche per la sua immagine, non conforme alla propaganda d’oltreoceano.

La riuscita di questo film non avrebbe la stessa portata senza le attrici principali coinvolte nel progetto. Più che in altre occasioni le performance di Margot Robbie e Allison Janney garantiscono credibilità, sostanza e coinvolgimento. I loro faccia a faccia danno modo di equilibrare la tensione emotiva, esprimendosi nel pieno delle loro capacità.

Un biopic in cui convivono al proprio interno due anime distinte: quella innovativa e quella convenzionale. Risulta molto suggestiva la scelta di far abbattere ai personaggi la barriera della quarta parete, in più il racconto non è affidato ad un narratore esterno (concreto o meno) ma le immagini si susseguono filtrate dal loro punto di vista.

Dall’altra parte invece seguono i classici elementi del genere, ricostruzione pedissequa degli ambienti, degli abbigliamenti e delle acconciature. Situazioni in cui vengono recitate frasi parimenti alla realtà concludendosi con le ovvie didascalie finali e immagini di repertorio.

Un mix di elementi tenuto insieme da una grande capacità tecnica, le sequenze di pattinaggio, infatti, sono piacevoli da fruire e un ritmo frizzante garantito da un montaggio dinamico capace di non cadere mai in un’eccessiva frenesia.

Voto:
4/5
Andrea Barone
3.5/5
Andrea Boggione
4/5
Christian D'Avanzo
3.5/5
Paolo Innocenti
4/5
Vittorio Pigini
3.5/5