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Recensione – Offside: Il Cinema Di Resistenza Di Jafar Panhai

Offside Recensione del film di Jafir Panhai

Notizia di Luglio 2022, il regista iraniano Jafar Panahi è stato arrestato per aver preso parte ad una manifestazione non autorizzata nel suo paese, venendo condannato a 6 anni di carcere; è la terza volta che accade, nonchè la seconda condanna che subisce, a causa della “colpevolezza” di non fare ciò che gli dice il regime teocratico, ma di agire come gli dice la sua coscienza artistica, il suo successo consiste proprio nel fare come non gli viene detto
Nonostante l’ottima salute del cinema iraniano, nonostante le condizioni semi-dittatoriali del paese, vi sono voci poco tollerate dai politici al potere, Jafar Panahai è una di queste.

 

Sono anni che il cineasta, viene costretto a girare in condizioni di clandestinità, dato il divieto impostagli, con conseguente censura della distribuzione dei suoi film nel paese. Offside (2006), uscito in Italia nel 2011, sulla scia della prima condanna subita dal regista nel Dicembre 2010, avendo come sfondo lo spareggio Iran-Barhain per i mondiali di Germania 2006, risulta incentrato sul divieto imposto alle donne di poter vedere le partite allo stadio, diventando così l’ennesima sfida aperta nei confronti del regime iraniano.  

 

La Trama di Offside di Jafar Panhai

 

Un ragazzo un po’ strano è seduto in silenzio in un angolo di un autobus pieno zeppo di tifosi urlanti diretti allo stadio, cercando di non destare attenzione o sguardi indiscreti. 
In realtà non è un ragazzo, ma una ragazza travestita da uomo, ma non è la sola, dal momento che la passione per il calcio, accomuna tante donne iraniane.

 

Prima dell’inizio della partita, sfortunatamente la ragazza viene arrestata e rinchiusa in un recinto delimitato dalle transenne, all’interno dello stadio, insieme ad altre donne travestite da uomini. Costrette ad ascoltare ogni grido d’incitamento e applauso provenienti dall’interno dello stadio, senza poter vedere con i propri occhi ciò che succede in campo, avranno avranno modo di far sentire la propria voce, per troppo tempo silenziata, ai soldati servitori del regime iraniano, che le tengono in custodia forzata. 

Offside Recensione

La Recensione di Offside: La Concezione Cinematografica di Jafar Panahai

 

La carriera di un cineasta dovrebbe essere giudicata in teoria da ciò che produce, ma mai quanto Jafar Panahi, la sua vita coincide con il cinema, che trae forza dal suo non volersi allineare alla squallida realtà di una semi-dittatura, incapace di evolvere il paese da un anti-occidentalismo di mera propaganda, il quale ha portato l’Iran sia ad un isolamento internazionale marcato, quanto ad una brutale repressione interna su ogni istanza di rinnovamento

 

Allievo di Abbas Kiarostami, dapprima si formò come suo assistente alla regia, per poi girare i primi film nella seconda metà degli anni 90′, con un seguito internazionale sempre crescente, culminando con il premio più prestigioso del mondo per un regista; il Leone d’Oro per quel capolavoro del Cerchio (2000) dove, con un perfetto parallelismo sia simbolico con la figura geometrica, che dal punto di vista narrativo, ritraeva la complessa situazione femminile in Iran all’alba del nuovo millennio, venendo di conseguenza censurato dagli schermi del proprio paese

 

Di lì in poi Panahi fu inviso alle autorità politiche iraniane, vedendosi boicottato nei suoi progetti, nonché respinte tutte le successive autorizzazioni da parte della commissione cinema interna; di fatto una censura preventiva a tutti gli effetti, che ha costretto il regista a girare i successivi lavori nella semi-clandestinità, ponendosi contro il regime.

 

Prendendo spunto dall’esempio della propria figlia, che volle andare allo stadio conscia del divieto vigente in Iran, Panahi, gira un film, con protagoniste delle giovani ragazze poste “fuorigioco” del sistema, dal titolo Offside (2006).

Sei giovani, vogliono assistere allo stadio al match tra Iran-Bahrain, in modo da supportare la nazionale con il loro tifo dal vivo, oltre a voler assaporare in diretta la partita, così da poter vivere appieno la loro passione per il calcio, di cui sono anche abbastanza ferrate in materia.  

La Recensione di Offside: Lo Sguardo Femminile nel Film di Jafar Panahai

 

Le ragazze non hanno preteso nulla di trascendentale, eppure in Iran questo diviene una questione di rilevanza penale, dato che alle donne è proibito assistere alle partite allo stadio, per motivi ufficialmente di decoro nei confronti della loro purezza, in quanto uscirebbero, a detta delle autorità, “contaminate” in negativo dal clima becero, volgare e casinaro degli uomini (un uomo anziano confessa di andare allo stadio solo per sfogarsi nel modo peggiore possibile), quando in realtà probabilmente a casa loro subiscono dai loro padri o mariti, molto peggio. 

