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Recensione – Terrifier: la nascita di una nuova icona horror

Terrifier recensione horror con Art il clown, dove vedere Terrifier

L’accoglienza fatta ad Art il Clown è uno di quei rari miracoli che accadono nel cinema contemporaneo: un regista indipendente di nome Damien Leone, dopo una serie di cortometraggi in cui fa comparire l’appena citato clown assassino, decide di iniziare una campagna crowdfunding per realizzare il primo lungometraggio con antagonista questo essere terrificante. Grazia alla campagna, riesce a racimolare un budget di 35.000 dollari, una cifra estremamente ridicola se si considera che un horror generico costa un milione di dollari quando i fondi sono bassi. 

 

Eppure non solo il suo horror “Terrifier”, che gira in diversi festival indipendenti, ottiene consensi positivi da diversi critici statunitensi, ma l’opera, lentamente, ottiene sempre di più un passaparola positivo che non solo genera profitto tramite le piattaforme streaming, ma fa diventare l’assassino Art come uno dei nuovi villain horror più chiacchierati dei giorni nostri. E questa parte del miracolo è insignificante rispetto a quello che succederà dopo e che vi menzioneremo solo alla fine, ma il film merita tutto questo? 

 

La trama di Terrifier

 

 

La trama di Terrifier vede due ragazze di nome Tara e Dawn che, prima di andare ad una festa di Halloween, decidono di fermarsi ad un locale. Una di loro viene adocchiata da un uomo travestito da pagliaccio, ma nonostante le stranezze che volutamente accadono in questo periodo, il tipo appare estremamemente inquietante e sembra che in realtà stia stalkerando Dawn. Pochi minuti dopo, l’uomo cercherà di tormentare e di uccidere le ragazze, perché si tratta di Art il Clown, un ricercato pluriomicida che l’anno prima aveva lasciato gravemente sfigurata una delle sue vittime e che ora è tornato a torturare altre persone che rischiano una morte lenta e dolorosa.

Art il Clown: un villain perfetto

 

Partiamo subito con l’elemento più riuscito di quest’opera che è l’antagonista. Art il Clown, egregiamente interpretato da David Howard Thornton che ha una mimica facciale e dei movimenti del corpo straordinari, è un assassino muto che si esprime a gesti come un mimo. Un villain del genere potrebbe trasformare immediatamente i toni del film in una commedia (come il bellissimo “Killer Clowns From Outer Space”), ma in realtà questo killer sfrutta tutte le caratteristiche di un clown deridendo le sue vittime con smorfie e gesti che apparentemente possono sembrare divertenti, ma che in realtà esprimono ancora di più il sadismo del personaggio, specialmente negli orribili sorrisi mentre sta compiendo mutilazioni.

terrifier streaming

Oltre alla recitazione risulta molto efficace anche il design che allontana il personaggio dalla figura classica del clown assassino e riesce a renderlo più unico ed inquietante rispetto ad altri film che sfruttano il filone. Molto interessante l’unico momento in cui Art dimostra dei sentimenti repressi, anche se il film è molto efficace nel lasciare il dubbio allo spettatore facendo domandare se in tale momento il clown sia sincero o se si tratti solamente di un altro scherzo di cattivissimo gusto. Ottima la scelta di rendere il clown vulnerabile agli attacchi, puntando più su un effetto alla “Scream”, poiché la cosa fa apparire il personaggio più realistico ed automaticamente più inquietante.

La regia di Terrifier con trucchi da maestro

Con un budget minimo, Damien Leone è molto furbo nell’andare soprattutto su inquadrature geometricamente impostate, poiché il non potersi permettere telecamere che diano movimento crea nel cineasta uno studio preciso della tensione data dalla scelta della prospettiva e dai movimenti dei personaggi. Una delle comparse completamente silenziose (e sbeffeccianti) del killer permette per esempio un’efficace immedesimazione nell’ansia delle protagoniste, la quale si ritrovano da sole in luoghi abbandonati con l’unica presenza del killer. Da qui risulta molto intelligente anche la dettagliata cura delle scenografie con dettagli sporchi e per nulla rassicuranti che creano claustrofobia.

