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Lo sport al cinema: la recensione di Ogni maledetta domenica (1999)

Ogni maledetta domenica la recensione del film con Al Pacino e Cameron Diaz, di Oliver Stone

Distribuito nelle sale americane il 22 dicembre 1999 mentre nelle sale italiane il 7 aprile 2000. Diretto da Oliver Stone e coscritto insieme a John Logan, la colonna sonora è composta da Robbie Robertson. Il cast è composto da: Al Pacino, Cameron Diaz, Jamie Foxx, Dennis Quaid, James Woods, Matthew Modine, Aaron Eckhart, Lela Rochon e Charlton Heston. Trama, cast e recensione di Ogni maledetta domenica, film diretto da Oliver Stone del 1999.

La trama di Ogni maledetta domenica, film del 1999

 

Primo elemento da considerare, a proposito del film Ogni maledetta domenica, riguarda la sua trama. L’allenatore dei Miami Sharks Tony D’Amato è in crisi, adesso che la sua squadra dopo due anni di successi è in calo di rendimento, ad aggravare le cose ci sono l’infortunio del quarterback titolare “Cap” Rooney e le pressioni della giovane proprietaria Christina Pagniacci.

 

Lo sport non è soltanto un’attività ricreativa in cui si socializza coi propri coetanei o si mantiene il proprio corpo in forma, ma è un mezzo per raggiungere un obiettivo che si alimenta giorno dopo giorno: scalare la piramide socialeTante storie di tanti campioni hanno commosso gli appassionati. Vicende di bambini cresciuti in ambienti poveri e precari che grazie alla loro disciplina sono riusciti a sfuggire ad un destino crudele, caratterizzato da criminalità o scarse prospettive di crescita.

 

Questa è la vita di Willie Beamen, un ragazzo che coglie l’opportunità di un’intera vita, diventare un campione e di conseguenza una celebrità. In poco tempo si ritrova a vivere un sogno, ad essere l’astro nascente sulla bocca di tutti in grado di permettersi quegli eccessi che anni prima poteva solo immaginare. Ma la buona sorte volta le spalle improvvisamente allo stesso modo di come si è presentata, il sistema che rende un essere umano l’idolo delle folle diventa un tritacarne, la malagestione di tutto questo lusso fa precipitare l’individuo in un vortice profondo in cui si rischia di non riemergere. Il successo e la fama sono la cera che tengono insieme le ali di Icaro ma allo stesso tempo sono la tentazione di avvicinarsi sempre di più al sole.

 

La messa in scena e la regia hanno il chiaro intento di rappresentare la partita come se fosse un campo di battaglia, in cui non si esclude nessun colpo, la vittoria e la sconfitta diventano una questione di vita o di morte, peccando forse di alcune esagerazioni evitabili.

Recensione di Ogni maledetta domenica e i personaggi presenti all’interno del film

 

Una ferocia esasperata a causa del business e della posta in palio che tiene in piedi tutta la baracca. La citazione a Ben-Hur nella sequenza iconica della corsa al circo di Gerusalemme vira palesemente su questa direzione: l’uomo nel corso dei secoli cambia nella forma ma non nella sostanza.

 

Una stagione non si sa come inizia né come finisce, l’occasione di riscatto può presentarsi da un momento all’altro. Tony D’Amato è una leggenda vivente a bordocampo ma inesorabilmente deve anche lui fare i conti con il tempo e la sua mutazione. I suoi schemi e le sue tattiche sono oramai superati e prevedibili, di conseguenza i risultati latitano e la pressione inversamente aumenta a dismisura.

 

Il rapporto con Willie sarà un’occasione per risollevare anche la sua figura di uomo, diventando quel padre che in fondo non è mai stato. Due generazioni diverse che necessitano di dialogare l’una con l’altra, il giovane rampante che ha bisogno di un riferimento esperto per potenziare e allargare i suoi margini di miglioramento mentre il veterano impara ad adattarsi ad un linguaggio moderno in continuo mutamento.

Christina invece deve sopravvivere ogni giorno ad un mondo ostile e spietato. Ridurre il suo personaggio a ruolo di antagonista sarebbe un peccato di superficialità. In un ambiente totalmente maschile e maschilista è costretta a combattere con le armi dell’aggressività e della prepotenza per riuscire a ottenere credibilità e autorità, una corazza costantemente messa alla prova da colpi bassi provenienti da ogni direzione.


Per di più è costretta a lottare con un’eredità pesantissima, la classica figura genitoriale ingombrante, onnipresente nonostante la sua mancanza fisica. L’ossessione di non essere all’altezza di chi ha contribuito ai successi e alle vittorie, essere costantemente sotto la lente d’ingrandimento, pronta ad evidenziare ogni singolo errore, pronta a sottolineare ogni singolo paragone.

Voto:
4/5
Andrea Barone
0/5
Andrea Boggione
3.5/5
Christian D'Avanzo
0/5
Paolo Innocenti
0/5
Carmine Marzano
3.5/5
Alessio Minorenti
3.5/5
Paola Perri
3.5/5
Vittorio Pigini
4/5