 

Tutto il mondo è paese, anche in Iran il tifoso medio non si distingue per la sua grande civiltà, ma la proibizione per tale motivo non regge; sei ragazze sfidano il divieto, riprese da Panahi con fare documentarista, tramite la sua macchina a mano agile quanto colma di umanità, i loro tentativi di aggirare la sorveglianza dei militari, venendo però ad una ad una catturate e confinate in un piccolo spazio delimitato da tre transenne per tenerle isolate. 

 

Le sei ragazze sono rinchiuse in un luogo stretto, una prigione “aperta” ma spazialmente delimitata, dove sono ristrette fisicamente, ma non le loro idee, che traboccano con potenza all’infuori di tale luogo, perchè l’umanità di quelle sei ragazze non può in alcun modo venire repressa, arrivando ad esplodere di gioia in un abbraccio collettivo alla rete dell’1-0, con la perplessità dell’addetto militare preposto alla sorveglianza di quel settore, incapace di concepire il perchè di tale “follia” femminile

 

Offside ovviamente è un film contro il sistema, con le sue derive sempre più anti-democratiche ed anti-egalitarie, la sua stessa esistenza, è un guanto di sfida lanciato da Panahi contro le autorità; ma ridurlo a mero film “contro”, sarebbe ingiusto per le qualità di un film che sa appropriarsi di una materia “civile”, affrontandola con un tono “leggero”, in cui si disvela l’assurdità di tale proibizione, visto che le ragazze sono in grado di rispondere a tono ai militari, che svolgono l’ingrato servizio di sorveglianza, tra problemi familiari incombenti e lo scherno degli altri tifosi.

 

Ma queste sei ragazze, hanno motivazioni ben più profonde, di un mero gesto di ribellione al sistema per una rivendicazione femminista.

Rischiare l’arresto e accuse di vario grado in sede penale, è un prezzo che sono disposte a pagare per poter esprimere liberamente la loro passione.
I piani sequenza ne catturano la vitalità, la volontà, nonché la loro etica, ben superiore a quella del regime teocratico iraniano, che si ritrova potenzialmente tra le mani il meglio del cinema attuale contemporaneo – in rapporto alle notevoli censure in devono muoversi le maestranze locali -, ma incapace di far esprimere i propri talenti al massimo, perché intento ad imbrigliarli nelle sue assurde pretese ideologiche

La Recensione di Offside: La Rivoluzione dal Basso nel Film di Jafar Panhai

 

A Jafar Panahi del potere non interessa più, ha rinunciato a smuovere le coscienze degli uomini politici, puntando a sollecitare, con lo sguardo precario della sua macchina da presa, un risveglio di coscienza dal basso, tramite i due personaggi dei militari, incapaci di controbattere in modo sensato e razionale, alle domande mosse dalle ragazze, decantando di agire su ordini altrui; mere pedine su una scacchiera, incapaci di contestare la stupidità degli ordini imposti dall’alto.

 

La vera rivoluzione quindi secondo il cineasta deve partire dai “proletari” sfruttati dal sistema, quei soldati che mano a mano diverranno sempre più solidali con le ragioni di queste ragazze, pur arrivando a non identificarsi mai pienamente con loro, perché i loro corpi sono pervasi da un malcelato senso del dovere, nei confronti di un’autorità sempre più irrazionale

 

Girato con attori non professionisti, Panahi dirige il cast con estrema sapienza ed abilità, soprattutto per quanto riguarda le sei ragazze – specie la prima che apre il film -, le quali fanno onore al sacrificio del regista, che ha dovuto girare l’opera in condizioni non ottimali, con alcuni risultati tecnico-registici per forza di cose “incompiuti”, impossibilitato per ovvi motivi a correggerli al meglio.

 

Offside non sarà quindi la punta più alta della carriera del regista, ma complice anche la materia calcistica sullo sfondo, può essere il modo da parte dello spettatore occasionale, per avvicinarsi al cinema di Panahai, che a differenza del più celebrato, ma venduto al sistema, Asghar Farhadi, ha preferito le battaglie vere, agli stupidi oscar; non scendendo in ipocrite prese di posizioni contro Trump sul “muslim ban”, atte solo ad ottenere il benestare dell’Accademy – la quale da brava ipocrita lo ha premiato con un secondo oscar -, chiudendo poi beatamente entrambi gli occhi sulla squallida realtà del proprio paese e dei suoi colleghi, che soffrono e combattono ogni giorno contro tale sistema

Voto:
4/5
Andrea Barone
0/5
Andrea Boggione
0/5
Christian D'Avanzo
0/5
Paolo Innocenti
0/5
Alessio Minorenti
0/5
Paola Perri
0/5
Giovanni Urgnani
0/5