 

La più grande sorpresa tuttavia sono i trucchi prostetici perché, nonostante il già citato budget di 35.000 dollari, le scene splatter sono eccellenti. Infatti, fatta eccezione per una testa mozzata che brucia visibilmente finta, il make-up utilizzato non ha nulla da invidiare a quello delle produzioni tradizionali e si riesce a dare il senso di dolore senza mai eccedere e trasformare tutto in un espediente tarantiniano: la tensione ed il sangue vanno a braccetto in un modo perverso e cattivo. Da lodare soprattutto l’ormai celebre scena che vede l’utilizzo di una sega da falegname, tra le più inquietanti e rivoltanti che si siano mai viste in un’opera slasher da molti anni.

Le citazioni di Terrifier e gli omaggi visivi ai grandi horror


Art il Clown è figlio dei grandi horror e thriller usciti in passato: non mancano infatti omaggi visive fatti a scene provenienti da “Nightmare – Dal Profondo Della Notte“, da “Saw: L’Enigmista“, da “Venerdì 13” e persino da “Psycho“. Ma queste citazioni finiscono solo per essere tali, poiché la pellicola cerca in tutti i modi di preparare lo spettatore all’avvenimento di tipici cliché abusati negli slasher… per poi fare sempre l’esatto contrario di quello che ci si aspetta (il momento in cui viene ritrovato un cadavere è probabilmente una delle soluzioni più geniali ed inaspettate che la mente potesse partorire).

terrifier 2 streaming

Un altro riferimento riguarda “Halloween” attraverso però un aspetto concettuale: quando il killer si presenta alle protagoniste per la prima volta, una di loro lo prende in giro, richiamando a quella ingenuità denunciata da Carpenter nel film con Michael Myers e che non si rende conto di un pericolo imminente perché si danno le cose per scontate. Oltre a ciò, l’inizio presenta anche una critica all’insensibilità dei media che contattano le vittime di orrori macabri solamente per acchiappare audience. Purtroppo questi due elementi sono gli unici punti che potevano far puntare l’opera ad un livello ancora più alto rispetto all’intelligente messa in scena e non verranno sviluppati troppo.

Lo straordinario successo di Terrifier 2

L’accoglienza molto forte del primo film come fenomeno di internet gradualmente scoperto da diversi adolescenti che vogliono provare emozioni forti con l’horror, come prima era stato detto, è solo una prima parte del miracolo. Tale accoglienza ha spinto i produttori ad investire più soldi nel sequel, il quale ha un budget di 250.000 dollari, ancora molto misero ma allo stesso tempo molto più consistente. Dato il fenomeno, stavolta i distributori ci hanno creduto e lo hanno mandato in una cerchia limitata di sale… e dopo quasi un mese di programmazione il film ha incassato in America una cifra che va sfiorare gli 8 milioni di dollari e che non ha ancora frenato la sua corsa. Una cosa del genere non capitava da moltissimo tempo ad un prodotto indipendente con un budget così risicato, stupendo gli analisti.

 

Si spera che il successo di questo secondo capitolo permetta una distribuzione in sala anche da noi, visto che il primo film è disponibile in Italia solamente in home video grazie alla distribuzione della Cine Museum. E tornando proprio al primo film, è incredibile che Art The Clown, destinato a diventare la prima grande icona slasher dai tempi di Jigsaw, abbia iniziato con qualcosa di così piccolo e silenzioso. “Terrifier” è uno slasher che non è scontato e sfrutta ogni singolo dettaglio macabro, equilibrando la paura con il gore e sfruttando l’ironia di un villain straordinario che però non converte mai il lungometraggio ad una horrror comedy e di cui si è sempre più curiosi di conoscere le origini che chissà se verranno mai raccontate nel futuro di una crescente saga. C’è tanto impegno e tanta intelligenza in un figlio dei capolavori del passato che però è destinato a far nascere tutt’altro.

Voto:
3.5/5
Christian D'Avanzo
3/5
Paolo Innocenti
3.5/5
Alessio Minorenti
4/5
Vittorio Pigini
3.5/5